Esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione per l’anno scolastico 2024/2025
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Nel pomeriggio del 2 aprile (ore 17) alla Biblioteca MOviMEnte di Chivasso (Torino), vi sarà l’evento pubblico di conclusione del progetto denominato Libri da toccare: uno per me, uno per tutti, promosso dall’APRI (Associazione Pro Retinopatici e Ipovedenti) presso e con la collaborazione della stessa Biblioteca MOviMEnte, dal 5 febbraio al 19 marzo scorso, iniziativa che ha visto le partecipanti cimentarsi nella progettazione e nella creazione di libri tattili illustrati, grazie all’aiuto e alla supervisione delle volontarie dell’APRI Ornella Valle, Barbara Bertolino e Marisa Agagliati.
«Il viaggio alla scoperta dei libri tattili – raccontano dall’APRI – è partito illustrando i criteri di base per la realizzazione di immagini tattili accessibili (criteri di forma, di texture, di spessore, di posizione, di dimensione, di colore, di congruenza), per individuare poi il quadro della storia, attraverso la pratica e l’esercizio dello storytelling, alla luce del proprio target di riferimento; ciascun racconto, infatti, è stato caratterizzato da una struttura narrativa chiara, arricchito da componenti emotive, empatiche, autentiche, credibili, nonché da elementi di immersione e interattività. Una volta discusse le proposte e individuate le storie, si è proceduto alla progettazione delle tavole illustrate, dei materiali e delle texture adatte, seguendo i criteri di percezione aptica e utilizzando la tecnica del collage materico tridimensionale. Sempre con la collaborazione delle volontarie dell’APRI, sono stati dunque redatti i testi in nero e in Braille».
Una delle due copie dei cinque libri tattili creati verrà donata alla Biblioteca di Chivasso, diventando quindi patrimonio librario pubblico. Si tratta di Un mare da scoprire di Elena Abbate, Carmine nel paese dei nocciolini di Annamaria D’Agostino, Il compleanno di Milli farfalla di Silvia Ottino, Amedeo va al Museo di Alessandra Pepe e del Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino e La scarpetta che voleva imparare a ballare di Viviana Vicario.
Destinati in particolare a persone con disabilità visiva e a bambini/bambine, i testi offrono però a tutto il pubblico l’opportunità di esplorare un libro in modo multisensoriale. I promotori dell’iniziativa invitano quindi «a venire a toccare con le proprie mani e, perché no, a provare a realizzarne “uno per sé, uno per tutti”!».
I libri stessi, infine, verranno esposti anche nella mostra Arte da Toccare di Emanuela Zavattaro e altri artisti, visitabile presso la Biblioteca MOviMEnte di Chivasso dal 5 al 19 aprile (durante gli orari di apertura della Biblioteca).
L’esperienza tattile, inoltre, verrà presto replicata anche alla Biblioteca Archimede di Settimo Torinese e nell’autunno prossimo nuovamente presso quella di Chivasso. (S.B.)
L'articolo Libri da toccare: uno per me, uno per tutti proviene da Superando.
Due “cancelli temporali”, il 2 e il 26 aprile, tra i quali numerosi appuntamenti dedicati a temi fondamentali per la qualità della vita delle persone con disturbo dello spettro autistico: è la proposta per questo mese di aprile della Fondazione ARCA (Autismo Relazione Cultura e Arte) di Senigallia (Ancona).
Domani, 2 aprile, dunque, in corrispondenza con la Giornata Mondiale per la Consapevolezza sull’Autismo (World Autism Awareness Day), i principali monumenti e luoghi simbolo dei Comuni marchigiani aderenti a M’illumino di blu, verranno appunto illuminati con questo colore simbolo dell’autismo. Per l’occasione, la Fondazione ARCA ha realizzato un manifesto, di cui riproduciamo qui a fianco un particolare e nel quale il monumento scelto sarà descritto anche attraverso l’utilizzo del linguaggio accessibile Easy to Read (“facile da leggere e da comprendere”).
Per il 26 aprile, invece, è in programma Sguardi e dialoghi sull’autismo, un’intera giornata di incontri tra esperienza, conoscenza e narrazione. (S.B.)
L'articolo Un mese di eventi a Senigallia (e non solo) sui disturbi dello spettro autistico proviene da Superando.
«Secondo i dati più recenti, 1 bambino su 36 rientra nello spettro autistico. E se cresce in àmbito scientifico la sensibilità su questi temi, spesso la preparazione del personale clinico non è ancora adeguata alle esigenze delle persone autistiche»: un’occasione per confrontarsi su questi temi sarà la conferenza denominata La qualità delle cure nel disturbo dello spettro autistico: difficoltà attuali e prospettive future, promossa dall’Associazione ScopriAMO l’Autismo e accolta con entusiasmo da Vincenzo Di Lazzaro, preside della Facoltà Dipartimentale di Medicina e Chirurgia dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, presso la cui Aula Magna si terrà l’evento, aperto al pubblico, nella mattinata del 2 aprile (ore 9-11.30), da intendersi anche come momento di formazione per studenti e studentesse.
«Il nostro Ateneo – sottolinea in tal senso Andrea Rossi, amministratore delegato e direttore generale dello stesso – sostiene il percorso dei propri studenti con un progetto di formazione integrale, curandone non solo le competenze tecniche e scientifiche, ma anche quelle umane, che fanno davvero la differenza. Occasioni come questa, dunque, sono preziose per la maturazione dei nostri studenti, e noi, come Università Campus Bio-Medico, siamo sempre disponibili a collaborare con realtà serie come ScopriAmo l’autismo».
Parteciperanno all’incontro la deputata Ylenia Lucaselli, da sempre sostenitrice del lavoro svolto da ScopriAmo l’autismo; la neuropsichiatra infantile Barbara Manzi, che illustrerà le ragioni per cui l’autismo resta un disturbo ancora poco compreso nella sua complessità clinica; la psicologa e psicoterapeuta Claudia Di Giulio, che indagherà le difficoltà cognitive e sociali delle persone nello spettro autistico; la terapista della neuropsicomotricità Valentina Catapano, che approfondirà gli aspetti legati alla rigidità comportamentale e alla sensibilità sensoriale; dal canto suo, il pedagogista Adriano Antonini presenterà l’importanza delle strategie visive e della Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA), mentre Vittoria Sparagna, giovane laureata in Scienze Politiche e persona con disturbo dello spettro autistico, offrirà la propria testimonianza sulla percezione di salute e malattia dal punto di vista di chi ne vive ogni giorno la condizione.
E ancora, la psichiatra e psicoterapeuta Martina Pelle affronterà la prospettiva adulta dell’autismo, con le conclusioni dell’incontro affidate alla deputata Paola Binetti, neuropsichiatra infantile, per una riflessione sullo stato attuale delle politiche sanitarie legate all’autismo e sulle prospettive future, anche alla luce delle nuove evidenze scientifiche e dell’evoluzione del dibattito pubblico. (S.B.)
L'articolo La qualità delle cure nel disturbo dello spettro autistico proviene da Superando.
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L’ha studiata bene David De Carolis, insegnante e direttore dei laboratori dell’Associazione FacciaVista di Vedano al Lambro (Monza-Brianza), la trovata per non far passare in modo sonnolento la prossima Giornata Mondiale per la Consapevolezza sull’Autismo (World Autism Awareness Day) del 2 aprile. «L’autismo è ancora vittima di stereotipi, pregiudizi e ignoranza. Troppe persone lo vedono come un limite, una malattia, qualcosa di “sbagliato” – si legge sul sito dell’Associazione impegnata sui temi dell’autismo –. Associazione FacciaVista vuole ribaltare questa narrazione con un messaggio forte, diretto, che non passa inosservato». È infatti decisamente impossibile eludere il maxi manifesto con su scritto “Autistico un ca**o”, che dal 24 marzo scorso è stato affisso in diverse strade alquanto trafficate di Monza e i Seregno.
Il messaggio che la campagna vuole lanciare è espresso in modo forte e chiaro: dove qualcuno vede una parolaccia… l’Associazione FacciaVista vede un “capolavoro”. E infatti le lettere che, con caratteri più piccoli, sono posizionate sopra i due spazi mancanti tra “ca” e la “o” vanno a comporre la parola “capolavoro”.
Esagerato? Certamente. Provocatorio? Senz’altro. Eccentrico? Anche. Fatto sta che da qualche giorno in Brianza se ne parla parecchio.
La Giornata Mondiale per la Consapevolezza sull’Autismo è una buona occasione per parlare e far parlare di autismo, ma «non con parole dolci, non con campagne che si perdono nel rumore di fondo. Ma con un messaggio che colpisce, che rimane, che obbliga a guardare l’autismo con occhi nuovi», argomentano dall’Associazione.
«Le maxi-affissioni in città renderanno questo messaggio impossibile da ignorare. Lo metteranno sotto gli occhi di tutti, perché è solo attraverso il confronto diretto che si può abbattere il pregiudizio. Se vogliamo davvero un cambiamento, dobbiamo avere il coraggio di far parlare, di disturbare, di far riflettere», è scritto ancora nel sito.
Su «Monza Today», Barbara Apicella ha proposto un accostamento azzardato, ma non più di tanto: «E il pensiero corre veloce a quei maxi manifesti pubblicitari di Oliviero Toscani, che non si limitavano a pubblicizzare maglioni e gonne, ma avevano un messaggio provocatorio che ha scosso e fatto discutere. “Abbiamo pensato alla campagna del 2 aprile, Giornata mondiale per la consapevolezza sull’autismo, proprio in quei giorni in cui Oliviero Toscani era morto – dichiara De Carolis al quotidiano online –. È stato uno dei creativi più provocatori. In quegli anni ero uno studente e alcune campagne mi sembravano esagerate, ma con il senno di poi mi rendo conto che è stato un precursore perché, dopo di lui, nessuno più è riuscito a veicolare contenuti così importanti in modo così immediato”».
Difficile esprimere un giudizio. Se pensiamo alla campagna come a un “rompighiaccio”, non c’è alcun dubbio che l’obiettivo è stato raggiunto. Andrebbe verificato se poi le persone comuni riusciranno ad andare oltre la provocazione, oltre le giornate dedicate. Per andare oltre, ovviamente, un manifesto non può bastare, ma magari aiuta.
*Responsabile di Informare un’H-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli, Peccioli (Pisa), nel cui sito il presente contributo di riflessione è già apparso. Viene qui ripreso, con minimi riadattamenti al diverso contenitore, per gentile concessione.
L'articolo La Giornata sull’Autismo e un manifesto che fa discutere proviene da Superando.
Nell’àmbito del progetto Digi.Cult.Crea., si sta svolgendo un percorso formativo su Digitalizzazione e accessibilità, tutto online e a partecipazione gratuita, promosso per offrire una visione innovativa che renda il patrimonio culturale digitale realmente accessibile a tutti e tutte: dal design universale alle tecnologie assistive, dalle strategie di comunicazione inclusiva agli strumenti di fruizione personalizzati, vi si esplorano le soluzioni più efficaci per abbattere le barriere e creare appunto esperienze culturali accessibili.
Partito il 21 marzo scorso con Marco Pontis, il percorso proseguirà con altri quattro incontri il 2 e 16 aprile con Paola Di Michele, il 4 e il 10 aprile ancora con Marco Pontis (a questo link è disponibile il calendario completo).
I due autorevoli esperti che conducono le lezioni sono anche firme note di Superando. Formatore, autore e instructional designer presso il Centro Studi Erickson di Trento, Marco Pontis è docente di Pedagogia e Didattica Speciale all’Università di Perugia e alla LUMSA di Roma. Paola Di Michele, invece, già assistente all’autonomia e alla comunicazione, è oggi insegnante di sostegno. (S.B.)
L'articolo Un percorso formativo per rendere realmente accessibile il patrimonio culturale digitale proviene da Superando.
Verrà presentata il 2 aprile a Campi Bisenzio (Firenze) la tappa toscana dell’Abbracciata collettiva, la cui nona edizione si terrà il 5 e il 6 aprile in nove città italiane, tornando a dare vita all’ormai tradizionale maratona natatoria di 30 ore che coinvolgerà anche ragazze e ragazzi con disturbo dello spettro autistico, impegnati durante l’anno con la TMA Metodo Caputo-Ippolito, ove l’acronimo TMA sta per Terapia Multisistemica in Acqua.
Quest’ultima, lo ricordiamo, consiste in un trattamento che utilizza l’acqua come attivatore emozionale, sensoriale, motorio, spingendo le persone con disturbi della comunicazione, della relazione, autismo e disturbi generalizzati dello sviluppo a una relazione significativa. (S.B.)
L'articolo La nona edizione dell’“Abbracciata collettiva” proviene da Superando.
È una notizia che accogliamo con grande piacere e orgoglio, quella riguardante la terza edizione del Premio Marina Garbesi, che quest’anno viene assegnato alla nostra direttrice responsabile Stefania Delendati, «per il suo impegno a tutela dei diritti delle persone con disabilità, la cura e la tenacia con cui lo svolge, l’eleganza dello stile, il contributo costante – dal 2024 in qualità di direttrice – che ha dato alla storia ventennale di “Superando.it”, un organo d’informazione che affronta, e risolve, la questione del linguaggio sulle persone con disabilità nella pratica quotidiana».
Il Premio Marina Garbesi è stato istituito con il sostegno del Comune di Imola da Ludovico Bellu, giovane uomo autistico, figlio della giornalista di «la Repubblica», Marina Garbesi, appunto, scomparsa il 4 aprile 2021, il tutto con l’obiettivo di promuovere un’informazione rispettosa della disabilità.
Con questa terza edizione, l’iniziativa intende anche diventare un punto di verifica e di monitoraggio dell’applicazione del manuale Comunicare la disabilità. Prima la persona, pubblicato all’inizio dello scorso anno (se ne legga anche la nostra presentazione) e frutto di un progetto promosso e ideato dal Coordinamento per le Pari Opportunità dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti, realizzato dai giornalisti Claudio Arrigoni, Lorenzo Sani e Antonio Giuseppe Malafarina, predecessore di Stefania Delendati nella direzione di Superando, scomparso l’11 febbraio 2024.
La nuova e ulteriore funzione del Premio – illustrata in novembre a Imola alla presenza del presidente dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti Carlo Bartoli – è sottolineata anche dall’arrivo di due nuovi giurati, il già citato Claudio Arrigoni e l’altro giornalista Simone Fanti, che è anche direttore della Fondazione Mantovani Castorina di cui Malafarina era stato presidente onorario.
La consegna del premio avverrà dunque nel pomeriggio dell’11 aprile (ore 17,30), presso la Sala San Francesco della Biblioteca Comunale di Imola (Via Emilia, 80). «Il Premio Garbesi – sottolinea il sindaco di Imola Marco Panieri, che per l’occasione porterà il proprio saluto – si svolge nei giorni in cui la nostra città festeggia la Liberazione dal nazifascismo, della quale ricorre l’80° anniversario. Una scelta, quindi, volta a sottolineare il legame tra la tutela dei diritti delle persone con disabilità e l’effettiva applicazione dei princìpi della Costituzione nata dalla Resistenza». Non a caso, infatti, tra i sostenitori del Premio Garbesi c’è anche l’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia).
Da ricordare infine che l’incontro dell’11 aprile sarà anche l’occasione per il dibattito, aperto moderato da Simone Fanti, e denominato Le parole fanno la differenza, cui interverranno Lorenzo Sani, Martina Fuga, presidente del CoorDown (Coordinamento Nazionale Associazioni delle Persone con Sindrome di Down) e Alexa Pantanella, fondatrice di Diversity and Inclusion Speaking. Modera Simone Fanti. L’incontro stesso, aperto al pubblico, avrà anche valore formativo per i giornalisti.
Il Premio Marina Garbesi si avvale del sostegno del Comune di Imola, dell’Associazione Impresa e Professioni, di Coop Alleanza 3.0, del Con.Ami (Consorzio Azienda Multiservizi Intercomunale), della Fondazione Cassa di Risparmio di Imola, di Legacoop Imola e di Asscooper e ha il patrocinio dell’ANPI di Imola, dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti, dell’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia-Romagna, della Federazione Nazionale della Stampa, dell’Associazione della Stampa dell’Emilia-Romagna e del settimanale «Sabato Sera». Media partner è il quotidiano «la Repubblica» del gruppo editoriale GEDI.
Cosa possiamo aggiungere a questo punto da parte nostra? Che quando il 20 maggio dello scorso anno avevamo annunciato l’incarico di direttrice responsabile per Stefania Delendati, la prima donna a ricoprire tale ruolo, succedendo a figure indimenticabili quali Franco Bomprezzi e Antonio Giuseppe Malafarina, ne avevamo innanzitutto ricordato le preziose ricognizioni storiche – per citarne solo due tra tante, quelle su Giuseppe Garibaldi o sull’Olocausto delle persone con disabilità –, oltre agli approfondimenti pubblicati nel corso di tanti anni, mai scontati e sempre caratterizzati da una non comune “voglia di ascoltare e di raccontare”.
Presentandosi a Lettori e Lettrici, aveva scritto: «Sono felice, assumendo questo ruolo, di continuare a mettere altri tasselli affinché la disabilità sia sempre meno marginale». Sì, già lo pensavamo prima, ora ancor di più, dopo quasi un anno di lavoro redazionale condiviso in piena sintonia: questo premio a Stefania Delendati è a dir poco meritato! (S.B.)
L'articolo Complimenti, direttrice Stefania, per questo premio più che meritato! proviene da Superando.
«Esprimiamo una ferma condanna nei confronti dell’ingerenza dell’amministrazione Trump sulle politiche aziendali europee in materia di diversità, equità e inclusione. La richiesta avanzata alle grandi aziende europee di conformarsi a un ordine esecutivo volto a ridurre gli impegni nella promozione della diversità e nella lotta alla discriminazione rappresenta infatti un attacco inaccettabile ai diritti umani e ai princìpi fondamentali su cui si basano le politiche sociali dell’Unione Europea. La sovranità degli Stati è il principio fondamentale del diritto internazionale che riconosce a ogni nazione il diritto di autodeterminarsi senza interferenze esterne»: è quanto si legge in una nota diffusa dalla FISH (Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie), a proposito della lettera inviata dall’ambasciata statunitense di vari Paesi europei ad alcune grandi imprese del Vecchio Continente, ove si afferma che l’ordine esecutivo firmato da Donald Trump, che vieta i programmi relativi alla diversità, all’equità e all’inclusione, dev’essere applicato anche alle aziende che sono fuori dagli Stati Uniti, se forniscono prodotti e servizi al proprio governo. Una lettera, tra l’altro, contenente anche un questionario per attestare la conformità all’ordine del Presidente degli Stati Uniti.
«Le politiche inclusive adottate dalle aziende europee – aggiungono dalla FISH – non solo favoriscono la dignità e il rispetto di ogni individuo, ma rappresentano un pilastro imprescindibile per garantire pari opportunità, specialmente alle persone più vulnerabili, come quelle con disabilità. La diversità e l’inclusione non possono essere considerate scelte opzionali, bensì diritti inalienabili da tutelare e promuovere senza compromessi. In tal senso, l’azione dell’amministrazione statunitense evidenzia una preoccupante regressione nel campo dei diritti civili».
«Ribadiamo con forza il nostro impegno – dichiara il presidente della Federazione Vincenzo Falabella – affinché le politiche di inclusione restino al centro dell’agenda sociale europea e che le aziende siano libere di promuovere azioni concrete per un’inclusione reale. Non tollereremo che imposizioni esterne indeboliscano il valore universale della diversità e dell’equità sociale. La battaglia per un mondo più giusto e inclusivo è una responsabilità collettiva e continueremo a difenderla con determinazione».
Anche l’AIPD, l’Associazione Italiana Persone Down che aderisce essa stessa alla FISH, si unisce alle preoccupazioni espresse da quest’ultima, tramite le parole del proprio presidente Gianfranco Salbini, che afferma: «Come AIPD, uniamo la nostra indignazione a quella già espressa da FISH: le azioni intraprese dall’amministrazione Trump rischiano infatti di compromettere i valori fondamentali di giustizia e uguaglianza. Le politiche promosse dalle aziende europee per la diversità e la lotta contro la discriminazione sono essenziali per difendere i diritti umani e la dignità di ogni individuo. Trovo inaccettabile che gli Stati Uniti interferiscano con la capacità dell’Europa di difendere i propri principi fondanti. L’inclusione sociale non è negoziabile e ogni passo indietro rappresenta un pericoloso precedente, soprattutto per le persone vulnerabili, come quelle con disabilità».
«Voglio inoltre ricordare – aggiunge Salbini – l’impegno della nostra Associazione proprio a livello europeo nella lotta per l’eliminazione delle barriere fisiche, culturali e sociali, al fine di promuovere un’inclusione autentica e la piena partecipazione delle persone con disabilità alla vita collettiva. Nonostante le difficoltà, infatti, l’Europa continua a dimostrare di essere un modello di civiltà e rispetto per i diritti umani. Le politiche europee vanno oltre le parole e si traducono in azioni concrete, ampliando le opportunità per tutti, senza eccezioni. L’impegno nostro e di altre realtà in Europa è la prova che la nostra visione di un mondo giusto e inclusivo continuerà a crescere, contro ogni tentativo di regressione. Non possiamo dunque permettere che interferenze esterne indeboliscano la nostra battaglia per l’uguaglianza ed è pertanto essenziale difendere i diritti di tutti e tutte e proseguire con determinazione per una società più equa e inclusiva». (S.B.)
L'articolo No a ingerenze da oltreoceano sulle politiche inclusive dell’Europa! proviene da Superando.
In vista della convocazione dell’Osservatorio Permanente del Ministero per l’Inclusione Scolastica, prevista per domani, 1° aprile, di cui riferiamo in altra parte del giornale, riceviamo e pubblichiamo il seguente contributo, contenente varie istanze rivolte al Ministro dell’Istruzione e del Merito e all’Osservatorio, da parte di numerosi accademici, docenti, autorevoli esperti del settori e componenti dei CTS (Centri Territoriali di Supporto), il cui elenco è disponibile a questo link, che fanno parte della lista “Suggerimenti per una didattica della vicinanza”, gruppo nato durante la pandemia per consentire una costante comunicazione tra docenti e genitori e per stare vicino agli alunni e alle alunne. Un gruppo ingranditosi nel tempo, tanto da superare ora le duecento unità tra docenti, educatori, psicologi, genitori di alunni con disabilità e altri esperti. Tra l’altro, oltre allo scambio di esperienze e al supporto reciproco, il gruppo stesso ha promosso laboratori, corsi di formazione e preparazione di documenti da inviare al Ministero o ai Ministeri coinvolti per la realizzazione dell’inclusione, nonché alle stesse Associazioni del settore (per informazioni: glii.interscolastico@gmail.com).
In vista della convocazione dell’Osservatorio sull’Inclusione Scolastica del Ministero dell’Istruzione e del Merito, fissata per il 1° aprile e avente ad oggetto il Decreto Legge 71/24, i firmatari del presente contributo, a fronte della proposta ministeriale di affidare all’INDIRE (Istituto Nazionale Documentazione Innovazione Ricerca Educativa) un corso di 30 Crediti Formativi per ovviare alla mancata specializzazione dei docenti per le attività di sostegno, pongono al Ministro dell’Istruzione e del Merito e all’Osservatorio per l’Inclusione Scolastica del Ministero dell’Istruzione e del Merito i seguenti quesiti:
1. Come garantire la qualità della formazione dei docenti da incaricarsi sul sostegno? Già 60 CFU (Crediti Formativi Universitari) risultano ancora insufficienti, ora sono stati ridotti a 30 (o forse 40 o 48 secondo altre bozze circolanti), per i corsi INDIRE, quando già il Decreto Legislativo 66/17 indicava all’articolo 12 l’obbligatorietà per i docenti della scuola dell’infanzia e primaria di conseguire in totale almeno 120 Crediti Formativi e le Associazioni stesse (ad esempio la FISH-Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie, con la sua Proposta di Legge sull’istituzione di cattedra di sostegno) propongono di estendere questa norma anche alle scuole secondarie di primo e secondo grado, a dimostrazione dell’importanza che i genitori attribuiscono alla formazione iniziale dei docenti di sostegno.
2. Sono in atto corsi da 60 CFU: come è possibile che si equiparino ai corsi da 30 (o 40 o 48…) Crediti gestiti dall’INDIRE, che partiranno quasi in parallelo?
3. Perché è stato scelto l’INDIRE come Ente di formazione? Questa funzione non è di sua competenza (come ha pubblicamente dichiarato la SIPeS-Società Italiana di Pedagogia Speciale) ed è stato necessario cambiarne lo statuto per far fronte a questa richiesta; di conseguenza, si è dovuta spostare di sei mesi l’entrata in vigore del decreto (articolo 7-bis della Legge 106/24, conversione del citato Decreto Legge 71/24).
4. In base a quali criteri verranno individuati i formatori in questi corsi, visto che non si accenna ad alcun concorso per svolgere questo compito (articolo 97 della Costituzione), né alcuna selezione pubblica?
5. Quale tipo di formazione sarà proposta? Se sarà tutta a distanza con lezioni online, come si potranno assicurare le competenze mediante attività laboratoriali, indispensabili per acquisire le abilità necessarie per le attività di insegnamento, in special modo con incarico sul sostegno?
6. Ci chiediamo poi come si possa equiparare il titolo di specializzazione sulle attività di sostegno all’inclusione conseguito in Italia a quelli acquisiti in università di Paesi in cui gli alunni e le alunne con disabilità frequentano soltanto le scuole speciali o percorsi separati.
7. In riferimento infine all’Allegato B al Decreto 71/24, relativo al fabbisogno dei docenti nella scuola secondaria, come si giustifica il contingente previsto dal Ministero per il sostegno, considerata la saturazione delle graduatorie provinciali delle supplenze per la classe di concorso ADSS per la scuola secondaria di secondo grado in molte Province, evidenziata dai bollettini degli Uffici Scolastici Provinciali e aggravata dall’imminente inserimento degli specializzati del IX ciclo TFA?
Si allegano, in conclusione, una rilevazione sul fabbisogno di docenti specializzati sul sostegno didattico per la scuola secondaria di secondo grado in tre Regioni campione (a questo link) e una rilevazione della situazione occupazionale dei docenti specializzati sul sostegno per la scuola secondaria di secondo grado (a questo link).
L'articolo Sette quesiti per il Ministro dell’Istruzione e del Merito e per l’Osservatorio sull’Inclusione proviene da Superando.
Verrà ufficialmente inaugurato nella mattinata del 2 aprile a Modena, in coincidenza con la Giornata Mondiale per la Consapevolezza sull’Autismo (World Autism Awareness Day), l’Ambulatorio AMA (Ambulatorio Medico Autismo), presso la Casa della Gioia e del Sole (Viale Ciro Menotti, 372, ore 11), con la partecipazione dei principali rappresentanti istituzionali e professionisti del settore sanitario modenese.
Avviata grazie a una collaborazione tra la locale Associazione Tortellante e un team di personale sanitario volontario, «la nuova struttura – spiegano i promotori – è il frutto di un progetto fortemente innovativo, che punta a rispondere alle esigenze specifiche di persone con disturbo dello spettro autistico attraverso un approccio personalizzato e attento. Uno degli aspetti distintivi dell’Ambulatorio AMA, infatti, sarà l’attenzione di esso alla riduzione dell’ansia e dei disagi legati alle visite mediche, offrendo anche un supporto specialistico nella rete sanitaria di base pediatrica e della medicina generale. A tal proposito e attraverso una programmazione di percorsi personalizzati, si avvicineranno gradualmente le persone con autismo agli ambienti e alle procedure mediche, con l’obiettivo di rendere l’esperienza il più possibile serena ed efficace».
Elemento centrale del progetto sarà il Passaporto di Salute, documento innovativo che raccoglierà non solo i dati sanitari di ogni persona, ma anche tutte le problematiche di tipo comportamentale e sensoriale, oltre alle difficoltà nella comunicazione, strumento che costituirà senz’altro un supporto essenziale per gli operatori sanitari, riducendo al minimo il disagio del paziente durante le visite mediche.
«Fondamentale per la realizzazione di questo ambizioso progetto – sottolineano dall’Associazione Tortellante – è l’impegno dei medici volontari, che dedicano il loro tempo e le loro competenze per offrire un servizio unico e prezioso alla comunità. A loro va un sentito ringraziamento per la generosità e la dedizione dimostrate».
«La nostra missione – afferma Stefania Seidenari, direttrice del progetto – è quella di mettere il paziente al centro, offrendo cure di qualità in un ambiente accogliente e all’avanguardia. Vogliamo essere un punto di riferimento per la salute della nostra comunità, garantendo un
servizio efficiente e innovativo». (S.B.)
L'articolo L’AMA di Modena (Ambulatorio Medico Autismo), progetto innovativo proviene da Superando.
Erano stati in tanti a chiedere e a chiedersi il perché del perdurante silenzio da parte dell’Osservatorio Permanente del Ministero per l’Inclusione Scolastica, nonostante i tanti problemi ancora aperti e irrisolti in questo settore. Lo aveva fatto tra gli altri, su queste stesse pagine, anche la FISH (Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie), chiedendone con forza un’immediata convocazione.
Quell’istanza è stata ora soddisfatta, se è vero che domani, 1° aprile, vi sarà appunto la tanto attesa convocazione dell’Osservatorio, «un passo importante – dicono oggi dalla FISH -, che assume particolare rilievo con la presentazione ufficiale dei due schemi di Decreti Ministeriali previsti dagli articoli 6 e 7 del Decreto Legge 71/24*, convertito dalla Legge 106/24. Accogliamo dunque con soddisfazione questo sviluppo istituzionale, ma mantenendo alta l’attenzione sull’urgenza di tradurre le norme in azioni concrete, per garantire il pieno diritto all’istruzione degli alunni con disabilità».
«I dati più recenti – proseguono dalla Federazione – dipingono un quadro allarmante: nelle scuole italiane, infatti, si contano ormai oltre 330.000 studenti/studentesse con disabilità, con un incremento del 15% negli ultimi cinque anni. A fronte di questo aumento costante, il sistema mostra evidenti difficoltà nel garantire risposte adeguate. La cronica instabilità del corpo docente rappresenta l’emergenza più urgente: secondo i dati del Censis, il 40% degli alunni/alunne con disabilità cambia insegnante di sostegno almeno una volta durante l’anno scolastico, mentre per il 20% si arriva addirittura a tre o più avvicendamenti. Una situazione, questa, che compromette irrimediabilmente il percorso educativo di chi invece avrebbe bisogno di riferimenti stabili e continui».
«E tuttavia – secondo la FISH – la carenza di docenti specializzati costituisce solo la “punta dell’iceberg”: migliaia di cattedre, infatti, continuano ad essere assegnate a supplenti privi della necessaria formazione specifica, mentre tra gli insegnanti curricolari le competenze sulle didattiche inclusive restano drammaticamente insufficienti. In tal senso, una recente indagine condotta dall’Università di Bologna rivela che solo il 30% del personale docente ha ricevuto una formazione specifica su metodologie inclusive quali il Cooperative Learning o l’Universal Design for Learning. Il risultato è che molti studenti e studentesse con disabilità si trovano di fatto esclusi/e dalle attività didattiche comuni, relegati e relegate a un ruolo di semplici spettatori anziché di protagonisti del proprio percorso formativo».
«La convocazione dell’Osservatorio e la presentazione dei Decreti Attuativi – dichiara Vincenzo Falabella, presidente della FISH – rappresentano senza dubbio un segnale positivo, ma ciò che veramente conta è che questo passaggio istituzionale si traduca in interventi immediati e misurabili: continuità didattica garantita, formazione obbligatoria per tutti i docenti, monitoraggio costante sull’applicazione dei PEI (Piani Educativi Individualizzati). L’inclusione scolastica, infatti, non può più essere considerata un optional, ma è un diritto fondamentale che va garantito qui e ora, senza ulteriori ritardi».
«Con la convocazione del 1° aprile – aggiunge Falabella -, che segue le procedure di insediamento dell’Osservatorio, si apre dunque una fase cruciale per il futuro dell’inclusione scolastica in Italia. Le famiglie e le associazioni attendono con fiducia, ma anche con determinazione l’avvio di un lavoro concreto che, partendo dall’attuazione dei nuovi Decreti e dalle buone pratiche già esistenti, possa finalmente estendere a tutti gli studenti e le studentesse le condizioni per una reale e piena partecipazione alla vita scolastica. L’obiettivo è chiaro e condiviso: trasformare la scuola italiana in un modello avanzato di accoglienza e valorizzazione delle diversità, dove nessuno sia lasciato indietro. E tuttavia, per far sì che questo avvenga, servono scelte coraggiose, risorse adeguate e soprattutto la ferma volontà di passare dalle parole ai fatti. Il tempo delle attese è finito: ora bisogna agire!». (S.B.)
*Gli articoli 6 e 7 del Decreto Legge 71/24 riguardano rispettivamente “Potenziamento dei percorsi di specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità” e “Percorsi di specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità per i possessori di titolo conseguito all’estero, in attesa di riconoscimento”.
L'articolo Finalmente convocato l’Osservatorio sull’inclusione scolastica: ora interventi immediati! proviene da Superando.
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Tornerà domenica 30 marzo a Pordenone (Chiostro della Biblioteca Civica, Piazza XX Settembre, dalle 10.30), la Festa in blu, organizzata dalla Fondazione Bambini e Autismo della città friulana, in vista della Giornata Mondiale per la Consapevolezza sull’Autismo (World Autism Awareness Day) del 2 aprile.
«La festa – spiegano i promotori – sarà un evento per stare insieme rivolto principalmente ai bambini e alle famiglie. Ci saranno infatti i laboratori gratuiti tenuti dalla nostra Officina dell’Arte, con la possibilità di provare a fare piccoli mosaici, il Truccabimbi organizzato dal Comitato pordenonese della Croce Rossa, le attività con gli scout del gruppo AGESCI e l’allegria dei clown di Vip Claunando. Sarà tuttavia anche un modo informale e allegro per conoscere un po’ il mondo dell’autismo e della nostra Fondazione».
Da segnalare poi anche la presenza degli Ambasciatori della Marcia in blu, l’evento diffuso e solidale che per tutto il mese di marzo ha coinvolto scuole, singoli cittadini, marciatori, realtà diverse e Associazioni del territorio (si legga a a questo link il comunicato diffuso in occasione dell’avvio, all’inizio di marzo). E durante la festa vi sarà anche la proclamazione ufficiale dei vincitori del concorso Disegno la mia Marcia in blu cui hanno partecipato classi da più parti d’Italia. (S.B.)
Per ulteriori informazioni: relazioniesterne@bambinieautismo.org.L'articolo A Pordenone c’è la “Festa in blu”, in attesa del 2 aprile proviene da Superando.