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L’impegno di Montecatone per il reinserimento sociale delle persone con disabilità

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«Continuiamo ad essere in prima linea nel promuovere l’inclusione e il reinserimento sociale delle persone con disabilità»: lo ha dichiarato, in occasione della recente Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, Mario Tubertini, commissario straordinario dell’Istituto Riabilitativo Montecatone di Imola (Bologna), la nota struttura di riferimento, specializzata nella cura e nella riabilitazione delle lesioni midollari e delle gravi cerebrolesioni La palestra robotica dell’Istituto Riabilitativo Montecatone di Imola (Bologna)

«La nostra struttura è da sempre in prima linea nel promuovere l’inclusione e il reinserimento sociale delle persone con disabilità. Quotidianamente il team di professionisti lavora con dedizione per offrire le migliori opportunità di riabilitazione e migliorare la qualità della vita dei nostri pazienti. In questi anni abbiamo investito proprio in questa direzione: solo per citare alcune iniziative, la palestra robotica, il Life Bridge e la nuova radiologica, attrezzata tra l’altro con una risonanza magnetica 3Tesla»: lo ha dichiarato, in occasione della recente Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità Mario Tubertini, già direttore generale e attualmente commissario straordinario dell’Istituto Riabilitativo Montecatone di Imola (Bologna), la nota struttura di riferimento, specializzata nella cura e nella riabilitazione delle lesioni midollari e delle gravi cerebrolesioni.

Sul fronte divulgativo e formativo scientifico, Montecatone, come ampiamente riferito anche sulle nostre pagine, ha recentemente organizzato il convegno RehabEvolution – Innovazione tecnologica in neuroriabilitazione, importante occasione di incontro per medici, ricercatori ed esperti del settore, evento chiusosi con un’intervista a Romano Prodi, durante il quale sono state messe in luce le ultime innovazioni nella neuroriabilitazione e il ruolo della tecnologia, inclusa la robotica e l’intelligenza artificiale, nel futuro delle terapie riabilitative.
Tra le altre iniziative promosse in questi anni, anche il concorso letterario SEMPRE IO, giunto alla sua quarta edizione, voluto per valorizzare la creatività e l’espressione delle persone con disabilità, nonché il progetto INCLUSION-E, realizzato in collaborazione con l’Associazione di Promozione Sociale RACESPORT, per promuove l’inclusione attraverso attività sportive.
Ancora nell’àmbito della ricerca, infine, il gruppo di lavoro diretto da Laura Calzà ha pubblicato negli ultimi anni studi su riviste internazionali, contribuendo significativamente all’avanzamento delle conoscenze nel campo della riabilitazione.

Centro di alta specialità accreditato, l’Istituto Montecatone fornisce 158 posti letto per la riabilitazione intensiva, garantendo un approccio multidisciplinare e servizi specialistici all’avanguardia. Da segnalare anche le collaborazioni con ACI (Automobile Club d’Italia), INAIL e IIT (Istituto Italiano di Tecnologia). (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Claudia Corsolini (corsolini@montecatone.com).

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Il “Premio Angelo Ferro 2024”

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Assegnato annualmente a personalità con disabilità visiva e del mondo medico e giornalistico, il Premio Angelo Ferro 2024, iniziativa promossa dalla Fondazione Lucia Guderzo, in collaborazione con la Fondazione Lega del Filo d’Oro, è andato a Luisa Bartolucci, Sara De Carli e Massimo Morelli Il “Premio Angelo Ferro 2024” assegnato alla giornalista Sara De Carli

Proprio mentre scriviamo, viene consegnato presso la sede RAI di Venezia il Premio Angelo Ferro, dedicato a chi fu economista, filantropo e persona particolarmente attenta a valorizzare “le capacità di tutti”, iniziativa promossa dalla Fondazione Lucia Guderzo di Loreggia (Padova), in collaborazione con la Fondazione Lega del Filo d’Oro di Osimo (Ancona), che comporta una serie di riconoscimenti assegnati annualmente a personalità con disabilità visiva e del mondo medico e giornalistico.
Per la quinta edizione del premio, consistente in un angelo d’argento dell’artista veneziano Luciano Brollo, sono stati scelti Luisa Bartolucci, «per avere fatto della musica e delle parole l’occasione di informazione e intrattenimento che squarciano l’isolamento di chi non vede creando e dirigendo Slash radio Web»; Sara De Carli, giornalista di «Vita», «per avere trasformato le parole in emozioni, raccontando con sensibilità le cose vere della vita ed aver fatto emergere con il cuore il senso dell’esistenza e il valore dell’umano»; Massimo Morelli, professore di economia alla Bocconi di Milano, «per avere trovato nei numeri la forza per analizzare la realtà formando i giovani nella comprensione dei fenomeni economici». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: segreteria@fondazioneluciaguderzo.it.

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Desessualizzazione delle donne con disabilità: una forma di violenza psicologica

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È dedicato al tema della desessualizzazione, intesa come forma particolare di violenza psicologica, ed è sviluppato con specifico riferimento alle donne con disabilità, un approfondimento curato da Silvia Lisena per il Gruppo Donne UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), che contiene anche alcune testimonianze di donne con disabilità che hanno subìto nel corso della loro vita quella particolare forma di violenza

Esiste ormai un’ampia letteratura scientifica che documenta come le donne con disabilità siano esposte a tutte le forme di violenza di genere più delle altre donne, ma anche a forme particolari di violenza legate alla loro disabilità. Forme, queste ultime, delle quali possono essere vittime anche gli uomini con disabilità. Tra queste forme particolari di violenza figura anche la desessualizzazione.
Proprio al tema della desessualizzazione, intesa come forma particolare di violenza psicologica, è dedicato un interessante approfondimento curato da Silvia Lisena per il Gruppo Donne UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare).

Il testo, sviluppato con specifico riferimento alle donne con disabilità, è stato mresso online dallo scorso 24 novembre, alla vigilia della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, con il titolo (S)Oggetti di desiderio. Donne con disabilità e desessualizzazione (esso è fruibile al seguente link).
Partendo dalla definizione del termine proposta dal vocabolario online della Treccani – ovvero: «privazione o perdita del carattere erotico o sessuale» –, Lisena evidenzia che «la desessualizzazione è un fenomeno che riguarda anche, ma non solo, le persone con disabilità. E in particolare le donne con disabilità che già subiscono una doppia discriminazione sia in quanto donne sia in quanto persone disabili».
Secondo l’Autrice la desessualizzazione costituisce «una vera forma di violenza. Indiretta, probabilmente, ma sempre violenza. Fa paura additare un determinato comportamento come violento, perché disponiamo già del nostro arsenale standardizzato di tipologie e modalità di atti violenti o molesti che la desessualizzazione sembra non presentare alcun requisito per rientrarci. Eppure ci rientra».

L’approfondimento propone dunque alcune testimonianze di donne con disabilità che hanno subito la desessualizzazione nel corso della loro vita. Tali testimonianze organizzate in quattro macroaree tematiche: la sfera assistenziale (che si riferisce alle relazioni con i/le caregiver), la sfera affettiva (in cui rientrano i rapporti familiari e le relazioni sentimentali), la sfera sanitaria (che comprende le interazioni con i/le medici/mediche) e la sfera rappresentativa (relativa ai contesti quotidiani di vita).
Queste testimonianze sono accompagnate da ulteriori riflessioni che illustrano le dinamiche, anche paradossali, che possono scaturire dalla desessualizzazione stessa. Scrive, ad esempio, Lisena: «Se una donna con disabilità non viene (mai) vista come possibile oggetto di desiderio erotico e sessuale, ciò a cui rischia di aspirare fortemente è l’estremo opposto, cioè essere oggettivizzata. Quando parliamo di catcalling [termine inglese che indica una molestia maschile consistente nell’espressione verbale e gestuale di un apprezzamento di natura sessuale rivolto in modo esplicito, volgare e talvolta minaccioso, a una donna incontrata per strada o in un luogo pubblico, N.d.R.] lo additiamo legittimamente come pratica deplorevole e deumanizzante, ma inconsciamente parte dalla considerazione della donna come possibile oggetto di attenzioni sessuali (indesiderate). Esattamente ciò a cui non sono neanche lontanamente sottoposte parecchie donne con disabilità, e questo non è un bene. Essere viste come un oggetto e non essere proprio viste sono due concetti apparentemente antitetici, ma in realtà sovrapponibili. “Se io subissi catcalling, almeno sarei considerata una vera donna”, questo potrebbe arrivare a pensare una donna con disabilità. Giusto per quantificare la portata del problema e le conseguenze a cui va incontro, dato che, a causa della doppia discriminazione cui sono sottoposte, le donne con disabilità sono maggiormente esposte a episodi di abusi e violenze di ogni tipo».

Il Gruppo Donne UILDM è fermamente convinto che fare rete possa, a lungo andare, determinare un cambiamento, e auspica che le preziose testimonianze pubblicate diventino spunto di riflessione per chi le legge. Chi vuole può contribuire ad arricchire il confronto inviando allo stesso Gruppo Donne UILDM i propri suggerimenti su come si può contrastare la desessualizzazione nel quotidiano, e quali azioni o strumenti si potrebbero predisporre a tal fine.

«Abbiamo bisogno delle vostre idee perché è importante non spegnere mai la voce su questa tematica», è l’invito. Questa invece è l’e-mail a cui scrivere per contribuire alla riflessione: gruppodonne@uildm.it (Simona Lancioni)

Il presente contributo è già apparso nel sito di Informare un’h-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa) e viene qui ripreso, con alcuni riadattamenti al diverso contenitore, per gentile concessione.

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Istituzionalizzazione delle persone con disabilità: un preoccupante arretramento

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Un recente studio di Eurofound, Agenzia dell’Unione Europea, ha evidenziato come negli ultimi dieci anni il numero di persone con disabilità che vivono in ambienti segreganti, sia aumentato in molti Stati Membri dell’Unione, in particolare in Francia e in Polonia, ma anche in Italia. Secondo il Forum Europeo sulla Disabilità è «un allarmante fallimento da parte dei Paesi dell’Unione Europea nel sostenere la vita indipendente delle persone con disabilità»

Pubblicato nell’ottobre scorso e disponibile a questo link (in lingua inglese), uno studio di Eurofound, la Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro, che è un’Agenzia dell’Unione Europea, ha evidenziato come il numero di persone con disabilità che vivono in ambienti segreganti, sia aumentato in molti Stati Membri dell’Unione. Si stima infatti che attualmente siano un milione e 400.000 i bambini e gli adulti con disabilità di età inferiore ai 65 anni segregati in tali contesti, rispetto al milione e 100.000 stimati dieci anni fa.

Nel collocare in una sorta di “sala della vergogna” Paesi come la Francia (numero di persone con disabilità che vivono in istituti più che raddoppiato negli ultimi dieci anni), la Polonia (aumento di oltre l’80%), Malta e il Portogallo, l’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, parla di «allarmante fallimento da parte dei Paesi dell’Unione Europea nel sostenere la vita indipendente delle persone con disabilità, constatando anzi che molti Stati stanno in realtà andando proprio nella direzione opposta rispetto al loro impegno dichiarato per i diritti delle persone con disabilità».

E l’Italia? Purtroppo anche il nostro Paese risulta tra quelli dell’Unione Europea che hanno fatto registrare negli ultimi dieci anni un aumento del numero di persone con disabilità negli istituti, insieme a Croazia, Danimarca, Lussemburgo, Svezia, Irlanda, Slovacchia, Slovenia e Paesi Bassi.
Dati positivi, invece, si sono avuti in 11 Stati Membri dell’Unione, a partire da Finlandia, Grecia ed Estonia, dove vi sono state le maggiori riduzioni di persone in istituti.

Infine, nello specifico dei bambini e delle bambine con disabilità, il numero di quelli e quelle segregati in istituti è salito a 466.000, aumentando in 11 Stati dell’Unione, innanzitutto a Cipro (più del doppio rispetto a un anno fa), ma anche nei Paesi Bassi, in Croazia, Germania, Irlanda, Svezia, Lussemburgo, Francia, Finlandia, Italia e Spagna. (S.B.)

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Premiati i progetti di inclusione sociale attraverso lo sport

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Il ruolo cruciale delle infrastrutture nei progetti di inclusione sociale attraverso lo sport e il valore delle sinergie tra il profit e il no profit al centro del dibattito nella terza edizione del CSR Award, promossa da Entain Italia con il supporto della sua Fondazione Foto di gruppo per i premiati con il “CSR Award 2024”

Il ruolo cruciale delle infrastrutture nei progetti di inclusione sociale attraverso lo sport e il valore delle sinergie tra il profit e il no profit sono stati al centro del dibattito nella terza edizione del CSR Award, promossa da Entain Italia con il supporto della sua Fondazione, lo scorso 3 dicembre, all’Auditorium dell’Ara Pacis a Roma.
«Una visione strategica e una pianificazione a lungo termine sono fondamentali per assicurare il successo dei progetti di inclusione nelle comunità», ha affermato Andrea Faelli, responsabile del Gruppo Entain in Italia. «Investire in infrastrutture adeguate, moderne, sicure e accessibili è essenziale per offrire alle associazioni spazi dove poter sviluppare i loro programmi con continuità. Il CSR Award, edizione dopo edizione, conferma il nostro crescente impegno a fianco delle realtà non profit, mettendo a disposizione non solo risorse economiche, ma anche competenze e una rete di relazioni per amplificare l’impatto dei loro progetti».

I lavori sono proseguiti con l’annuncio delle Associazioni vincitrici della terza edizione del CSR Award. Durante il 2025 verranno infatti sostenute le seguenti realtà: Seconda Chance e Sport Senza Frontiere (progetto Rigiocare il futuro), Club Schermistico Partenopeo (progetto Sport senza barriere), l’Associazione Sportiva Dilettantistica Baseball Softball Club Rovigo (progetto Blind Gym), Romanes-Wheelchair Rugby (progetto “I Wheel” Rugby Camp), l’Associazione Sportiva Dilettantistica Sportinsieme (progetto Padel Mixto: con e senza disabilità sullo stesso campo), Santa Lucia (progetto In testa abbiamo solo il basket), Kim (progetto L’accoglienza sostenibile), Sportfund Fondazione Per Lo Sport ONLUS (progetto Corro a scuola) e Progetto Filippide (progetto World Cup Of Inclusive Duet Artistic Swimming).
Mentre il progetto Rigiocare il futuro prevede la realizzazione di un polo sportivo all’interno del carcere di Secondigliano con l’obiettivo di promuovere l’inclusione sociale e offrire nuove prospettive ai detenuti, quello del Club Schermistico Partenopeo si propone di adeguare e riqualificare una parte dei locali della palestra per renderli pienamente fruibili da parte delle persone con disabilità. Il progetto Blind Gym si propone poi di potenziare l’offerta di servizi per il baseball per ciechi, mentre “I Wheel” Rugby Camp punta sul rugby in carrozzina in Italia, con il padel invece al centro di Padel Mixto: con e senza disabilità sullo stesso campo.
Premiati anche In testa abbiamo solo il basket per le persone con disabilità motoria dai 13 anni in su, attraverso l’avviamento all’attività sportiva, L’accoglienza sostenibile, che ha l’obiettivo di creare una casa dedicata a garantire cure mediche a minori gravemente malati e Corro a scuola, che mira a ripristinare la piena funzionalità della palestra scolastica dell’Istituto Comprensivo 9 di Bologna. Infine, tra i vincitori, anche World cup of inclusive duet artistic swimming, che vuole realizzare la prima inedita manifestazione totalmente inclusiva: per la prima volta al mondo, infatti, saranno chiamati a partecipare atleti e atlete con e senza disabilità, che si esibiranno in esercizi a coppie miste formate da una persona con disabilità fisica e/o intellettiva, e una persona senza disabilità. (C.C.)

Per maggiori informazioni: Simone d’Onofrio (simone.donofrio@mslgroup.com).

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Attraverso l’obiettivo dell’accessibilità: storie di barriere, sfide e buone pratiche

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L’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, invita fotografi, amatoriali e professionisti, a partecipare, entro il 30 marzo 2025, all’ormai tradizionale concorso fotografico focalizzato sull’accessibilità e sulle sfide quotidiane affrontate dalle persone con disabilità. Tema scelto per quest’anno: Attraverso l’obiettivo dell’accessibilità: Storie di barriere, sfide e buone pratiche Foto di Venetia Catalin, partecipante al concorso fotografico dell’EDF nel 2023

«L’accessibilità va oltre rampe e ascensori: si tratta di rimuovere barriere in ogni area della vita, dagli spazi fisici alle piattaforme digitali e alla comunicazione inclusiva. La vera accessibilità significa garantire che tutti possano partecipare pienamente e in autonomia. Tuttavia, per molte persone con disabilità, la vita è un mix di ostacoli, sfide e trionfi, navigando in un mondo che spesso ignora le loro necessità».
Da qui, da questa premessa parte anche quest’anno il concorso fotografico promosso dall’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità. L’edizione di quest’anno si intitola Through the accessibility lens: Stories of barriers, challenges and good practices (“Attraverso l’obiettivo dell’accessibilità: Storie di barriere, sfide e buone pratiche”).

L’EDF invita dunque fotografi, amatoriali e professionisti, a partecipare al concorso il cui focus è appunto focalizzato sull’accessibilità e le sfide quotidiane affrontate dalle persone con disabilità. Possono parteciparvi cittadini o residenti dell’Unione Europea di tutte le età e non è prevista alcuna quota di iscrizione.
I tre finalisti riceveranno un primo premio da 500 euro e un secondo da 300 euro.
Le opere dovrannno essere inviate entro il 30 marzo 2025 e la giuria sarà composta da un membro del Comitato Direttivo dell’EDF, da un componente del Gruppo di Esperti sull’Accessibilità dell’EDF, da due membri del personale dell’EDF, nonché da due professionisti dell’arte/fotografia. Il regolamento completo è disponibile a questo link.

Per ulteriori informazioni: André Felix (Ufficio Comunicazione EDF), andre.felix@edf-feph.org (scrivere in inglese).

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Un emendamento sull’inclusione scolastica

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La FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) accoglie con favore un emendamento al Disegno di Legge di Bilancio proposto dal ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara, che la Federazione ritiene possa «incrementare la qualità dell’offerta formativa e valorizzare il personale scolastico», auspicandone l’approvazione definitiva in sede di iter parlamentare

«Accogliamo con favore questo emendamento, che finalmente sembra evidenziare un’attenzione concreta verso un sistema scolastico più inclusivo e capace di garantire pari opportunità e uguaglianza per tutti gli alunni e le alunne con disabilità. Auspichiamo ora che con l’iter parlamentare, a partire della discussione in Commissione, venga compreso il valore di questo intervento e che l’emendamento venga approvato in via definitiva. Solo con scelte coraggiose e mirate, infatti, è possibile intervenire su un sistema che necessita di profonde revisioni e modifiche»: così Vincenzo Falabella, presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e consigliere del CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro), commenta l’emendamento al Disegno di Legge di Bilancio, proposto dal ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara (il testo dell’emendamento è disponibile integralmente a questo link), che secondo la Federazione, riguarda «un intervento tanto atteso dagli alunni e dalle alunne con disabilità, dalle famiglie e dall’intero mondo associativo, puntando a incrementare la qualità dell’offerta formativa e a valorizzare il personale scolastico, rappresentando un passo importante per dare una prima risposta concreta alle esigenze degli studenti e delle studentesse con disabilità». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: ufficiostampa@fishonlus.it.

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Voci di Resistenze per i diritti umani

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«Un tributo, un megafono per chi ha fatto della propria esperienza di resistenza un inno al riconoscimento dei diritti» di ogni essere umano, nonché un’occasione per «far emergere testimonianze vive e concrete come vere e proprie scintille di una riforma legislativa reale»: vuole essere questo il settimo congresso annuale dell’Associazione Diritti alla Follia, denominato (R)Esistenze e (IN)dipendenze: Voci e Riforme per i Diritti, in programma a Milano per il 14 e il 15 dicembre

È in programma a Milano per il 14 e il 15 dicembre, il settimo congresso annuale dell’Associazione Diritti alla Follia, denominato (R)Esistenze e (IN)dipendenze: Voci e Riforme per i Diritti, un’intensa due giorni nella quale ai momenti istituzionali si alterneranno tre tavole rotonde che coinvolgeranno molteplici professionalità nazionali e internazionali, selezionate allo scopo di attuare una chiara missione, ossia «elevare Voci di Resistenze come forza motrice e filo conduttore dell’intera edizione», come spiegano dall’Associazione. Non un evento formale, dunque, o astratte disquisizioni accademiche, ma «un tributo, un megafono per chi ha fatto della propria esperienza di resistenza un inno al riconoscimento dei diritti» di ogni essere umano, nonché un’occasione per «far emergere testimonianze vive e concrete come vere e proprie scintille di una riforma legislativa reale».

Ad aprire i lavori, il 14 dicembre (ore 9.15) sarà Michele Capano, avvocato e presidente di Diritti alla Follia, con una riflessione sul cammino ancora irto di ostacoli dell’Italia per garantire diritti reali alle persone con disabilità psicosociale. Seguirà Cristina Paderi, segretaria dell’Associazione, che illustrerà i temi della provocatoria campagna Fragile a Chi?!, una sfida a pregiudizi profondi attraverso una visione rinnovata di indipendenza e dignità. Interverrà quindi Giuseppe Alterio, anch’egli membro di Diritti alla Follia, che descriverà il percorso di raccolta firme cartacee intrapreso dall’Associazione per promuovere le due proposte di riforma, quella sull’amministrazione di sostegno (disponibile a questo link) e quella sul Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO, disponibile a quest’altro link), con l’obiettivo di avviare una raccolta firme telematica per ampliare la partecipazione e sostenere le campagne. Un ulteriore intervento sarà affidato a Michela Corallo, docente di sostegno, che porterà uno sguardo sul mondo della scuola, dove il disagio giovanile può e dev’essere gestito con risorse alternative al trattamento farmacologico.

La mattinata di sabato 14 culminerà (ore 11) in una tavola rotonda su uno dei temi più delicati e urgenti: l’(in)costituzionalità del trattamento sanitario obbligatorio (TSO), tema sollevato dalla Corte di Cassazione con l’Ordinanza prodotta il 9 settembre scorso, questione sulla quale Diritti alla Follia già da tempo propone modifiche per garantire trasparenza, diritto al contraddittorio e difesa legale, evitando restrizioni arbitrarie alla libertà personale.
Parallelamente, verranno presi in esame i vari Disegni di Legge per la riforma della salute mentale depositati in Parlamento. Tutti, infatti, riconoscono l’urgenza della riforma, ma con priorità differenti. Ne discuteranno in particolare Andrea Michelazzi, psichiatra triestino e membro di Diritti alla Follia, e Carlo Piazza, psichiatra veronese. Michelazzi affronterà il tema della Capacità legale universale, come strumento per una visione pragmatica della realtà, mentre Piazza offrirà una prospettiva sui limiti attuali delle risorse pubbliche nei Servizi di Salute Mentale e analizzerà le proposte di modifica della Legge 180/78.
Gli interventi proseguiranno con Francesco Maisto, Garante dei Diritti delle Persone Private della Libertà per il Comune di Milano, Christian Loda del Comitato per la Prevenzione della Tortura (CPT) e Maria Rosaria D’Oronzo, componente di Diritti alla Follia, che racconterà come la logica del “manicomio” continui a persistere in molti contesti. Dal canto suo, Massimiliano Bagaglini, del Sottocomitato delle Nazioni Unite per la Prevenzione della Tortura (SPT), e Maja Bova, del Comitato Interministeriale Diritti Umani (CIDU), offriranno una prospettiva sui diritti umani, confrontando il caso italiano con il panorama europeo.

Il pomeriggio di sabato 14 (ore 15) si aprirà con la tavola rotonda intitolata L’inganno della protezione giuridica. Il difficile cammino dei diritti umani affermati dalla CRPD: analisi e proposte (CRPD, lo ricordiamo, è l’acronimo inglese per indicare la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità). Questo momento di approfondimento sarà dedicato ad esaminare le contraddizioni e le sfide nella realizzazione dei diritti umani per le persone con disabilità psicosociali, come sancito dalla Convenzione ONU. Attraverso un’analisi critica dell’attuale sistema di protezione giuridica e delle proposte di riforma, si metteranno in luce le problematiche strutturali e le possibili strade per garantire una tutela autentica e rispettosa della dignità e dell’autodeterminazione.
Ad aprire il dibattito sarà Elisa Marino, componente dell’Ufficio Legislativo della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), che analizzerà i sistemi di protezione giuridica, in relazione all’articolo 12 della Convenzione ONU (Uguale riconoscimento dinanzi alla legge). Seguirà Amalia Gamio, vicepresidente del Comitato delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità, con un intervento critico sull’istituzionalizzazione come alibi per evitare di confrontarsi con la diversità. A Marine Uldry, coordinatrice per le Politiche dei Diritti Umani presso l’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, il compito di presentare il rapporto del Forum stesso (Rapporto sui diritti umani in Europa. Numero 8 – 2024. Capacità giuridica: scelta personale e controllo, disponibile in lingua inglese a questo link), che descrive criticità, sfide e proposte per garantire la capacità giuridica e la libertà di scelta in Europa. Quindi, Olga Kalina, presidente della Rete Europea degli (ex) Utenti e Sopravvissuti alla Psichiatria, esplorerà la situazione delle misure coercitive in psichiatria, sottolineandone gli effetti dannosi e le strade possibili per il loro superamento, mentre Giampiero Griffo, membro del Consiglio Mondiale di DPI (Disabled Peoples’ International), discuterà come il rispetto della capacità giuridica e della scelta personale possano rafforzare l’empowerment delle persone con disabilità in Europa. Infine, Carla Maria Reale, ricercatrice all’Università di Genova, concluderà analizzando la nozione di “capacità legale” presente nel già citato articolo 12 della Convenzione ONU, usando come esempio la cosiddetta agency nella sfera sessuale.
Il confronto sarà moderato da Anna Estdhal, componente di Diritti alla Follia e attivista impegnata nel sociale, e dalla già citata Cristina Paderi.

La mattinata del 15 dicembre sarà dedicata al Peer Support, il “supporto tra pari”. La relativa tavola rotonda, intitolata provocatoriamente Il supporto tra pari: Parola d’ordine indipendenza, mira a enfatizzare l’importanza dell’indipendenza in contrasto con un modello assistenziale che porta all’istituzionalizzazione.
Per l’occasione Marcello Maviglia, docente all’Università del New Mexico, illustrerà il Peer Support come percorso di emancipazione. Chi scrive, quindi [Simona Lancioni del Centro Informare un’h], parlerà dell’articolo 4, comma 3 della Convenzione ONU, che impone agli Stati di garantire la piena partecipazione e autodeterminazione delle persone con disabilità in tutte le aree della vita, evidenziando l’importanza del diritto di scegliere e rappresentarsi autonomamente. Federica Mangione e Jennifer Alvarez, esperte in supporto tra pari, condivideranno poi il loro percorso di empowerment personale, mostrando come questa pratica possa rappresentare un’alternativa concreta e trasformativa ai modelli assistenziali istituzionalizzati. E ancora, Anna Barracco, psicologa, psicoterapeuta ed esperta per biografia personale, rifletterà sulla figura dell’esperto di supporto tra pari (ESP) e sul suo potenziale per favorire un’indipendenza dai servizi tradizionali, portando la sua esperienza professionale e personale. A concludere la sessione sarà Elena Faccio, docente associata di Psicologia Clinica all’Università di Padova, che illustrerà lo stato della ricerca sull’implementazione della figura dell’ESP in Italia, evidenziando i progressi e le sfide attuali.

È prevista infine la partecipazione di Liuska Sanna, Head of Operations di Mental Health Europe (MHE), per presentare la guida internazionale di tale organizzazione sul Peer Support. Essendo Diritti alla Follia membro di Mental Health Europe, questa collaborazione rappresenta un collegamento importante tra le esperienze italiane e il movimento europeo.
Questa sessione sarà moderata da Susanna Brunelli, anche lei esperta in supporto tra pari e componente di Diritti alla Follia, che faciliterà un confronto per mettere in luce il potenziale rivoluzionario di questa pratica. (Simona Lancioni)

A questo link è disponibile la locandina del congresso. L’evento si svolgerà nella sede dell’Associazione ChiAmaMilano (Via Laghetto, 2, MM3 Missori – MM1 San Babila, Milano), ma sarà fruibile anche in diretta online sulla pagina Facebook di Diritti alla Follia (a questo link) o dal sito di Radio Radicale (a quest’altro link).
Il presente contributo è già apparso nel sito di Informare un’h-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa) e viene qui ripreso, con alcuni riadattamenti al diverso contenitore, per gentile concessione.

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Facciamo il punto sulle politiche per le persone con disabilità nel Lazio

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«Rifletteremo e faremo proposte operative con sessioni ad hoc, indicando le priorità di intervento, al fine di garantire i diritti e la reale e piena partecipazione e inclusione delle persone con disabilità e delle loro famiglie nella vita sociale»: lo dichiara Daniele Stavolo, presidente della FISH Lazio, presentando gli Stati Generali della Disabilità nel Lazio, organizzati dalla stessa FISH Lazio per il 12 dicembre a Roma

«In occasione della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, e anche in concomitanza del trentennale della fondazione della nostra Federazione, su indicazione e sollecitazione della FISH Nazionale, abbiamo promosso questi Stati Generali della Disabilità come un necessario momento di riflessione e discussione con il mondo politico-istituzionale e associativo sullo stato di attuazione delle politiche in favore delle persone con disabilità nei diversi territori della nostra Regione e non solo»: lo dichiara Daniele Stavolo, presidente della FISH Lazio (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), presentando appunto gli Stati Generali della Disabilità nel Lazio, in programma per il 12 dicembre a Roma, presso la Sala Tevere della Presidenza della Regione Lazio (Via Cristoforo Colombo, 212, ore 9.30-17).
«Durante la Giornata – aggiunge Stavolo -, rifletteremo e faremo proposte operative con sessioni ad hoc, indicando le priorità di intervento, al fine di garantire i diritti e la reale e piena partecipazione e inclusione delle persone con disabilità e delle loro famiglie nella vita sociale».

Dopo l’introduzione dello stesso Stavolo, con la moderazione della giornalista di Raitre Patrizia Senatore, sono in programma i saluti istituzionali di Alessandra Locatelli, ministra per le Disabilità, Antonello Aurigemma, presidente del Consiglio Regionale del Lazio, Alessia Savo, presidente della Commissione Salute e Politiche Sociali nel Consiglio Regionale, Laura Latini, segretaria dell’UIL Lazio) e Francesca Danese, portavoce del Forum del Terzo Settore Lazio.

La prima sessione sarà incentrata sul Progetto di vita e la vita nella società, con gli interventi di Massimiliano Maselli, assessore alle Politiche Sociali della Regione Lazio); Andrea Urbani, direttore del Settore Regionale Salute e Integrazione Socio Sanitaria; Marta Bonafoni, consigliera della Regione Lazio; Nella Converti, presidente della Commissione Politiche Sociali di Roma Capitale; Maura Curati della FISH di Latina; Alessandro Alfonsini della Fondazione Oltre Noi; Fulvio Lauri dell’ANFASS Lazio (Associazione Nazionale di Famiglie e Persone con Disabilità Intellettive e del Neurosviluppo); Silvia Cutrera dell’AVI (Agenzia per la Vita Indipendente); Antonella Leto del Servizio Tobia presso l’Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata.

La seconda sessione, invece, sarà dedicata al Progetto di vita nell’infanzia, adolescenza ed età adulta e vi parteciperanno Eleonora Mattia, consigliera della Regione Lazio; Stefania Stellino dell’ANGSA Lazio (Associazione Nazionale Genitori di perSone con Autismo); Carla Consuelo Fermariello, presidente della Commissione Scuola di Roma Capitale; Erica Battaglia, presidente della Commissione Cultura di Roma Capitale; Anna Rita Giuseppone dell’Ufficio Scolastico Regionale del Lazio; Natale Di Cola, segretario della CGIL Roma e Lazio; Laura Imbimbo del Gruppo Asperger Lazio; Luciano Pantarotto, presidente di Confcooperative Federsolidarietà; Valeria Cotura della FIADDA Roma (Associazione per i Diritti delle Persone sorde e Famiglie); Sara Norcia, assessora alle Politiche Sociali del Comune di Terracina; Monia Magliocco di LatinAutismo; Adelaide Da Cruz di Mondo Disabili Future.

La terza sessione, infine, si intitolerà La Riforma, i nuovi istituti, e vi interverranno Giuliana Anatrella della Direzione Regionale Inclusione Sociale del Lazio; Antonio Di Rocco dell’ANCI Lazio (Associazione Nazionale Comuni Italiani).

Il dibattito finale e le conclusioni saranno affidate a Daniele Stavolo e a Vincenzo Falabella, presidente nazionale della FISH. (S.B.)

Per ulteriori informazioni: Roberto Pagano (uffstampapagano@gmail.com).

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