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Agli insegnanti di sostegno serve anche la testimonianza di chi conosce da vicino la disabilità

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«Insegnanti di sostegno si diventa, attraverso lo studio e la formazione, ma – sottolineano dall’AIPD (Associazione Italiana Persone Down) – anche grazie alla testimonianza di chi conosce da vicino la disabilità»: proprio per questo, dunque, la stessa AIPD ha ben volentieri accettato l’invito dell’Università Europea di Roma a tenere una lezione partecipata per i futuri insegnanti di sostegno, ciò che è accaduto in occasione della rrecente Giornata Mondiale della Sindrome di Down

«Insegnanti di sostegno si diventa, attraverso lo studio e la formazione, ma – sottolineano dall’AIPD (Associazione Italiana Persone Down) – anche grazie alla testimonianza di chi conosce da vicino la disabilità»: proprio per questo, dunque, la stessa AIPD ha ben volentieri accettato l’invito dell’Università Europea di Roma a tenere una lezione partecipata per i futuri insegnanti di sostegno, ciò che è accaduto il 21 marzo, in occasione della Giornata Mondiale della Sindrome di Down.
Il presidente dell’Associazione Gianfranco Salbini, dunque, insieme al responsabile dello Sportello Autonomia dell’AIPD Nazionale, Francesco Cadelano, hanno incontrato gli studenti del corso di specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità (IX ciclo), diretto dal docente Gianluca Amatori, nell’àmbito dell’insegnamento di Pedagogia e Didattica Speciale nelle Disabilità Intellettive, condotto dalla professoressa Roberta Rosa.
In tutto, tra insegnanti e futuri insegnanti, hanno preso parte all’incontro circa 650 persone, fornendo un riscontro del tutto positivo, in termini di attenzione e di interesse.

«La lezione – commenta Gianfranco Salbini – ha rappresentato un’opportunità importante per condividere la mia esperienza personale e il lavoro svolto in 46 anni dalla nostra Associazione. Raccontare il mio percorso, come padre di una figlia con sindrome di Down, è stato il punto di partenza per mostrare concretamente come, nel tempo, siano cambiate le prospettive e i diritti delle persone con disabilità intellettiva, dalla scuola al lavoro fino alla vita indipendente. Una storia che la nostra Associazione cerca sempre di ricordare, per non dimenticare come eravamo e come siamo diventati e come, ancora, potremo diventare, migliorando sempre la qualità della partecipazione delle persone con sindrome di Down alla vita sociale».
«Di fronte a insegnanti e futuri docenti di sostegno – aggiunge -, insieme al dottor Cadelano, abbiamo riflettuto su come abbattere i pregiudizi e gli stereotipi ancora troppo diffusi. È fondamentale che chi si occupa o si occuperà di formazione e soprattutto di sostegno scolastico, comprenda non solo l’aspetto tecnico e didattico, ma soprattutto il valore della relazione umana, empatica e rispettosa delle unicità di ogni studente».

A proposito poi del tema, assai dibattuto, del sostegno scolastico e della formazione degli insegnanti a questo dedicati, «credo che le Associazioni come l’AIPD – ha concluso Salbini – abbiano un ruolo cruciale nell’affiancare e supportare gli insegnanti, offrendo strumenti concreti per affrontare al meglio le sfide educative e favorire una reale inclusione. Solo infatti attraverso una stretta collaborazione tra famiglie, scuola e realtà associative possiamo costruire una società in cui ogni persona con disabilità sia riconosciuta per il proprio valore e le proprie potenzialità».

Dal canto suo, Francesco Cadelano ha voluto porre l’attenzione su come sia importante «riuscire a “vedere” le persone con sindrome di Down con occhi diversi, persone che non hanno una malattia, non sono degli eterni bambini, non sono tutti uguali, che sanno di avere una disabilità e che vivono la propria sessualità come tutte le altre persone». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: ufficiostampaaipd@gmail.com.

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Piemonte: una Proposta di Legge per la tutela dei diritti di malati cronici e persone con gravi disabilità

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È stata depositata al Consiglio Regionale del Piemonte una Proposta di Legge Regionale voluta per promuovere e valorizzare le figure del tutore volontario di persone interdette e dell’amministratore di sostegno volontario, iniziativa che ha recepito le istanze delle organizzazioni torinesi Associazione Tutori Volontari, UTIM (Unione per la Tutela delle Persone con Disabilità Intellettiva) e di quelle aderenti al CSA (Coordinamento Sanità e Assistenza fra i movimenti di base)

È stata depositata ufficialmente al Consiglio Regionale del Piemonte (primo firmatario il Consigliere Silvio Magliano), la Proposta di Legge Regionale numero 75, recante Disposizioni per la promozione dell’esercizio, a titolo volontario, degli istituti giuridici di tutore di persone interdette e di amministratore di sostegno, voluta per promuovere e valorizzare «le figure del tutore volontario di persone interdette e dell’amministratore di sostegno volontario».

«Il testo – spiegano dalle organizzazioni torinesi Associazione Tutori Volontari, UTIM (Unione per la Tutela delle Persone con Disabilità Intellettiva) e CSA (Coordinamento Sanità e Assistenza fra i movimenti di base) – prevede di istituire un sistema coordinato per la promozione e la valorizzazione di volontari tutori e amministratori di sostegno, con l’obiettivo di assicurare un supporto adeguato alle persone non autosufficienti, incapaci in tutto o in parte di tutelarsi, garantendo loro protezione, tutela dei diritti e della dignità, attraverso una gestione attenta e su misura dei loro bisogni personali.
In concreto, secondo la citata Proposta di Legge, i cittadini piemontesi che vorranno volontariamente assumere il compito di tutori o amministratori di sostegno di persone malate o con grave disabilità che abbiano perso la capacità di rappresentarsi, saranno riconosciuti ufficialmente, supportati dalle istituzioni con corsi di formazione e aggiornamento e una rete di coordinamento e consulenza garantita dagli Uffici Provinciali di Pubblica Tutela. La Regione si impegnerebbe anche a realizzare campagne informative per dare evidenza della possibilità di svolgere questo delicato, ma prezioso compito. Le nostre organizzazioni, infine, e anche le altre aderenti al CSA, garantirebbero a propria volta – se la norma fosse effettivamente approvata – una “sponda” di promozione e valorizzazione del nuovo istituto, vigilando sul buon funzionamento del sistema».

Si legge nella relazione di accompagnamento alla Proposta di Legge: «La promozione delle figure di tutore e amministratore di sostegno volontario rappresenta una risposta alla necessità di un approccio più umano e vicino alla persona, evitando conflitti di interesse e promuovendo un’assistenza centrata realmente sul beneficiario».

Il testo, va detto, ha recepito numerose istanze delle citate Associazioni di tutela, con i rispettivi presidenti, Vincenzo Bozza (UTIM) e Antonella Figus (Associazione Tutori Volontari), insieme al segretario della stessa Associazione Tutori Volontari Giuseppe D’Angelo, che esprimono «apprezzamento per una Proposta che prevede la messa in opera di un istituto di tutela che evita i conflitti di interesse delle tutele assegnate a Comuni e ASL (enti che sono titolari delle cure e degli interventi assistenziali degli stessi beneficiari di cui dovrebbero fare gli interessi) e del fenomeno delle molte tutele o amministrazioni di sostegno (anche 20 insieme) affidate a professionisti a pagamento, in genere avvocati, che non riescono a garantire attenzione agli aspetti relazionali e di qualità della vita, limitandosi molto spesso ad una fredda gestione economica, a spese del beneficiario stesso. In questo senso, è apprezzabile che la proposta limiti l’attività dei volontari a non più di due incarichi di tutela e/o amministrazione di sostegno contemporaneamente».
E del resto, tra le istanze “storiche” delle Associazioni aderenti al CSA di Torino vi è proprio quella di non ridurre la tutela o l’amministrazione di sostegno ad un rendiconto economico annuale, dedicando invece una maggiore attenzione, da parte dei tutori/amministratori di sostegno e da parte degli stessi giudici tutelari, agli aspetti relazionali e di riconoscimento dei diritti delle persone con grave disabilità e dei malati non autosufficienti. «Un obiettivo – sottolineano Bozza, Figus e D’Angelo – che l’approvazione della Legge potrebbe aiutare a raggiungere, investendo di responsabilità in questa direzione non solo i volontari che si candideranno, ma anche, come enti di promozione del nuovo istituto, le Associazioni che operano proprio per la promozione e la difesa dei diritti di coloro che non sono in grado di farlo da sé».
«Rimane comunque fermo – proseguono i rappresentanti delle organizzazioni del CSA – il caposaldo della priorità della nomina dei familiari al ruolo di tutore o amministratore di sostegno dei beneficiari, così come stabilita dal Codice Civile ed è per questo che la norma proposta si rivolge prioritariamente a quei casi di persone sole e senza rete familiare, per i quali una figura esterna indipendente è garanzia di vera tutela».

I compiti che si assumerebbero i volontari sono ben delineati all’articolo 4 della proposta: «1. I tutori volontari di persone interdette e gli amministratori di sostegno volontari affiancano, supportano o rappresentano la persona beneficiaria del provvedimento di tutela o di amministrazione di sostegno secondo le disposizioni del proprio incarico e nei limiti fissati dal giudice tutelare, garantendone la cura degli interessi personali e patrimoniali. 2. In tale ambito non si sostituiscono ai compiti e alle responsabilità in carico alle istituzioni, in particolare per quanto concerne l’erogazione di prestazioni, alle ASL, agli enti locali e ad altri servizi sanitari e socio-assistenziali territoriali».

Il provvedimento prevede anche un iniziale stanziamento di risorse per «a) erogare ai tutori di persone interdette e agli amministratori di sostegno volontari di persone prive di patrimonio e di adeguati mezzi, un rimborso per le spese sostenute», salvo che siano parenti entro il quarto grado del beneficiario; «b) finanziare la stipula di polizze assicurative per la responsabilità civile connessa all’incarico ricoperto dai tutori e amministratori di sostegno volontari; c) prevedere specifiche agevolazioni sotto forma di benefit per i tutori di persone interdette e gli amministratori di sostegno volontari, inclusi sconti o agevolazioni su servizi pubblici, trasporti, attività culturali, sportive e ricreative».

Infine, il testo della Proposta di Legge prevede che «la Regione riconosce altresì incentivi a favore delle organizzazioni di volontariato che promuovono la figura del tutore di persone interdette e dell’amministratore di sostegno volontari, mediante contributi economici, facilitazioni nell’accesso a spazi pubblici e servizi, e altre forme di sostegno, per la realizzazione di attività di sensibilizzazione, formazione e aggiornamento delle persone che intendono svolgere la funzione di tutore di persone interdette e di amministratore di sostegno».

La “palla” passa dunque alla IV Commissione del Consiglio Regionale Piemontese (Sanità e Politiche Sociali), per avviare l’iter di discussione. L’Associazione Tutori Volontari, l’UTIM e tutto il CSA monitoreranno il percorso, contattando tutti i Consiglieri Regionali componenti della citata Commissione, nonché alla Giunta Regionale, auspicando segnatamente un’approvazione in tempi rapidi del testo. (S.B.)

Per ulteriori informazioni: info@tutori.it.

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“Opera fai da te”, un nuovo progetto teatrale aperto a giovani e adulti

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Nasce un nuovo progetto teatrale, “Opera fai da te”, messo a punto anche dalla Fondazione Lega del Filo d’Oro, iniziativa che ha l’obiettivo di creare un melodramma per attivare «i sentimenti, l’intelligenza emotiva, le emozioni, e nello stesso tempo affrontare le difficoltà e vincere le paure». Il 28 marzo ad Osimo (Ancona), la conferenza stampa di presentazione Al Teatro La Nuova Fenice di Osimo (Ancona) il 24 e il 25 maggio debutterà l’opera “Una missione per due”

Inclusione, trasmissione dei saperi, dialogo intergenerazionale sono al centro del progetto Opera fai da te, a cura dell’Accademia d’Arte Lirica di Osimo (ente capofila), della Fondazione Lega del Filo d’Oro, dell’Istituto Comprensivo Caio Giulio Cesare di Osimo-Offagna (Ancona), con il sostegno del Dipartimento per le Politiche della Famiglia della Presidenza del Consiglio.

Nella mattinata del 28 marzo (ore 11), presso la Sala Polifunzionale della Fondazione Lega del Filo d’Oro a Osimo (Via Linguetta, 3), è in programma una conferenza stampa di presentazione del progetto che coinvolge ragazzi e adulti nel processo creativo di un nuovo melodramma come mezzo per descrivere i sentimenti, attivare l’intelligenza emotiva, affrontare le difficoltà e vincere le paure.
Interverranno per l’occasione Piero Alessandrini e Vincenzo De Vivo, presidente e direttore artistico dell’Accademia d’Arte Lirica di Osimo, Patrizia Ceccarani, segretario del Comitato Tecnico Scientifico ed Etico della Fondazione Lega del Filo d’Oro, Lorella Belleggia, dirigente dell’Istituto Comprensivo Caio Giulio Cesare e alcuni degli artisti coinvolti nella produzione della nuova opera lirica.

Al progetto di teatro musicale contribuiscono persone di tante e diverse abilità e ci sarà il debutto della nuova opera lirica, frutto di Opera fai da te, al Teatro La Nuova Fenice di Osimo il 24 e 25 maggio prossimi, ovvero Una missione per due, su soggetto degli alunni dell’Istituto Caio Giulio Cesare, libretto di Vincenzo De Vivo e musica di Lorenzo Sidoti. Protagonisti saranno i ragazzi dell’Istituto Caio Giulio Cesare con i loro genitori, docenti e non docenti, cantanti dell’Accademia d’Arte Lirica, ragazzi della Lega del Filo d’Oro, strumentisti dell’Orchestra Sinfonica Rossini. Il tutto con la collaborazione dell’Istituto di Istruzione Superiore Laeng Meucci di Osimo. (C.C.)

Per informazioni: Virginia Matteucci (v.matteucci@inc-comunicazione.it), Chiara Ambrogini (ambrogini.c@legadelfilodoro.it).

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Il Museo Omero finalista ai “WEmbrace Awards 2025”

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Il Museo Tattile Statale Omero di Ancona è tra i finalisti nella sezione “Creativity” alla terza edizione dei “WEmbrace Awards”, iniziativa organizzata dall’Associazione art4sport di Bebe Vio e il cui evento conclusivo è in programma per il 27 marzo alla Fabbrica del Vapore di Milano Una sala del Museo Omero di Ancona

Vi sarà anche il Museo Tattile Statale Omero di Ancona tra i finalisti nella sezione Creativity alla terza edizione dei WEmbrace Awards, iniziativa organizzata dall’Associazione art4sport di Bebe Vio e del cui evento conclusivo, in programma per il 27 marzo alla Fabbrica del Vapore di Milano, abbiamo già riferito ampiamente in altra parte del giornale.
A rappresentare per l’occasione il Museo Omero sarà Daniela Bottegoni, fondatrice e testimone di un percorso fatto di innovazione, accessibilità e impegno costante.
«Essere tra i finalisti nella categoria Creativity – dicono dalla struttura marchigiana – significa veder riconosciuto il valore della nostra missione, che da sempre dimostra come l’arte possa unire, ispirare e creare dialogo. Sarà dunque un’occasione importante per raccontare il nostro impegno nel rendere l’esperienza artistica un diritto di tutti e di tutte». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: redazione@museoomero.it.

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A tavola con i sensi: un’esperienza culinaria al buio

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Dal 29 al 31 marzo Viareggio ospiterà la terza edizione di “Food Expo Versilia” e la Fondazione Alfredo Catarsini 1899 sarà coinvolta il 29 marzo nella manifestazione, con l’evento speciale A tavola con i sensi. Un’esperienza culinaria al buio” 

Chi deciderà di partecipare, sarà bendato e guidato in un viaggio culinario che condurrà a esplorare cinque portate create con ingredienti del territorio freschi e di stagione: si chiama A tavola con i sensi. Un’esperienza culinaria al buio, l’evento in programma per il 29 marzo durante la manifestazione di Viareggio Food Expo Versilia.
Si tratterà in sostanza di un viaggio sensoriale unico alla scoperta dei sapori autentici del territorio, in un evento promosso da Slow Food Versilia, in collaborazione con la Fondazione Alfredo Catarsini 1899.
All’accoglienza verranno fornite le istruzioni, la mascherina da indossare prima dell’ingresso in sala e un cavaliere con il nome. Gli ospiti saranno accompagnati per sedersi al tavolo uno di fianco all’altro. All’inizio della degustazione verranno fornite istruzioni riguardo all’apparecchiatura, servito il vino e introdotti in sequenza i piatti da degustare. Al termine di ogni portata sarà prevista una pausa per scambio di impressioni e sarà proposto di riconoscere un ingrediente per palati sopraffini.
Una voce guiderà l’intero percorso della serata, mentre il personale di sala sarà sempre a disposizione in caso di necessità.

L’evento, condotto da Elena Martinelli, presidente della Fondazione Alfredo Catarsini 1899 e da Emiliana Lucchesi, giornalista enogastronomica, fa parte del cammino I luoghi di Catarsini, progetto realizzato in collaborazione con il Touring Club Italiano e Slow Food Versilia, che valorizza le eccellenze del territorio, con un’attenzione particolare all’accessibilità per le persone con disabilità visiva.
Slow Food Versilia aderisce tra l’altro anche al progetto L’arte accessibile per tutti della Fondazione Catarsini e parte del ricavato della degustazione sarà devoluto all’allestimento di due laboratori esperienziali con un’opera tattilmente esplorabile, rivolti a persone con disabilità visiva, da collocare presso la chiesa di San Martino in Freddana e di Castagnori, in provincia di Lucca. (C.C. e S.B.)

La locandina dell’evento. Per partecipare occorre prenotarsi scrivendo a versilia@network.slowfood.it; per ulteriori informazioni: Marco Ferri (press@marcoferri.info).

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Non è questa la strada che ho scelto: sensibilizzazione e solidarietà a Reggio Emilia

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Il Gruppo Parkinson Reggio Emilia e la Sezione reggiana dell’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti) promuoveranno per il 30 marzo la giornata di approfondimento, sensibilizzazione e solidarietà denominata “Non è questa la strada che ho scelto”

Non è questa la strada che ho scelto è il titolo dell’evento, all’insegna della condivisione e della solidarietà, organizzato dall’UICI di Reggio Emilia (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti) e dal Gruppo Parkinson Reggio Emilia a Reggio Emilia.
L’iniziativa proporrà un ricco programma di attività che coinvolgeranno il pubblico con momenti di riflessione, musica ed esibizioni artistiche.

L’appuntamento è fissato per domenica 30 marzo, a partire dalle 15, presso il Circolo ARCI Pigal di Reggio Emilia (Via E. Petrella, 2).
Il pomeriggio si aprirà con le note del pianista Andrea Papini, seguito dall’intervento delle psicologhe Jennifer Faietti e Agnese Novelli, che offriranno una riflessione sul tema Non è questa la strada che ho scelto, dando voce a vissuti e percorsi spesso silenziosi, ma ricchi di significato.
Non mancheranno momenti di arte in movimento, come la dimostrazione di tango argentino, che porterà sul palco la forza espressiva della danza e della relazione. Spazio anche alla letteratura, con la presentazione del libro L’alba dentro l’imbrunire di Lidia Marsili, un racconto che parla di luce interiore, resilienza e speranza. Si proseguirà con l’esibizione del coro Arcobaleno, diretto dal maestro Luciano Bonacini e, per gli amanti della musica d’epoca, la band The Friends accompagnerà i presenti in un viaggio musicale tra gli Anni Sessanta, Settanta e Ottanta. A concludere un rinfresco pensato per tutti i partecipanti. (C.C.) 

L’ingresso ha un costo di 15 euro, e l’incasso sarà devoluto ai progetti delle associazioni promotrici. Per informazioni: Marzia Mecozzi (m.mecozzi@audiotre.com); parkinson.re22@gmail.com.

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Il Centro di Prevenzione Oncologica di Prato ha attivato un percorso per donne con disabilità

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L’Azienda USL Toscana Centro ha reso noto che il Centro di Prevenzione Oncologica Eliana Martini di Prato ha attivato un percorso di prevenzione dedicato alle donne con disabilità, servizio che consente di effettuare, nella stessa seduta, mammografia, ecografia e, se necessario, ulteriori accertamenti. La nuova attività è gestita da un’équipe tutta al femminile

L’Azienda USL Toscana Centro ha reso noto che il Centro di Prevenzione Oncologica Eliana Martini di Prato (Via Galcianese, 93/12) ha attivato un percorso di prevenzione dedicato alle donne con disabilità.
Il Centro Eliana Martini, si legge nella nota dell’Azienda Sanitaria, «è da anni impegnato nella prevenzione del tumore al seno, con screening mammografico per le donne tra i 50 e i 74 anni, invitate a partecipare tramite lettera a domicilio».
In tale contesto, dunque, si inserisce anche «un percorso innovativo dedicato alle donne con disabilità, pensato per offrire un’opportunità concreta a chi, a causa di difficoltà pratiche o logistiche, potrebbe rinunciare alla prevenzione. Il servizio consente di effettuare, nella stessa seduta, mammografia, ecografia e, se necessario, ulteriori accertamenti».

La nuova attività a sostegno delle donne è gestita da un’équipe tutta al femminile guidata dalle dottoresse Anna Cruciani, responsabile della diagnostica senologica, e Giovanna Salaris, coordinatrice infermieristica.
Come accennato, il percorso prevede slot di appuntamenti dedicati. Le donne con disabilità residenti nella Provincia di Prato possono dunque accedere al servizio mediante prenotazione telefonica (0574 805056, martedì ore 9-12), oppure via mail a screening.prato@uslcentro.toscana.it. (Simona Lancioni)

Si ringrazia Rita Lanè per la segnalazione.

Si veda anche la pagina dedicata al Centro di Prevenzione Oncologica Eliana Martini di Prato nel sito dell’Azienda USL Toscana Centro. Da segnalare poi, nel sito di Informare un’H-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli, Peccioli (Pisa) (nel quale il presente contributo è già apparso e viene qui ripreso per gentile concessione), il Repertorio 2021-2025 Servizi per la salute sessuale e riproduttiva preparati ad accogliere donne con disabilità, nonché le Sezioni Donne con disabilità: diritti sessuali e riproduttivi e Donne con disabilità.

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Il lavoro è fondamentale per un pieno reinserimento sociale: un accordo tra Montecatone e la Regione Emilia Romagna

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Il lavoro come tappa fondamentale del proprio progetto di vita, un fattore che per le persone con disabilità è molto importante ai fini dell’inclusione sociale e della realizzazione personale: parte da questo assunto di base la convenzione sottoscritta tra l’Istituto Riabilitativo Montecatone di Imola (Bologna), la nota struttura impegnata nella riabilitazione di persone mielolese o con grave cerebrolesione acquisita, con l’Agenzia Regionale per il Lavoro dell’Emilia Romagna Da sinistra Paolo Iannini, direttore dell’Agenzia Regionale per il Lavoro dell’Emilia Romagna, Giovanni Paglia, assessore regionale al Lavoro e allo Sviluppo Economico e Mario Tubertini, commissario straordinario e già direttore generale dell’Istituto Riabilitativo Montecatone

«Il lavoro come tappa fondamentale nella costruzione del proprio progetto di vita. E se per le persone con disabilità questo percorso è spesso pieno di ostacoli, esso rappresenta anche uno dei fattori più importanti di inclusione sociale e realizzazione personale. In particolare, per le persone ricoverate presso la nostra struttura, la degenza è naturalmente prima di tutto rivolta al recupero di salute e autonomia, ma in un secondo momento anche all’inserimento, o al reinserimento, nel mondo del lavoro»: è da queste considerazioni, espresse dall’Istituto Riabilitativo Montecatone di Imola (Bologna), la nota struttura impegnata nella riabilitazione di persone mielolese o con grave cerebrolesione acquisita, che ha preso piede un progetto con l’Agenzia Regionale per il Lavoro dell’Emilia Romagna, portando nei giorni scorsi, come avevamo segnalato anche sulle nostre pagine, alla sottoscrizione di una specifica convenzione.
L’accordo è stato siglato alla presenza di Giovanni Paglia, assessore al Lavoro e allo Sviluppo Economico della Regione Emilia Romagna, Paolo Iannini, direttore dell’Agenzia Regionale per il Lavoro e Mario Tubertini, commissario straordinario e già direttore generale di Montecatone.
Il protocollo ha formalizzato dunque la collaborazione tra le due istituzioni, avviata da tempo in via sperimentale, e prevede, per l’Agenzia Regionale per il lavoro, il compito di informare gli ospiti della struttura sulle opportunità offerte dal collocamento mirato e sul funzionamento dei servizi territoriali disponibili per le persone con disabilità. Il tutto con l’obiettivo di sviluppare iniziative e progetti comuni per l’orientamento e l’inserimento lavorativo delle persone ricoverate nel centro, favorendo il pieno reinserimento sociale dei pazienti.

Dal 2019 a Montecatone sono stati organizzati oltre 15 incontri dedicati all’orientamento al lavoro che hanno visto il coinvolgimento di 110 persone con disabilità. Dopo un primo colloquio informativo e di orientamento, le persone possono partecipare a percorsi mirati per l’inserimento professionale (corsi di formazione e tirocini), essere segnalate alle aziende che per legge sono tenute ad assumere una quota di lavoratori e lavoratrici con disabilità, candidarsi alle offerte di lavoro riservate agli iscritti e alle iscritte al collocamento mirato e partecipare alle chiamate pubbliche per offerte di lavoro.
«Quello di oggi – ha sottolineato Giovanni Paglia, in occasione della firma dell’accordo – è un passo concreto per garantire che il diritto al lavoro sia davvero accessibile a tutte e tutti. Lavoriamo per un’Emilia Romagna inclusiva, dove nessuno venga lasciato indietro e grazie a questa collaborazione rafforziamo il supporto all’inserimento lavorativo delle persone con disabilità attraverso percorsi personalizzati, formazione mirata e un accompagnamento costante. I risultati, infatti, si possono ottenere solo con progetti innovativi e interventi mirati, e con questa intesa vogliamo agire in tal senso ampliando le opportunità, integrando sistemi complessi e rafforzando il legame tra mondo del lavoro e inclusione sociale».

La convenzione sottoscritta tra Montecatone e l’Agenzia Regionale per il Lavoro sostiene anche lo scambio e il confronto su buone prassi e metodologie di lavoro tra gli operatori impegnati nel processo di inserimento o reinserimento lavorativo. E sono previsti anche percorsi individualizzati di collocamento mirato e incontri periodici di orientamento al lavoro.
«Nell’ottica di una riabilitazione che coinvolga tutti gli aspetti della vita – ha affermato Mario Tubertini -, l’attività lavorativa, sia quella precedente al trauma o una nuova occupazione, costituisce un elemento centrale. Formalizzare questa partnership ci consente di integrare il supporto che offriamo con le competenze specifiche dell’Agenzia, un approccio, questo, che si inserisce nella nostra visione di riabilitazione globale, dove il lavoro multidisciplinare dello staff – dai medici specialisti ai terapisti occupazionali, dagli assistenti sociali agli psicologi – si arricchisce costantemente grazie alle sinergie con i partner del territorio».
«L’obiettivo è chiaro – ha concluso –: permettere alle persone che assistiamo di riconquistare, tramite percorsi personalizzati e l’utilizzo delle più moderne tecnologie riabilitative, la massima autonomia possibile in tutti gli àmbiti della vita, incluso quello professionale».

All’incontro è intervenuta tra gli altri anche Anna Neri, assistente sociale presso il Servizio Socioeducativo di Montecatone, che ha spiegato come «le persone che vengono ricoverate qui da noi siano spesso in età lavorativa, ragion per cui in Istituto è importante individuare percorsi. In questo senso la collaborazione con l’Agenzia Regionale è stata molto importante. Lo scopo, per altro, non è il trovare il lavoro, ma offrire le giuste informazioni». «E tra gli aspetti più importanti – ha aggiunto – c’è la patente di guida, perché l’autonomia è fondamentale e questo è un percorso che Montecatone ormai offre da tanto tempo». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: Ufficio Stampa dell’Istituto Riabilitativo Montecatone (Massimo Boni), massimo.boni@montecatone.com.

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La presentazione dei “Patti di Amicizia Lunga”, insieme al “suggenitore” Squeglia

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La presentazione del 28 marzo a Milano da parte di CBM Italia del progetto “Patti di Amicizia Lunga”, promosso per contrastare l’emarginazione e la discriminazione nei confronti dei giovani con disabilità, coinciderà con “Le parole… e le note… per dirla”, nuovo spettacolo di Agostino Squeglia, “suggenitore” per sua stessa definizione, che accompagnato dal quartetto d’archi Les Fleurs Ensemble, interpreterà pagine della letteratura italiana sulla disabilità, con riferimento al vissuto quotidiano

Figura con pochi emuli nel mondo della cultura sociale – ma possiamo senz’altro dire della cultura in generale – Agostino Squeglia lo è innanzitutto per l’originalità del termine con cui egli stesso si autodefinisce, il neologismo “suggenitore”, ossia il genitore di una persona con disabilità impegnato nel diffondere una nuova cultura sulla disabilità, “suggerendola” appunto, specie tramite lo strumento della letteratura.
In questi ultimi anni abbiamo avuto modo in diverse occasioni di occuparci con piacere di varie sue iniziative e torniamo a farlo ora, in occasione del suo felice abbinamento con un’organizzazione meritoria quale CBM Italia, che nel pomeriggio del 28 marzo presenterà a Milano (Auditorium di Casa della Carità “A. Abriani”, Via Brambilla, 10, ore 17.30) il proprio progetto Patti di Amicizia Lunga, insieme al nuovo spettacolo di reading/concerto realizzato da Squeglia e denominato Le parole… e le note… per dirla, dove il “suggenitore” sarà accompagnato dal quartetto d’archi femminile Les Fleurs Ensemble, interpretando ancora una volta pagine della letteratura italiana sulla disabilità, con riferimento al vissuto quotidiano.

Reso possibile grazie alla collaborazione di LEDHA Milano (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità), del CeDISMa (Centro Studi e Ricerche sulla Disabilità e Marginalità dell’Università Cattolica) e del Consorzio SiR (Solidarietà in Rete), oltreché dal contributo della Fondazione di Comunità Milano, il progetto Patti di Amicizia Lunga è stato promosso per contrastare l’emarginazione e la discriminazione nei confronti dei giovani con disabilità, tramite opportunità formative e di socializzazione che consentano di affrontare con fiducia la vita adulta, sviluppando competenze essenziali e un solido capitale relazionale.
L’iniziativa si basa sull’attivazione e il coinvolgimento di giovani con e senza disabilità di scuole secondarie di secondo grado, promuovendo un cambiamento nei comportamenti, insieme a dinamiche virtuose e sostenibili, che rendano i loro contesti sociali ed educativi più inclusivi e accoglienti. «In questo modo – sottolineano da CBM Italia – i partecipanti potranno sperimentarsi come “ambasciatori” di inclusione e partecipazione». (S.B.)

A questo e a questo link sono disponibili approfondimenti sul progetto Patti di Amicizia Lunga. Per iscriversi all’incontro del 28 marzo, accedere a questo link. Per ulteriori informazioni: info@cbmitalia.org; agosqueglia@gmail.com.

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ANFFAS Udine: una presenza di grande sostanza sul proprio territorio

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Circa 80 soci e sempre più persone con disabilità intellettiva e disturbi del neurosviluppo coinvolte in corsi quali “Pasticcieri DOC si diventa” o lo “Yoga della risata”, oltreché nei soggiorni estivi: sono numeri che rendono l’ANFFAS Udine sempre più un punto di riferimento sul proprio territorio per le famiglie di persone che rappresentano di fatto circa l’80% del totale di tutte le persone con disabilità Persone dell’ANFFAS Udine impegnate nel corso “Pasticcieri DOC si diventa”

Circa 80 soci e sempre più persone con disabilità intellettiva e disturbi del neurosviluppo coinvolte nei corsi e nei soggiorni estivi: sono numeri che rendono lANFFAS Udine (Associazione Nazionale di Famiglie e Persone con Disabilità Intellettive e Disturbi del Neurosviluppo) sempre più un punto di riferimento sul proprio territorio per le famiglie di persone che rappresentano di fatto circa l’80% del totale di tutte le persone con disabilità.

«Portiamo avanti il nostro impegno con dedizione ed entusiasmo – sottolinea la presidente dell’Associazione Maria Cristina Schiratti -, organizzando in particolare delle attività dove le persone con disabilità intellettiva e disturbi del neurosviluppo possano stare insieme per acquisire nuove abilità, diventando il più possibile autonomi, ma anche per sorridere e divertirsi insieme. Grazie ad esempio all’importante sostegno della Fondazione Friuli, che è al nostro fianco ormai da oltre un decennio e ci aiuta a sostenere le spese, anche quest’anno stiamo conducendo la sesta edizione del corso Pasticcieri DOC si diventa, con circa 20 persone con disabilità, mentre quello di Yoga della risata, giunto all’ottava edizione, ne conta 17, oltre agli immancabili soggiorni estivi che promuoviamo da oltre trent’anni. Lo scorso anno ne abbiamo organizzati due, coinvolgendo circa 20 persone con disabilità, uno a Bibione (Venezia) e uno a Kranjska Gora».
«Ovviamente – conclude Schiratti – quelle dei soggiorni estivi non sono solo importanti attività di inclusione sociale e di autonomia, ma anche momenti che servono a “sollevare” famiglie fortemente provate». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: anffasudine68@gmail.com; machinpress@gmail.com (Barbara Marchin).

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Protocollo nr: 11942 – del 24/03/2025 – AOODGOSV – D.G. per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del S.N.I. Formazione delle commissioni dell’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione per l’a.s. 2024/2025.

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Un’alleanza per l’autismo: diritti, comprensione, trattamenti e servizi

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Fondo Autismo, epidemiologia, Piano Nazionale per l’Autismo, scienza dell’analisi del comportamento e strumenti ABA, inclusione scolastica, reti territoriali, Linee di Indirizzo per i regolamenti dei servizi, Progetto di Vita, accertamento del disturbo dello spettro autistico nella valutazione di base: saranno tanti i temi trattati al convegno internazionale “Un’alleanza per l’autismo: diritti, comprensione, trattamenti e servizi”, organizzato per il 2 aprile dalle Associazioni ANGSA e ANFFAS

Fondo Autismo, epidemiologia, Piano Nazionale per l’Autismo, scienza dell’analisi del comportamento e strumenti ABA, inclusione scolastica, reti territoriali, Linee di Indirizzo per i regolamenti dei servizi, Progetto di Vita, accertamento del disturbo dello spettro autistico nella valutazione di base: saranno tanti i temi trattati nel corso del convegno internazionale Un’alleanza per l’autismo: diritti, comprensione, trattamenti e servizi, organizzato congiuntamente dall’ANGSA Nazionale (Associazione Nazionale Genitori di perSone con Autismo) e dall’ANFFAS Nazionale (Associazione Nazionale di Famiglie e Persone con Disabilità Intellettive e Disturbi del Neurosviluppo), per il 2 aprile a Roma, in corrispondenza con la Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo, presso l’Auditorium Cosimo Piccinno del Ministero della Salute (Lungotevere Ripa, 1).
«Obiettivo dell’evento – spiegano gli organizzatori – è promuovere i diritti, la comprensione e il supporto per le persone nello spettro dell’autismo, un tema di rilevanza globale che verrà affrontato e declinato sotto molteplici aspetti anche grazie alla partecipazione di numerosi e prestigiosi relatori, tra cui il professor Evan Eichler dell’Università statunitense di Washington, che terrà la Lectio magistralis sul tema Understanding the genetics of autism [“Comprendere la genetica dell’autismo”, N.d.R.]. Sarà quindi un’importante occasione di confronto tra esperti, istituzioni, associazioni, professionisti e famiglie, per condividere buone pratiche, aggiornamenti scientifici e riflessioni sui percorsi di inclusione sociale e sensibilizzare l’opinione pubblica, le istituzioni e la comunità scientifica sull’importanza di costruire una vera e propria alleanza tra enti pubblici e privati, volta a promuovere una cultura di inclusione e rispetto per i diritti delle persone con autismo».

«L’alleanza tra le Associazioni maggiormente rappresentative e le Istituzioni che si occupano di autismo – sottolinea il presidente nazionale dell’ANGSA Giovanni Marino – è un fatto molto positivo, perché fa crescere in modo esponenziale la capacità di porre all’attenzione, con responsabilità e consapevolezza, il tema delle persone con spettro autistico». «Quest’anno – aggiunge – la nostra Associazione compie quarant’anni e in quattro decenni l’impegno delle famiglie ha creato una rete capillare impegnata a dare speranze di un futuro sereno e dignitoso alle persone con autismo, tutelando i loro diritti, la prospettiva di una vita dignitosa, il più possibile autonoma, e la massima inclusione nella società».
«Questo straordinario evento – commenta dal canto suo Roberto Speziale, presidente nazionale dell’ANFFAS – consentirà di dare una panoramica a trecentosessanta gradi sui tanti temi che interessano le persone nel disturbo dello spettro dell’autismo, le loro famiglie e tutti coloro che a vario titolo sono parte della loro vita, dalle istituzioni alla sfera sociosanitaria, con l’obiettivo di porre sempre al centro la persona, così come ribadito con forza dall’attuale recente normativa collegata alla Riforma in materia di disabilità. Le sfide sono ancora tante e quello che è urgente è capire in modo preciso e dettagliato quali siano le esigenze specifiche delle persone con disturbo dello spettro autistico, al fine di garantire loro la migliore qualità di vita possibile in una società pienamente inclusiva, in ogni suo ambito».

Entrando nel dettaglio del programma previsto per il convegno, che potrà anche essere seguito in streaming, va detto che i lavori saranno moderati da Vincenzo Falabella, presidente della FISH (Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie cui aderiscono sia ANGSA che ANFFAS), e da Serafino Corti, direttore del Dipartimento delle Disabilità della Fondazione Sospiro).
Dopo l’apertura di Giovanni Marino, seguita dai saluti istituzionali, interverrà Roberto Speziale, sul Manifesto Autismo: atti, proposte condivise ed azioni attese.
Successivamente sono previste due sessioni, riguardanti la prima il settore della ricerca, la seconda quello dei diritti, degli interventi e dei servizi, per animare un ampio dibattito aperto a genitori, insegnanti di sostegno, educatori e personale sanitario.
La sessione sulla ricerca vedrà gli interventi di Maria Luisa Scattoni, ricercatrice presso il Servizio di Coordinamento e Supporto alla Ricerca dell’Istituto Superiore di Sanità, coordinatrice del Network Italiano per il riconoscimento precoce dei disturbi dello spettro autistico, dell’Osservatorio Nazionale Autismo e responsabile scientifica del progetto per l’utilizzo del Fondo per la cura dei soggetti con disturbo dello spettro autistico; Giovambattista Presti, medico, psicoterapeuta e docente ordinario di Psicologia Generale all’Università di Enna “Kore”; Fabio Tosolin, presidente dell’Association for the Advancement of Radical Behavior Analysis e di IACABAI- Italy Associate Chapter of ABAI; Davide Carnevali, psicologo, psicoterapeuta, dottore di ricerca, analista del comportamento BCBA e SIACSA, dirigente sanitario presso la Fondazione Sospiro e docente alla Sigmund Freud University di Milano.
La sessione riguardante invece i diritti, gli interventi e i servizi potrà contare sulla partecipazione di Alessandro Solipaca, direttore scientifico dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane; Raffaele Ciambrone, dirigente del Ministero dell’Istruzione e del Merito; Roberto Keller, psichiatra, neuropsichiatra infantile e psicoterapeuta, direttore del Centro Regionale Piemontese per Disturbi dello Spettro Autistico nell’Età Adulta; Massimo Molteni, specialista in Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza; Angelo Cerracchio, coordinatore del Gruppo di Lavoro Benessere e salute presso l’Osservatorio Nazionale sulla Condizione delle Persone con Disabilità; Gianfranco de Robertis, vicepresidente del Tavolo Tecnico per la redazione di un Testo Unico per le Disabilità ed esperto giuridico della Segreteria Tecnica del Dipartimento delle Politiche in materia di disabilità, presso la Presidenza del Consiglio. (S.B.)

Segnaliamo che rispetto all’evento del 2 aprile, nei prossimi giorni daremo spazio a un’ampia intervista ai presidenti di ANGSA e ANFFAS Giovanni Marino e Roberto Speziale. Per ogni ulteriore informazione: comunicazione@anffas.net.

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Il corso di formazione del Museo Omero sull’accessibilità ai beni culturali

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La ventunesima edizione del corso di formazione dedicato all’accessibilità ai beni culturali, organizzato dal Museo Tattile Statale Omero di Ancona, è in programma dal 27 al 29 marzo, per dare vita, come sempre, a un’opportunità formativa di alto livello, tramite la quale approfondire l’accessibilità al patrimonio culturale e l’educazione artistica ed estetica delle persone con disabilità visive e uditive Visite tattili al Museo Omero di Ancona

Sta per tornare il corso di formazione dedicato all’accessibilità ai beni culturali, iniziativa organizzata dal Museo Tattile Statale Omero di Ancona e la cui ventunesima edizione è in programma dal 27 al 29 marzo presso la Sala Boxe della Mole Vanvitelliana nel capoluogo marchigiano, un’opportunità formativa di alto livello, come sempre, per approfondire l’accessibilità al patrimonio culturale e l’educazione artistica ed estetica delle persone con disabilità visive e uditive.

L’iniziativa, che anche per questa edizione ha già fatto registrare il tutto esaurito, è rivolta a chi lavora nel settore culturale e sociale, accogliendo quest’anno in particolare, tra gli altri, il personale della Banca d’Italia, dei Musei Civici di Venezia, del Museo Ferragamo e di numerosi Comuni e Università.
Tra i relatori, oltre al personale del Museo Omero, gli storici collaboratori della Lega del Filo d’Oro, del Museo Tattile di Pittura Antica e Moderna Anteros di Bologna, del Centro Tiflodidattico di Pesaro, di RAI Pubblica Utilità, del CNR e della Galleria Borghese di Roma. Tra le “novità”, invece, Fabio De Chirico della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, Vincenzo Mazzarella della Reggia di Caserta ed Elisabetta Schiavone di Soluzioni Emergenti.

Articolato su due moduli (L’accessibilità al patrimonio museale e l’educazione artistica ed estetica per persone cieche e ipovedenti e Beni culturali e turismo: come renderli accessibili alle persone sorde), il corso includerà anche una parte pratica con una visita guidata nelle sale del Museo Omero. (S.B.)

A questo link è disponibile il programma completo del corso. Per ulteriori informazioni: redazione@museoomero.it (Monica Bernacchia).

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