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Turismo senza barriere grazie al “quad” per persone con disabilità

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Il Fondo per l’Inclusione delle Persone con Disabilità sta consentendo l’acquisto da parte di alcuni Enti Locali di “Zoom Uphill”, fuoristrada svedese per persone con disabilità, progettato per affrontare terreni difficili, che offre a persone con mobilità ridotta la possibilità di esplorare in sicurezza ambienti non accessibili con le tradizionali carrozzine elettriche. Il caso più recente è quello di Spinazzola in Puglia (Provincia di Barletta-Andria-Trani) Il fuoristrada per persone con disabilità “Zoom Uphill” a San Marino

Grazie al Fondo per l’Inclusione delle Persone con Disabilità, istituito dal Decreto Legge 41/21 (convertito con modificazioni nella Legge 69/21 e rifinanziato per altri 200 milioni nel prossimo triennio, all’interno della recente Legge di Bilancio per il 2025), il Comune pugliese di Spinazzola (Provincia di Barletta-Andria-Trani) ha potuto acquistare due fuoristrada elettrici con quattro ruote motrici, pensati per le persone con disabilità motorie.

Progettato per affrontare terreni difficili, lo Zoom Uphill è un ausilio medico elettrico 4×4 che offre appunto a persone con mobilità ridotta la possibilità di esplorare in sicurezza ambienti inaccessibili con le tradizionali carrozzine elettriche. Si tratta di un veicolo che sembra stia diventando un punto di riferimento per una serie di Amministrazioni locali impegnate nella promozione del turismo accessibile.

Oltre alla Repubblica di San Marino, primo territorio ad avere compreso la potenzialità anche turistica del mezzo, va citato il progetto Montefeltro Alternattivo promosso dall’Unione Montana del Montefeltro (Provincia di Pesaro Urbino), che ha portato all’acquisto di due Zoom Uphill grazie ai fondi del Programma di Sviluppo Rurale Europeo.
Altro caso esemplare è quello di Cortina D’Ampezzo (Belluno), dove l’Amministrazione locale, grazie al medesimo Fondo, sta sviluppando progetti per rendere le Dolomiti accessibili a tutti e tutte, soprattutto in prospettiva delle prossime Paralimpiadi Invernali del 2026. Qui due Zoom Uphill, acquisiti dal Comune, sono a disposizione di coloro che avendone i requisiti possono noleggiarli gratuitamente. (C.C.)

Per ulteriori informazioni: Ufficio Stampa Voci che Corrono (posta@vocichecorrono.eu).

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Per un’informazione di qualità sulle Malattie Rare

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In vista della Giornata Mondiale delle Malattie Rare del 28 febbraio, il Centro Nazionale Malattie Rare (CNMR) dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha organizzato per il 13 febbraio, presso la propria sede di Roma, il convegno “Qualità dell’informazione: una risorsa per i sistemi sanitari e le persone con Malattie Rare”, in collaborazione con UNIAMO, la Federazione Italiana Malattie Rare Il logo internazionale della Giornata Mondiale delle Malattie Rare

Come sempre il mese di febbraio si concluderà il 28 con la Giornata Mondiale delle Malattie Rare (il Rare Disease Day, che negli anni bisestili cade il 29), evento ideato sin dal 2008 dai pazienti e dalle loro famiglie, con l’obiettivo di promuovere la conoscenza e aumentare la consapevolezza delle molteplici sfide del complesso mondo delle Malattie Rare. E come sempre, il Centro Nazionale Malattie Rare (CNMR) dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) aderisce all’evento con alcune iniziative, tra cui, quest’anno, il convegno denominato Qualità dell’informazione: una risorsa per i sistemi sanitari e le persone con Malattie Rare, organizzato per la mattinata del 13 febbraio presso la propria sede di Roma (Aula Pocchiari, ore 10-13), insieme a UNIAMO, la Federazione Italiana Malattie Rare.

«In linea con il tema di questa edizione – spiegano dal CNMR dell’ISS -, focalizzato sulla ricerca declinata nelle sue varie forme, e con quanto si sta portando avanti a livello nazionale nell’implementazione del Piano Nazionale Malattie Rare 2023-2026 e della Legge 175/21 (Disposizioni per la cura delle Malattie Rare e per il sostegno della ricerca e della produzione dei Farmaci Orfani), intendiamo valorizzare con questo incontro il lavoro delle help line istituzionali dedicate alle Malattie Rare e porre l’accento sull’importanza di un’informazione di qualità che rappresenta una preziosa risorsa per i sistemi sanitari, per i professionisti in àmbito sanitario e sociale e per i cittadini/cittadine. In tal senso, abbiamo previsto uno spazio, antistante la sede del convegno, in cui verranno esposti i poster relativi a tutte le help line istituzionali dedicate alle Malattie Rare, nonché un confronto/dialogo con i rappresentanti delle Associazioni di pazienti e sulle loro attività e/o risorse informative». (S.B.)

Il programma completo del convegno del 13 febbraio è disponibile a questo link.

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“Se i social vuoi usare, impariamo a navigare”: un libro-guida sempre utile

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Oggi, 11 febbraio, è la Giornata Mondiale per la Sicurezza in Rete e per l’occasione l’AIPD (Associazione Italiana Persone Down) rilancia il libro-guida “Se i social vuoi usare, impariamo a navigare. Informazioni e consigli per connettersi in sicurezza”, pubblicato nel 2021, ma a tutt’oggi pienamente valido, con i suoi consigli per navigare in rete senza correre rischi per la salute, la privacy e la sicurezza, pensati per le persone con sindrome di Down, ma decisamente utili per tutti e tutte

Oggi, 11 febbraio, si celebra in contemporanea, in oltre cento Paesi di tutto il mondo, il SID (Safer Internet Day), ovvero la Giornata Mondiale per la Sicurezza in Rete, istituita e promossa dalla Commissione Europea. Per l’occasione, l’AIPD (Associazione Italiana Persone Down) rilancia il libro-guida di Monica Berarducci, Francesco Cadelano e Roberta Maulà, denominato Se i social vuoi usare, impariamo a navigare. Informazioni e consigli per connettersi in sicurezza, pubblicato nel 2021 da Erickosn e presentato a suo tempo anche sulle nostre pagine, ma a tutt’oggi pienamente valido, con i suoi consigli per navigare in rete senza correre rischi per la salute, la privacy e la sicurezza, pensati per le persone con sindrome di Down, e quindi scritti in un linguaggio altamente comprensibile, ma decisamente utili per tutti e tutte, a partire da familiari, operatori, insegnanti, volontari e tutti coloro che abbiano a che fare con persone con una disabilità intellettiva, o comunque con tutti i giovanissimi che si avvicinino alla rete.

Sono esattamente cinque i consigli su cui si basa il volume, il primo dei quali l’utilizzo del computer, con indicazioni utili a non affaticare gli occhi e il cervello e a mantenere i muscoli e il corpo sempre attivi. Il secondo consiglio riguarda quindi l’uso del cellulare («Quando non lo usi, cerca di tenerlo il più possibile lontano dalla tua testa e dal tuo corpo», mentre quelli successivi si soffermano soprattutto sull’uso della rete e dei social. Per quanto riguarda Facebook, «meglio dare l’amicizia solo a persone conosciute». Particolare attenzione, poi, è necessaria su TikTok, cui si riferisce il quarto consiglio: «Su TikTok si fanno delle sfide che si chiamano Challenge alcune delle quali sono belle e divertenti, come imparare i numeri con l’alfabeto muto o imparare un balletto. Alcune sfide, invece, sono brutte e pericolose. Per questo, quando ti invitano a fare una sfida, chiedi consiglio a un tuo familiare!».
Il quinto consiglio, infine, viene definito dall’AIPD come «una vera “regola d’oro”, che è sempre bene applicare per non esporsi a rischi in rete: “Pensa per cinque secondi prima di agire. Prima di pubblicare un post, fermati a pensare e fatti una domanda: ‘Mi sentirei a mio agio nel leggerlo ad alta voce, davanti ai miei genitori e ai miei nonni?’”».

«La nostra Associazione – afferma Gianfranco Salbini, presidente nazionale dell’AIPD – ha come obiettivo principale quello di accompagnare le persone con sindrome di Down verso la piena partecipazione e l’autonomia. In una società, quindi, in cui sempre più la realtà digitale e quella reale s’incrociano, in cui le piazze fisiche sono spesso sostituite da quelle virtuali e in cui l’intelligenza artificiale sta conquistando sempre più spazio, è nostro compito offrire ai giovani e agli adulti con sindrome di Down e alle loro famiglie strumenti che possano aiutarle a orientarsi e muoversi in sicurezza in questo mondo. E come sempre accade, ciò che è utile per chi ha una disabilità intellettiva, può certamente essere uno spunto utile anche per chi una disabilità non la ha, specialmente per i più piccoli, che muovono i primi passi nella rete. I nostri consigli e il volume che li contiene vanno in questa direzione». (S.B.)

A questo link è disponibile la registrazione di un webinar di presentazione del libro Se i social vuoi usare, impariamo a navigare. Per ulteriori informazioni: ufficiostampaaipd@gmail.com.

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Per una scelta più ampia e personalizzata degli ausili

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Nell’àmbito dei lavori della Sottocommissione Distrettuale della Commissione Nazionale per l’aggiornamento dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) e la promozione dell’appropriatezza nel Servizio Sanitario Nazionale, la Federazione FISH ha presentato una Memoria sulla revisione del Nomenclatore Tariffario per gli Ausili Tecnici, sollevando critiche al sistema attuale e chiedendo interventi per migliorare l’approvvigionamento e l’adeguatezza degli ausili destinati alle persone con disabilità

Nell’àmbito dei lavori della Sottocommissione Distrettuale della Commissione Nazionale per l’aggiornamento dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), presieduta, quest’ultima, dal Ministro della Salute e la promozione dell’appropriatezza nel Servizio Sanitario Nazionale, la FISH (già Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, oggi Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie) ha presentato in audizione una propria Memoria (disponibile integralmente a questo link), riguardante «le necessità assistenziali connesse all’erogazione degli ausili per la mobilità personale (elenco 2A e 2B allegato 5 al DPCM 12 gennaio 2017)», relativa, in altre parole, alla revisione del Nomenclatore Tariffario per gli Ausili Tecnici.

«Abbiamo sollevato critiche sostanziali sul sistema attuale – si legge in una nota della Federazione – e chiesto interventi urgenti per migliorare l’approvvigionamento e l’adeguatezza degli ausili destinati alle persone con disabilità. In particolare, abbiamo posto l’accento sulla necessità di un aggiornamento immediato delle modalità di fornitura, evidenziando soprattutto l’esigenza di ridurre i tempi minimi di rinnovo degli ausili e di escludere alcune tipologie di dispositivi dal sistema di gara d’appalto. I tempi di rinnovo attuali, infatti, risultano eccessivamente lunghi e non mantengono conto delle reali necessità delle persone con disabilità, compromettendo così il diritto alla salute e alla piena cittadinanza. L’attuale sistema, infatti, pensato per contenere la spesa pubblica attraverso la procedura di evidenza pubblica, sta portando a risultati opposti, con il ricorso ad ausili standardizzati che non rispondono alle specifiche esigenze degli utenti. Di conseguenza, molti dispositivi devono essere frequentemente sostituiti, con un aggravio economico per il Servizio Sanitario Nazionale e un pesante disagio per le persone con disabilità».

«Nella nostra Memoria, quindi, abbiamo richiesto – prosegue la nota della FISH – di escludere determinati dispositivi dalle gare d’appalto, garantendo così una scelta più ampia e personalizzata, così come abbiamo proposto che alcuni codici contenuti nell’allegato 2B vengano inseriti nell’allegato 2A. Abbiamo inoltre sollevato l’importante tema di un maggiore coinvolgimento delle persone con disabilità e delle principali associazioni di rappresentanza nei processi decisionali e nelle commissioni tecniche regionali, al fine di garantire che le scelte normative e tecniche rispondano alle reali esigenze dei cittadini e cittadine con disabilità».

«Anche in questo settore – concludono dalla Federazione – proseguiremo nel nostro impegno volto a migliorare la vita quotidiana delle persone con disabilità, promuovendo politiche che rispondano effettivamente ai loro bisogni concreti». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: ufficiostampa@fishonlus.it.

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“Pensiero Imprudente”: quella carrozzina del Papa che ha abbattuto muri secolari

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«Quella carrozzina dov’era seduto Papa Francesco, aprendo la Porta Santa per il Giubileo – scrive Claudio Imprudente – ha aperto le porte, non solo quelle Sante, a un nuovo pensiero, non più a quello di una mera apparenza esteriore che tende a nascondere i difetti e di conseguenza le persone con disabilità, al contrario ha riutilizzato l’imperfezione per scardinare la logica dominante» L’apertura della Porta Santa per il Giubileo, da parte di Papa Francesco

Adesso vi racconto un bel momento. Ero un bambinello molto vispo e vivace e volevo scoprire il mondo, del resto come oggi. Dalla televisione, rigorosamente in bianco e nero (perché allora non avevano ancora inventato i colori), c’era un’immagine che mi stuzzicava la fantasia e mi metteva in moto inconsciamente delle domande… L’immagine era questa, il Papa Paolo VI quando entrava in Basilica di San Pietro veniva “issato” su una poltrona alzata da quattro persone, cosicché la gente lo poteva vedere.
La cosa mi suscitava stupore e curiosità e mi chiedevo perché un uomo venisse trasportato in questo modo, allora ho chiesto ai miei genitori di portarmi a Roma, così avrei potuto vedere dal vivo cosa succedeva. Morale: i miei mi hanno portato una settimana in vacanza a Roma, così siamo riusciti ad andare in Vaticano, nella Basilica di San Pietro, dove Papa Paolo VI celebrava una funzione.
Infatti il mio stupore fu esaudito, lui era proprio seduto in alto sulla sua sedia gestatoria e quattro uomini lo trasportavano dappertutto dentro alla basilica.
Nella mia mente da bambino dicevo: «Forse anche Lui ha bisogno di una carrozzina come me». Ma qualcosa non mi convinceva… non so il perché…

Passano mesi, anni, cambiano i Papi, finché Papa Bergoglio mi ha riportato in un secondo a quel momento, infatti Papa Francesco ha aperto la Porta Santa in carrozzina, ma questa volta era una vera carrozzina, sapete? Quelle classiche carrozzine blu con le ruote con i raggi e il corrimano per spingersi autonomamente.
Ma che immagine potente! In un attimo ha cambiato ruolo quella carrozzina! Da ausilio per trasportare da un luogo all’altro le persone con disabilità a un segno profetico come aprire la Porta Santa.
Aprire una porta può avere tanti significati… Aprendo la Porta Santa di San Pietro, si dà inizio al Giubileo, l’inizio dell’Anno Santo 2025, ma c’è di più: il gesto di aprire significa anche aprire la mente, la cultura, aprire a nuovi orizzonti e a nuove prospettive.
Quella carrozzina dov’era seduto Francesco, ha aperto le porte, non solo quelle Sante, a un nuovo pensiero, non più a quello di una mera apparenza esteriore che tende a nascondere i difetti e di conseguenza le persone con disabilità, al contrario ha riutilizzato l’imperfezione per scardinare la logica dominante.

C’è una canzone di Tiziano Ferro che recita: «Desidero sapere dove va a finire il sole / Se il freddo delle parole gela lo stupore / Se non ti so scaldare né curare dal rumore / Ho soltanto una vita e la vorrei dividere / Con te che anche nel difetto e nell’imperfezione / Sei soltanto… incanto, incanto» (Incanto, Tiziano Ferro, TZN -The Best Of Tiziano Ferro, ℗ 2014 Universal Music B.V.).
Per concludere la carrozzina di Papa Francesco ha spalancato altro che porte, ha abbattuto muri che erano secolari! Muri di pregiudizi, di paure e di esclusione. Che dire, Francesco dalla sua “sedia gestatoria” ha ribaltato la Storia dell’Umanità.
E voi siete pronti a farvi ribaltare?
Scrivete a claudio@accaparlante.it oppure sulle mie pagine Facebook e Instagram.

*Il presente contributo, qui in versione integrale, è già apparso, leggermente ridotto, nel sito del CDH-Cooperativa Accaparlante di Bologna, con il titolo “Il papa Francesco in carrozzina” e viene qui proposto per gentile concessione.

Pensiero Imprudente
Dalla fine del 2022 Claudio Imprudente è divenuto una “firma” costante del nostro giornale, con questa suo spazio fisso che abbiamo concordato assieme di chiamare Pensiero Imprudente, grazie alla quale sta impreziosendo le nostre pagine, condividendo con Lettori e Lettrici il proprio sguardo sull’attualità.
Persona già assai nota a chi si occupa di disabilità e di tutto quanto ruota attorno a tale tema, Claudio Imprudente è giornalista, scrittore ed educatore, presidente onorario del CDH di Bologna (Centro Documentazione Handicap) e tra i fondatori della Comunità di Famiglie per l’Accoglienza Maranà-tha. All’interno del CDH ha ideato, insieme a un’équipe di educatori e formatori specializzati, il Progetto Calamaio, che da tantissimi anni propone percorsi formativi sulla diversità e l’handicap al mondo della scuola e del lavoro. Attraverso di esso ha realizzato, dal 1986 a oggi, più di diecimila incontri con gli studenti e le studentesse delle scuole italiane. In qualità di formatore, poi, è stato invitato a numerosi convegni e ha partecipato a trasmissioni televisive e radiofoniche.
Già direttore di una testata “storica” come «Hp-Accaparlante», ha pubblicato libri per adulti e ragazzi, dalle fiabe ai saggi, tra cui Una vita imprudente. Percorsi di un diversabile in un contesto di fiducia e il più recente Da geranio a educatore. Frammenti di un percorso possibile, entrambi editi da Erickson. Ha collaborato e collabora con varie riviste e testate, come il «Messaggero di Sant’Antonio», per cui cura da anni la rubrica “DiversaMente”. Il 18 Maggio 2011 è stato insignito della laurea ad honorem dall’Università di Bologna, in Formazione e Cooperazione.

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Hyper-Attivo Amore 3: una nuova edizione a Terni dell’evento che unisce l’ADHD all’Amore

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È in programma per il 13 febbraio a Terni la terza edizione di Hyper-Attivo Amore 3, evento che unirà ancora una volta il tema dell’ADHD (disturbo da deficit di attenzione e iperattività) a quello dell’Amore, attraverso le parole e insieme alla musica, al teatro e allo sport, sullo sfondo di una serie di testimonianze di vita Un’immagine di “Hyper-Attivo Amore 2” del 2024

È un evento che seguiamo sin dall’esordio, nel 2023, felicemente replicato lo scorso anno, Hyper-Attivo Amore, promosso a Terni, in occasione degli Eventi Valentiniani*, dall’AIFA (Associazione Italiana Famiglie ADHD), avvalendosi del patrocinio del Comune di Terni. La nuova edizione dell’iniziativa, Hyper-Attivo Amore 3, si terrà nel pomeriggio del 13 febbraio, sempre presso la Sala Caffè Letterario nella Biblioteca Comunale della città umbra (ore 16.30), unendo ancora una volta il tema dell’ADHD (disturbo da deficit di attenzione e iperattività) a quello dell’Amore, attraverso le parole e insieme alla musica, al teatro e allo sport, sullo sfondo di una serie di testimonianze di vita. «Al centro dell’incontro – spiegano infatti i promotori – vi sarà il Progetto di vita delle persone più fragili, all’insegna di un pomeriggio informativo, di confronto e dibattito, che si proporrà come momento di consapevolezza per le famiglie che devono affrontare l’accettazione della diagnosi di ADHD di un proprio caro e di supporto nel pensare e pianificare il futuro dei figli in una società sempre più selettiva e individualista».
Per l’occasione, con la moderazione di Maria Luce Schillaci, giornalista del «Corriere dell’Umbria», interverranno Viviana Altamura, assessora del Comune di Terni; Marco Battistelli, violinista; Claudia J., cantante; Paola Colini, genitore; Stefano de Majo, artista; Paola Fioroni, già Presidente dell’Osservatorio Regionale sulla Condizione delle Persone con Disabilità; Riccardo Menciotti, atleta paralimpico; Moira Paggi, presidente di ANFFAS Per Loro; Marco Rea, musicista; persone con ADHD e/o familiari. È previsto inoltre anche un collegamento in diretta con un giornalista presente a Sanremo in occasione del Festival della Canzone Italiana.

L’ADHD (acronimo inglese: Attention Deficit Hyperactivity Disorder) è inserito nel DSM-5 del 2013, il Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali, quinta edizione, tra i disturbi del neurosviluppo, con una prevalenza di circa il 5% dei bambini e di circa il 2,5% degli adulti.
Si tratta di un problema, lo ricordiamo, caratterizzato da difficoltà nel mantenere l’attenzione, da impulsività e spesso iperattività che rendono più difficile l’autoregolazione dei comportamenti. I sintomi appaiono prima dei 12 anni di età e possono essere presenti in vari contesti (a casa, a scuola, al lavoro, negli hobby ecc.), proseguendo spesso anche in età adulta. Quel che complica ulteriormente la situazione nel nostro Paese alle persone che ne sono colpite e a chi sta loro vicino è il fatto che manca ancora una normativa nazionale specifica, oltre a trattarsi di un disturbo poco diagnosticato e troppe volte non adeguatamente trattato, rispetto alle chiare evidenze della letteratura scientifica.

Secondo le stime più recenti prodotte dall’AIFA, si parla in Italia di circa 1.270.000 persone con ADHD (circa 320.000 minori tra i 6 e i 17 anni e circa 950.000 adulti tra i 18 ed i 67 anni, maggiorenni in età lavorativa).
Nello specifico dell’Umbria, le persone con ADHD sono circa 17.800 (4.400 minori tra i 6 e i 17 anni e 13.400 adulti tra i 18 e i 67 anni).
Infine, nella Provincia di Perugia circa 13.400 persone (3.400 minori tra i 6 e i 17 anni e 10.000 adulti tra i 18 e i 67 anni) e in quella di Terni circa 4.400 persone (1.100 minori tra i 6 e i 17 anni e 3.300 adulti). (S.B.)

*San Valentino è il patrono e primo vescovo di Terni.

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficio.stampa@associazioneaifa.it (Francesca Mezzelani).

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Minima Theatralia, incontro di “diverse diversità”

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Il celebre “Rocky Horror Picture Show” sarà presto affiancato da un “cugino” milanese con il quale avrà in comune la volontà di far cadere la diffidenza verso ciò che è “diverso”, abbracciandolo. È prevista infatti per giugno a Milano la prima di “The Mary Shelley Picture Show”, fulcro del progetto “Frankenstein: La Creatura Siamo Noi” di Minima Theatralia, compagnia che produce performance immersive unendo le tante anime del Nord di Milano. Andiamo a conoscerla Particolare dell’immagine scelta per la locandina del “The Mary Shelley Picture Show”

Il Rocky Horror Picture Show, celebre film cult tratto da un altrettanto famoso musical, sarà presto affiancato da un “cugino” milanese con il quale avrà in comune la volontà di far cadere la diffidenza verso ciò che è “diverso”, abbracciandolo. È prevista infatti per il 12 e 13 giugno, al Teatro Elfo Puccini della città meneghina, la prima di The Mary Shelley Picture Show, kolossal musical-teatrale fulcro del progetto Frankenstein: La Creatura Siamo Noi di Minima Theatralia, una compagnia che produce performance immersive unendo le tante anime del Nord di Milano. Attori professionisti dello spettacolo insieme a cittadini di diversa età, abilità, genere e provenienza animano il gruppo che per questa commistione di elementi, più che una compagnia teatrale, si può definire una comunità.

La convinzione che «il teatro sia uno strumento di incontro realmente rivoluzionario per le nostre vite e per le nostre solitudini» traspare dalle parole e dall’entusiasmo con cui ci parla di Minima Theatralia la direttrice artistica, la regista e attrice Marta M. Marangoni, alla quale chiediamo come è nata questa idea: «Minima Theatralia è una scommessa: incontro tra cittadinə e artistə, unione di arte e società, coesione sociale, diritto all’espressione, all’arte, alla creatività, alla bellezza, con particolare attenzione ai criteri di accessibilità ai soggetti fragili. Nasce nel 2008 come mio esperimento per applicare a un progetto concreto il mio percorso di studi in “Drammaturgia Performativa e Comunitaria” del CRT (Centro Ricerca Teatrale). Nel 2012, con un gruppo di socie e soci, abbiamo fondato l’Associazione di Promozione Sociale e da allora Minima Theatralia è cresciuta, ora ci sono una struttura, una sede, tantissimi progetti diversi!».

Le finalità culturali del teatro e dell’arte sposano dunque quelle psico-sociali e di benessere della collettività, questo è teatro sociale e di comunità. Ma cosa si intende con questa definizione? «Il Social Community Theatre – continua Marta – è un tipo di teatro che va oltre la semplice rappresentazione scenica, diventando un mezzo di espressione collettiva e inclusiva, una pratica performativa che promuove le relazioni e le risorse artistiche dei territori, la possibilità di prendersi cura di desideri e bisogni, di individui, gruppi e comunità, costruendo reti sociali. Attraverso questi percorsi, il teatro diventa uno strumento per la rigenerazione urbana, per affrontare temi di inclusione, per creare uno spazio di riflessione e di cambiamento, per promuovere coesione e inclusione sociale, cittadinanza attiva e solidarietà».

Ma cosa differenzia il teatro tradizionale da quello sociale? «A differenza della metodologia normalmente attuata in teatro – che parte da un testo esistente, crea un piano registico a tavolino e si avvale di maestranze specifiche per realizzare lo spettacolo – la peculiarità del Teatro Sociale e di Comunità è partire dalle competenze locali per far coesistere in maniera creativa processo e prodotto. Doppio obiettivo: sul fronte sociale rafforzare il sentimento di appartenenza al progetto dei partecipanti, dal punto di vista artistico allenare la capacità dei professionisti di intercettare gli elementi della comunità e comporre con essi la performance». Epopea dell’irrealtà di Niguarda, tutto esaurito nel 2024, ne è un esempio, una storia che ha coinvolto 80 tra attori professionisti e cittadini, un lavoro che ha messo in rete le Associazioni del Nord Milano, un progetto di welfare culturale che ha visto le persone anziane del Niguarda riunite per attaccare i bottoni dei costumi, bottoni raccolti sempre nel quartiere, porta a porta.

In una metropoli dove gli ultimi diventano invisibili, Minima Theatralia restituisce un’identità alle persone per aiutarle a superare il rischio di abbandono. È ormai una realtà radicata che «gode della fiducia di enti pubblici e privati per finanziare le proprie attività e distribuisce i propri spettacoli nelle principali stagioni di Milano: Teatro Elfo Puccini, Teatro Gerolamo, Teatro Franco Parenti, Teatro Manzoni, Teatro della Cooperativa. In quanto direttrice artistica – spiega Marta, -mi impegno a esercitare una leadership femminista e positiva, attenta a coordinare ed equilibrare tutte le partecipazioni. La direzione musicale è del maestro Fabio Wolf, insieme formiamo il duo teatral-musicale Duperdu». Con questo spirito «dimostriamo come la collaborazione tra alterità sia non solo possibile, ma anche fruttuosa. Questo impegno ci ha permesso di ricevere riconoscimenti importanti, come il Premio Pancirolli per il Teatro Sociale nel 2015; nel 2021, inoltre, siamo stati selezionati fra le 10 Buone Pratiche Italiane da Ateatro.it e siamo chiamati a partecipare a convegni e conferenze a livello nazionale, così da diffondere il nostro lavoro in altri contesti».

Ci sono anche attori e attrici con disabilità in Minima Theatralia? «Sì, naturalmente sì. Molte persone con disabilità motorie, come la nostra socia Erminia e il marito Michele, lei nata senza gambe e lui con una forma spastica, sviluppano una volontà ferrea nel superare le difficoltà quotidiane. Erminia e Michele si spostano con un furgone adattato alle loro disabilità, e nonostante le immense fatiche che affrontano, entrambi sono sempre presenti e pronti a partecipare, senza farsi frenare dalle piccole pigrizie che talvolta affliggono chi, come noi, non ha difficoltà fisiche. La loro determinazione e la voglia di esserci sono un esempio di capacità di adattamento straordinario per tutto il gruppo».

In generale, quali ostacoli incontrano le persone con disabilità motorie che vogliano partecipare a un lavoro teatrale? «Se dal punto di vista dello spettatore i teatri si sono ormai abbastanza adattati per accogliere persone in carrozzina, con un margine ampio di miglioramento, la situazione cambia quando si tratta di accogliere attori/attrici con disabilità. I camerini, i servizi e gli spazi dietro le quinte non sono pensati per adattarsi a determinati ingombri, come quello di una carrozzina. Il nostro lavoro consiste dunque nel continuare a sensibilizzare i teatri con la nostra significativa presenza».
E di contro, quali “ostacoli” deve superare la messa in scena di una performance per includere attori e attrici con disabilità? «Sicuramente l’aspetto legato al tempo: lavorare con persone con determinate condizioni fisiche richiede più tempo per gli spostamenti, la preparazione, il cambio costume. Sono ostacoli che vanno affrontati con grande attenzione e rispetto, per garantire che ogni attore, indipendentemente dalla sua condizione, possa partecipare pienamente al lavoro teatrale».

Come avviene il “reclutamento” dei cittadini-attori? «Non avviene attraverso un processo formale, ma piuttosto grazie alla presenza consolidata di Minima Theatralia nei quartieri. In particolare, il nostro laboratorio teatrale principale conta attualmente una trentina di partecipanti, ma se consideriamo anche tutti gli altri laboratori coinvolti nella realizzazione degli spettacoli, il numero totale arriva a circa 80 persone».

Minima Theatralia è un incontro di “diverse diversità”, e si perdoni il gioco di parole. A quali “categorie” (bruttissima parola non a caso messa tra virgolette) appartengono i cittadini-attori della compagnia? «Come giustamente sottolinei, la parola “categoria” è un termine che non ci appartiene. Il gruppo che formiamo è misto, anche se esistono laboratori dedicati ai diversi gruppi di partecipanti, come per esempio i signori e le signore anziane con decadimento cognitivo tipo Alzheimer e i loro caregiver. Il gruppo principale è composto da persone con abilità, provenienze, generi, religioni, possibilità ed età diverse. Italiani e stranieri, “abili” e disabili, giovani e anziani, tutti insieme per rappresentare qualcosa di grande!».
E riguardo alla rappresentazione delle disabilità sul palcoscenico cosa ci puoi dire? «L’intento non è quello di rappresentare le diversità attraverso una visione pietistica o, come la definisco io, la “pornografia della disabilità”. Al contrario, il nostro approccio è quello di raccontare storie personali, che vengono poi ricomposte e rielaborate dalla nostra drammaturga Francesca Sangalli nei testi originali degli spettacoli. Queste storie personali vengono intrecciate con la trama che vogliamo raccontare, mettendo in scena la bellezza e la complessità delle diversità senza cadere in stereotipi».

Frutto della rielaborazione di scritti e improvvisazioni, con innesti tra tematiche letterarie, biografie personali e storie di quartiere sarà anche The Mary Shelley Picture Show, spettacolo che ruota intorno alla figura di Frankenstein: «L’intento – anticipa Marangoni – è intrecciare la trama del celebre romanzo gotico con il dialogo (impossibile) tra Mary Shelley e la madre, Mary Wollstonecraft, morta di parto lasciando un volumetto femminista sull’educazione delle fanciulle che è stato seguito alla lettera dal padre (Godwin) educando la figlia Mary».
Frankenstein, una scelta non casuale: «La Creatura del Dr. Frankenstein è il diverso per eccellenza che provoca paura, ma è anche il risultato di tanti pezzi uniti in un intero che diventa straordinario, simbolo dell’integrazione delle differenze. Lo spettacolo prende in esame Frankenstein quale metafora dell’isolamento e della ricerca d’identità». Tematiche che si radicano profondamente nella convinzione che ogni persona meriti attenzione, cura e un’educazione che le permetta di sviluppare pienamente le proprie potenzialità e virtù.

All’atto pratico, la valorizzazione delle “diversità” passa anche attraverso l’abbattimento delle barriere architettoniche. Per questa ragione uno dei progetti più importanti di Minima Theatralia è la ristrutturazione della propria sede, attualmente ospitata in un seminterrato che necessita di un ascensore, un corrimano e un nuovo pavimento in PVC. Marta guarda avanti, a quello che si potrà fare con un ambiente completamente accessibile: «Una volta completati i lavori, nella nostra sede a Niguarda combatteremo la povertà educativa e la solitudine, con laboratori, spettacoli, incontri, raccolta di abiti usati per famiglie bisognose, fino ad arrivare alla realizzazione del nostro prossimo colossal ispirato a Frankenstein. Saranno in scena oltre 80 persone sul grande palco della Sala Shakespeare del Teatro Elfo Puccini, con la partecipazione video di Elio De Capitani e Cristina Crippa, fondatori del Teatro dell’Elfo. Siamo molto contenti di avere dal vivo, per il secondo anno consecutivo, anche la giornalista Rajae Bezzaz di Striscia la notizia».
Minima Theatralia è il cuore pulsante di una Milano che non ha timore di mischiare le differenze, così ci fa capire che siamo tutti pezzi unici che uniti costruiscono qualcosa di magnifico.

*Direttrice responsabile di Superando. Il presente servizio è già apparso in “InVisibili”, blog del «Corriere della Sera.it», con il titolo “Sulla scena e nel territorio: la scommessa di Minima Theatralia, che difende ed esalta la bellezza delle diversità”, e viene qui ripreso, con minimi riadattamenti al diverso contenitore, per gentile concessione.

Per fare una donazione e rendere accessibile la sede di Minima Theatralia, accedere a questo link.

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I disturbi visivi nella malattia di Parkinson

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“I disturbi visivi nella malattia di Parkinson”: sarà questo, il 13 febbraio, il tema del nuovo incontro online nell’àmbito di “Non siete soli”, ciclo di webinar a partecipazione gratuita e aperto a tutti, nato da un’idea della Confederazione Parkinson Italia e della Fondazione Fresco Parkinson Institute, rivolgendosi alle persone con la malattia di Parkinson, nonché ai loro familiari e ai caregiver

Sarà dedicato ai Disturbi visivi nella malattia di Parkinson il nuovo appuntamento del 13 febbraio, nell’àmbito di Non siete soli, il ciclo di incontri online a partecipazione gratuita e aperti a tutti, iniziativa nata a suo tempo da un’idea della Confederazione Parkinson Italia e della Fondazione Fresco Parkinson Institute, rivolgendosi alle persone con la malattia di Parkinson, nonché ai loro familiari e ai caregiver, con l’obiettivo di informare e migliorare la loro qualità di vita, accrescendone le competenze legate alla gestione degli aspetti clinici, psicologici e sociali della malattia.
Giovedì 13 ottobre, quindi, come sempre alle 17, si parlerà, come detto, di disturbi visivi, con la moderazione del geriatra e fisiatra Daniele Volpi e l’intervento di Luigi Mazzeo. (S.B.)

Per iscriversi al webinar del 13 febbraio e per ulteriori informazioni: segreteria@parkinson-italia.it; info@frescoparkinsoninstitute.it.

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Il progetto di vita della persona con disabilità: dal dire al fare

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Denominato “Dal dire al fare: una rete di servizi per le persone e le famiglie”, si terrà il 12 febbraio a Milano il primo di una serie di incontri previsti sul territorio del Milanese, nell’àmbito di “Insieme per progettare la vita – Centri e Reti per il progetto di vita della persona con disabilità”, progetto promosso dall’Associazione InCerchio

Dal dire al fare: una rete di servizi per le persone e le famiglie: sarà questo il titolo del primo di una serie di incontri previsti sul territorio del Milanese, nell’àmbito di Insieme per progettare la vita – Centri e Reti per il progetto di vita della persona con disabilità, progetto dell’Associazione InCerchio, finanziato dal Bando per gli Enti del Terzo Settore della Regione Lombardia.

Occasione utile per approfondire i temi centrali del progetto di vita delle persone con disabilità, l’evento, in programma per la mattinata del 12 febbraio presso la Fondazione Pasquinelli di Milano (Corso Magenta, 42, ore 10-13), si soffermerà in particolare sui temi dell’autonomia, dell’autodeterminazione e della protezione giuridica, della formazione e dell’inserimento lavorativo, nonché dell’abitare innovativo, articolandosi su due momenti principali: la presentazione delle esperienze e dei risultati raggiunti da Associazioni e Fondazioni coinvolte nel progetto; una tavola rotonda con esperti di settore, che offriranno una serie di spunti normativi, pedagogici, metodologici e organizzativi.
L’incontro sarà coordinato da Daniela Piglia, che dirige l’Associazione InCerchio. (S.B.)

Per approfondimenti e per il programma completo, fare riferimento a questo link. Per altre informazioni: info@associazioneincerchio.com.

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L’Unione Europea finanzi le organizzazioni di persone con disabilità colpite dai tagli USA!

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«L’Unione Europea finanzi urgentemente le organizzazioni per le persone con disabilità colpite dai tagli agli aiuti provenienti dagli Stati Uniti», e in particolare quelle dell’Europa orientale e del Caucaso meridionale, maggiormente colpite da queste politiche: è l’appello del Forum Europeo sulla Disabilità e dell’Associazione Europea dei Fornitori di Servizi per le Persone con Disabilità, che chiedono all’Unione Europea e ai donatori non governativi di intensificare i finanziamenti sia di emergenza che a lungo termine

«L’Unione Europea deve finanziare urgentemente le organizzazioni per le persone con disabilità colpite dai tagli agli aiuti provenienti dagli Stati Uniti», e in particolare quelle dell’Europa orientale e del Caucaso meridionale, le aree maggiormente colpite da queste politiche: è questo l’accorato appello lanciato da un gruppo di organizzazioni e servizi europei impegnati sul fronte della disabilità.
In particolare i soggetti promotori dell’iniziativa chiedono «all’Unione Europea e ai donatori non governativi di fornire finanziamenti di emergenza alle organizzazioni per la disabilità colpite dai tagli ai finanziamenti del governo degli Stati Uniti. L’appello, promosso dall’EDF (Forum Europeo sulla Disabilità) e dall’EASPD (Associazione Europea dei Fornitori di Servizi per le Persone con Disabilità) e firmato da quattro organizzazioni interessate, chiede all’Unione Europea e ai donatori di intensificare i finanziamenti sia di emergenza che a lungo termine».

«I firmatari sottolineano – con una nota – che queste organizzazioni stavano implementando programmi salvavita in Paesi come l’Ucraina, la Moldavia, la Georgia e l’Albania e che la perdita di finanziamenti metterà a rischio le organizzazioni e le persone con disabilità nei Balcani, nell’Europa orientale e nel Caucaso meridionale. L’entità della perdita è sconcertante: un’analisi parziale delle informazioni disponibili al pubblico indica finanziamenti pari a circa 5 milioni di dollari USA negli ultimi 3 anni».
Pertanto, prosegue la nota, «i firmatari condannano fermamente l’improvviso blocco dei fondi da parte dell’amministrazione statunitense che colpisce un ampio spettro di organizzazioni. La perdita di questi programmi lascerà centinaia di migliaia [di persone con disabilità] senza supporto e rappresenterà una minaccia per la sicurezza delle persone nell’area interessata».

La lettera delle organizzazioni invita dunque la Commissione Europea, i Governi Nazionali e i donatori a intervenire con urgenza sui seguenti aspetti:
° Intensificare la fornitura di finanziamenti di emergenza e a lungo termine alla società civile e ai gruppi per i diritti umani.
° Finanziare e sviluppare programmi inclusivi e intersezionali.
° Riconoscere il valore delle iniziative in tema di diversità, equità e inclusione e dei programmi di assistenza allo sviluppo e combattere attivamente la disinformazione.
° Garantire che l’inclusione delle persone con disabilità sia integrata in tutti gli aiuti umanitari e i meccanismi di finanziamento dell’Unione Europea.

Intervenendo sulla questione Gunta Anča, vicepresidente dell’EDF, ha dichiarato: «Questa caotica situazione mette a repentaglio la vita delle persone con disabilità nell’Europa orientale e nel Caucaso meridionale. L’Unione Europea deve farsi avanti per salvarne le vite e garantire che questa assenza di solidarietà non offra ad altri soggetti un’occasione per sfruttare la loro vulnerabilità».
Queste invece le parole di Thomas Bignal, segretario generale dell’EASPD: «I danni che questi tagli causeranno vanno ben oltre il semplice “finanziamento dei progetti”. Essi hanno un forte impatto sulla capacità operativa di queste organizzazioni della società civile di fornire un sostegno essenziale anche a medio e lungo termine. Si rompe il sistema di sostegno stesso». (Simona Lancioni)

Nel sito dell’EDF (a questo link) sono riportati i dettagli dei programmi interessati dalla sospensione dei finanziamenti statunitensi. Per ulteriori informazioni: André Felix (Ufficio Comunicazione EDF), andre.felix@edf-feph.org.
Il presente contributo è già apparso nel sito di Informare un’h-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa) e viene qui ripreso, con minimi riadattamenti dovuti al diverso contenitore, per gentile concessione.

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Il progetto “Spiaggia Abile” della Regione Molise

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Con “Spiaggia Abile”, progetto che verrò presentato l’11 febbraio alla BIT di Milano, la Regione Molise punta a trasformare il proprio litorale in un modello di accoglienza senza barriere, rimuovendo le barriere fisiche e culturali che limitano l’accesso al mare delle persone con disabilità, nelle spiagge di Montenero di Bisaccia, Termoli, Campomarino e Petacciato

Si chiama Spiaggia Abile ed è un’iniziativa che punta a trasformare il litorale del Molise in un modello di accoglienza senza barriere. Nel dettaglio, l’obiettivo è la trasformazione delle spiagge di Montenero di Bisaccia, Termoli, Campomarino e Petacciato, rimuovendo le barriere fisiche e culturali che limitano l’accesso al mare delle persone con disabilità.
L’iniziativa verrà presentata nella mattinata dell’11 febbraio alla BIT di Milano (Borsa Internazionale del Turismo, Fiera Milano-Rho, ore 11), con la partecipazione di rappresentanti istituzionali ed esperti del settore, a partire dal presidente della Regione Molise Francesco Roberti.

Promosso con il sostegno della Presidenza del Consiglio, Spiaggia Abile verrà realizzato dalla Regione Molise in partenariato con l’Associazione A.Fa.S.E.V. di Isernia e in collaborazione con Village for all (V4A®), la nota rete specializzata in ospitalità accessibile e con l’Istituto Euricse, Fondazione di ricerca dell’Università di Trento). (S.B.)

A questo link è disponibile un testo di ulteriore approfondimento. Per altre informazioni: Rossana Tosto (rossana.tosto@pirene.it).

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Cessazioni dal servizio del personale scolastico dal 1° settembre 2025. Trasmissione Avviso aperura funzioni per la presentazione telematica delle istanze di Pensione anticipata flessibile 2025 ed Opzione donna 2025.

Ultime da A. T. P. Cosenza -

Ministero dell’Istruzione Ufficio Scolastico Regionale per la Calabria – Direzione Generale Ufficio V – Ambito Territoriale di Cosenza Via Romualdo Montagna, 13 – 87100 Cosenza e-mail: usp.cs@istruzione.it – Posta ...

Ben 41, e tutte perfettamente riuscite, le Settimane Bianche dell’Associazione Disabili Visivi!

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Pieno successo per la quarantunesima Settimana Bianca organizzata dall’ADV (Associazione Disabili Visivi), cui quest’anno hanno partecipato a Falcade (Belluno) oltre settanta persone, tra ciechi, ipovedenti e familiari, impegnate in varie attività sportive invernali, quali sci di discesa, sci di fondo e passeggiate su percorsi innevati Partecipanti alla recente Settimana Bianca dell’ADV, insieme alle rispettive guide

Si è conclusa con successo la quarantunesima Settimana Bianca organizzata dall’ADV (Associazione Disabili Visivi), che quest’anno ha visto oltre settanta partecipanti tra ciechi, ipovedenti e familiari, impegnati in varie attività sportive invernali, quali sci di discesa, sci di fondo e passeggiate su percorsi innevati.
Come ormai accade da dieci anni, è stata la località di Falcade, nelle Dolomiti bellunesi, ad accogliere il gruppo, che dal 2002 l’ha scoperta per le settimane estive di trekking, spostando dal 2016 nella stessa sona anche le attività invernali, dato che vi sono sia ottime piste di fondo che di discesa, nonché vicini comprensori come quello del San Pellegrino e del Lusia e, per i non sciatori, la possibilità di fare passeggiate con ramponi o con ciaspole.

Queste nostre attività sono possibili grazie a guide specializzate, appartenenti ai corpi militari e civili dello Stato, tra cui alcuni, anche se ormai in pensione, continuano a donarci il loro tempo e la loro professionalità. Arriviamo nel Veneto da tutta Italia, perfino dalla Sicilia e dalla Sardegna, perché troviamo qui le condizioni ideali, i migliori atleti e atlete, tra cui molti campioni nazionali, preparati nel farci fare uno sport non facile, con facilità e in totale sicurezza, ma senza sconti e con professionalità, normalità, amicizia, e anche tanto entusiasmo sia per le guide che per chi è guidato.

Ben quarantuno edizioni della Settimana Bianca, come detto inizialmente, per un’organizzazione sempre molto impegnativa, ma anche consolidata nel tempo, che è stata impostata e gestita da tanti anni oltreché dallo staff dell’ADV, soprattutto dal compianto presidente avvocato Giulio Nardone, purtroppo scomparso da quasi un anno, ma il cui lavoro e la cui determinazione hanno lasciato un segno quanto mai profondo. A noi resta ora il compito di “novellare” i protocolli d’intesa, di tenere vivi i rapporti, di incentivare nuove guide e nuovi soci, per portare avanti queste attività e questa manifestazione, che per numeri e modalità, è senz’altro tra le prime in Europa.
Fondamentale, dunque, è stato l’aiuto delle guide del gruppo dei Carabinieri Forestali del Veneto, dei Vigili del Fuoco di Belluno e Treviso, della Polizia di Stato di Moena, della Guardia di Finanza di Predazzo (Trento), degli Alpini della Settima  Brigata Julia e di tanti volontari civili ed ex militari in pensione, autorizzati dai rispettivi Comandi Regionali e Provinciali a svolgere il servizio presso di noi.

«I nostri militari, sciatori e non sciatori accompagnano nello sci di discesa, in quello di fondo e nell’escursionismo le persone non vedenti e ipovedenti dell’ADV, con la possibilità di fare, oltreché un’esperienza di approfondimento delle proprie competenze professionali, anche un’esperienza umanamente molto significativa. Il rapporto che c’è con l’Associazione e con ogni singolo associato va infatti ben al di là del mero rapporto istituzionale tra un ente e un’associazione, ma è un legame di profonda amicizia»: a dirlo, nel corso di un servizio di TeleBelluno (disponibile integralmente a questo link) è stato Riccardo Corbini, tenente colonnello del Gruppo Carabinieri Forestali di Belluno, cui va il mio ringraziamento personale, per l’impegno e la dedizione affinché tutto questo possa proseguire anche nei prossimi anni. Così come va il mio ringraziamento al brigadiere capo Alessandro Savi, che ha curato l’organizzazione, gli abbinamenti delle guide e che è egli stesso guida da molti anni. Ma in realtà il ringraziamento non può che andare a tutti i Corpi sopra citati, alle Istituzioni locali e agli amici che ci hanno affiancato a vario titolo, nonché al lavoro dello staff dell’ADV. Né possiamo dimenticare lo Sport Hotel Cristal di Falcade che, come sempre, con familiarità, pazienza e professionalità, ha contribuito all’ottima riuscita della vacanza, con il suo ottimo servizio, consentendoci di organizzare anche una serata di musica e ballo durante la settimana, per ringraziare tutte le guide e consolidare ulteriormente lo spirito di amicizia e di gruppo che contraddistingue queste attività della nostra Associazione.

*Presidente dell’ADV (Associazione Disabili Visivi), aderente alla FISH (Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie).

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L’AICE Valle d’Aosta sarà il punto di riferimento della Regione per le persone con epilessia e le loro famiglie

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È nata il 2 febbraio, proprio a pochi giorni dalla Giornata Internazionale dell’Epilessia del 10 febbraio, l’AICE Valle d’Aosta (Associazione Italiana Contro l’Epilessia), che punta principalmente a portare un cambiamento reale, dal pregiudizio all’inclusione, facendo emergere le problematiche legate all’epilessia e affrontando la lotta contro lo stigma sociale che troppo spesso accompagna chi ne è affetto Da destra: Manuele Amateis, Patrizia Marcoz, Stefania Magro e Francesca Rizzo, rispettivamente presidente, segretaria, consigliera e vicepresidente dell’AICE Valle d’Aosta

È bello poter annunciare, proprio a qualche giorno dalla Giornata Internazionale dell’Epilessia (International Epilepsy Day) del 10 febbraio (se ne legga già sulle nostre pagine), la nascita della Sezione regionale valdostana dell’AICE (Associazione Italiana Contro l’Epilessia), avvenuta il 2 febbraio scorso.
Manuele Amateis, presidente della nuova Associazione, ha dato avvio all’iniziativa affiancato da altri nove soci fondatori, mentre insieme a lui, nel Consiglio Direttivo, vi sono Francesca Rizzo e Stefania Magro, con Patrizia Marcoz quale segretaria. «Un gruppo unito – sottolinea Amateis – che ha l’obiettivo di portare un cambiamento reale, dal pregiudizio all’inclusione, facendo emergere le problematiche legate all’epilessia e affrontando la lotta contro lo stigma sociale che troppo spesso accompagna chi ne è affetto».
Il 10 febbraio, tra l’altro, sarà un’occasione quanto mai propizia di visibilità di fronte all’opinione pubblica, se è vero che grazie all’adesione della Regione Valle d’Aosta e del Comune di Aosta, il Castello di Aymavilles e il Palazzo Comunale del capoluogo si illumineranno di viola, il colore simbolo dell’epilessia. «Un gesto – è stato sottolineato che non si limiterà a un’illuminazione scenografica, ma che rappresenterà un faro di consapevolezza per una condizione che colpisce circa una persona su cento (circa 550.000 persone in Italia), spesso senza la giusta comprensione o attenzione».

«Abbiamo già intrapreso dialoghi fruttuosi con le Istituzioni locali – spiegano dalla nuova AICE Valle d’Aosta -, puntando a rimuovere i fattori discriminanti che ostacolano una piena inclusione delle persone con epilessia. La missione della nostra Associazione è chiara: informare, sensibilizzare e creare un ambiente in cui le persone con epilessia possano sentirsi parte integrante della società, senza paura di essere emarginate o fraintese. E questo passa per l’eliminazione di barriere sociali e culturali, per la formazione di operatori competenti e per l’adozione di politiche inclusive. Dal canto nostro intendiamo pórci come una rete di sostegno per le persone con epilessia e le loro famiglie, mettendo a disposizione informazioni utili, supporto pratico e formazione per gli operatori delle attività extrascolastiche. Una delle nostre azioni chiave sarà quella di promuovere la corretta somministrazione del farmaco salvavita in caso di crisi epilettiche, con una particolare attenzione alla formazione di chi lavora con bambini e ragazzi. Inoltre, ci impegnamo a lavorare per creare intese e protocolli che garantiscano la sicurezza e l’inclusione delle persone con epilessia in tutte le attività quotidiane».

«Ora – concludono dall’Associazione – siamo alla ricerca di soci, volontari e persone che vogliano farsi portavoce di questa causa. Chiunque sia interessato a dare il proprio contributo, infatti, e a fare la differenza, può entrare in contatto con noi, unendosi a un movimento che sta lavorando per costruire una società più inclusiva, che non lasci indietro chi affronta quotidianamente l’epilessia. La strada per la piena inclusione è lunga, ma insieme si può fare la differenza!». (S.B.)

Per ogni ulteriore informazione e approfondimento: aicevda@libero.it.

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Un lavoro per tutti

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“Un lavoro per tutti: un dialogo aperto su esperienze, sfide e speranze nel mondo del lavoro”: è il titolo dell’evento organizzato dalla Cooperativa Sociale comasca La Cometa (Accogliere per educare), in collaborazione con Confindustria Como, che si terrà il 13 febbraio, presso il Teatro Sociale della città lombarda

Un lavoro per tutti: un dialogo aperto su esperienze, sfide e speranze nel mondo del lavoro: è il titolo dell’incontro organizzato dalla Cooperativa Sociale La Cometa (Accogliere per educare), in collaborazione con Confindustria Como, che si terrà giovedì 13 febbraio presso il Teatro Sociale di Como (Piazza Verdi, 1, ore 18).
L’evento, moderato da Diego Minonzio, direttore della «Provincia di Como», sarà aperto da Francesco Pizzagalli, vicepresidente vicario di Confindustria Como e interverranno Sandro Veronesi, presidente di Oniverse, Julián Carrón, teologo e Marco Bentivogli, coordinatore nazionale di Base Italia.
Concluderà l’incontro Alessandra Locatelli, ministra per le Disabilità. (C.C.)

L’incontro sarà a ingresso libero, previa registrazione (tramite questo link). Per ulteriori informazioni: La Cometa (eventi@puntocometa.org).

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Pronti per realizzare percorsi di vita indipendente?

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È aperto fino al 15 febbraio, il bando per la selezione di 120 destinatari del progetto “Pronti per l’Indipendenza, rivolto a persone con disabilità tra i 18 e i 50 anni che parteciperanno a diverse attività (counseling, tutoraggio, informazione/formazione, partecipazione a sessioni di co-progettazione) per realizzare percorsi di vita indipendente

Esaurito il bando per la formazione dei referenti che dovranno attuare il progetto di vita delle persone con disabilità, nell’ambito dell’iniziativa Pronti per l’Indipendenza, finanziata dall’Avviso 2/2023 del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e di cui è capofila la FISH (già Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, oggi Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie), è invece ancora aperto fino al 15 febbraio, il bando per la selezione di 120 destinatari della medesima iniziativa (il bando stesso è disponibile a questo link).
In partenariato con la FISH, lo ricordiamo, vi sono l’AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla), la LEDHA (Lega delle Persone con Disabilità, componente lombarda della FISH), la FIADDA (Federazione Italiana per i Diritti delle Persone sorde e Famiglie), CAPIT, l’AVI Umbria (Associazione Vita Indipendente), la FISH Calabria e la FIADDA Roma.

Il bando, dunque, è rivolto a persone con disabilità tra i 18 e i 50 anni (a parità di punteggio, sarà data priorità ai candidati di minore età), ugualmente ripartiti tra uomini e donne. Inoltre, dal momento che il progetto Pronti per l’Indipendenza ha carattere nazionale, si terrà conto anche di una ripartizione su base regionale di almeno sei beneficiari per Regione.
Le persone selezionate parteciperanno a diverse attività (counseling, tutoraggio, informazione/formazione, partecipazione a sessioni di co-progettazione) per realizzare percorsi di vita indipendente.

Su tale tema è anche disponibile, nel podcast Radio FISH, un’interessante intervista con Giuseppa Adamo, progettista della FISH (disponibile a questo link) e segnaliamo inoltre che la stessa FISH ha preparato anche un testo con le domande/risposte più frequenti (a questo link). (S.B.)

Come detto, la domanda deve essere inviata entro il 15 febbraio (ore 12) e bisogna farlo tramite PEC (presidenza.fishonlus@pec.it) o con consegna diretta presso la sede della FISH a Roma (Via Guidubaldo del Monte, 61).

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