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Storie di “diplomifici”

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«Negli ultimi anni – scrive Salvatore Nocera – abbiamo dovuto purtroppo notare gravi incongruenze nell’utilizzo di titoli culturali, i cui punteggi vanno ad alterare notevolmente le graduatorie scolastiche. E penso, ad esempio, al Decreto secondo il quale i docenti che abbiano svolto supplenze in attività di sostegno didattico all’inclusione scolastica senza il relativo titolo di specializzazione, potranno conseguirlo con un corso della durata pari alla metà dei contenuti culturali previsti per legge dai normali corsi di specializzazione Un’insegnante di sostegno insieme a un alunno

Negli ultimi anni abbiamo dovuto purtroppo notare gravi incongruenze nell’utilizzo di titoli culturali, i cui punteggi vanno ad alterare notevolmente le graduatorie scolastiche, siano esse ai fini delle supplenze o dei concorsi per le immissioni in ruolo o ancora ai fini dei trasferimenti di sede per i docenti di ruolo. Si nota infatti un continuo e crescente pullulare di rilascio di titoli per una seconda abilitazione affine a una principale (ad esempio per le classi umanistiche come A013 di latino e greco, A012 di discipline letterarie o A011 di italiano e latino), oppure di certificazioni linguistiche, ivi comprese quelle dell’insegnamento dell’italiano agli stranieri.

A queste “stranezze”, inoltre, se ne aggiungono altre, quali:
° Questi titoli valgono un punteggio spesso anche doppio rispetto a un anno di insegnamento.
° I corsi per il rilascio di questi titoli normalmente non vengono effettuati da università statali, ma da libere università;
° Questi corsi solitamente non vengono effettuati in presenza ma online;
° Tali corsi, per la loro durata rispetto ad altri, costano moltissimo, eppure sono fortemente richiesti.

L’orientamento politico nell’avere sempre più favorito negli anni il rilascio di questi titoli che hanno un alto valore di punteggio contrasta, invece, con un altro orientamento politico che, sia pur altrettanto discutibile, è però opposto; mi riferisco a tutta la normativa di favore data al valore giuridico degli anni di insegnamento rispetto a quello dei titoli culturali. Penso, tra gli ultimi esempi, a quello del Decreto Legge 71/24 (convertito nella Legge 106/24), il cui articolo 7 stabilisce che i docenti che hanno svolto supplenze in attività di sostegno didattico all’inclusione scolastica senza avere il relativo titolo di specializzazione potranno conseguirlo con un corso della durata pari alla metà (30 Crediti Formativi Universitari) dei contenuti culturali che invece per legge sono previsti per i normali corsi di specializzazione (60 Credito Formativi Universitari). Anzi, addirittura da più parti si ritiene che gli attuali corsi normali di specializzazione di 60 Crediti siano insufficienti, e ade esempio la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) auspica con una sua Proposta di Legge il raddoppio a due anni, per garantire una seria preparazione professionale.

Questa crescente “quotazione in borsa” dei cosiddetti titoli culturali è spiegabile ovviamente con il fatto che il mercato ha compreso come essi siano molto appetibili, e quindi si è messo a “fabbricarli” a iosa con la legittimazione ufficiale dei vari Governi. La conseguenza di tutto ciò è che i giovani, seriamente preparati nelle varie graduatorie di cui sopra, sono superati sia da quanti hanno una grande anzianità di servizio, sia da quanti hanno fatto incetta dei cosiddetti titoli culturali.
Credo che sarebbe dunque il caso che il mondo della scuola facesse una seria riflessione su quanto sta avvenendo, e che a seguito di essa anche il mondo politico ponesse rimedio a questa insostenibile situazione.

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La FISH di nuovo all’ONU, con una crescente consapevolezza

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Fino al 20 dicembre, al Palazzo delle Nazioni Unite di New York, è visitabile la mostra La Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità attraverso gli occhi dei giovani. All’inaugurazione ha presenziato anche il presidente della FISH (Federazione Internazionale per il Superamento dell’Handicap) Falabella, oltreché consigliere del CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro), che ha incontrato poi anche il console generale d’Italia a New York Fabrizio Di Michele e la comunità italiana newyorkese. Lo abbiamo incontrato Il discorso del presidente della FISH Falabella alla comunità italiana di New York

Fino al 20 dicembre, al Palazzo delle Nazioni Unite di New York, è aperta la mostra La Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità attraverso gli occhi dei giovani. All’inaugurazione ha presenziato anche il presidente della FISH (Federazione Internazionale per il Superamento dell’Handicap) e consigliere del CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro), Vincenzo Falabella, che ha incontrato poi anche il console generale d’Italia a New York Fabrizio Di Michele e la comunità italiana newyorkese. L’abbiamo incontrato per capire in quale misura questa missione abbia rappresentato un’occasione per rafforzare il dialogo internazionale e sensibilizzare la comunità globale sull’importanza di una piena attuazione della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità.

Non è una cosa di tutti i giorni intervenire al Palazzo delle Nazioni Unite: dopo il momento delle emozioni, può tracciare un bilancio della sua trasferta a New York? Ha assunto un significato particolare anche per le persone con disabilità e le famiglie che rappresenta?
«È stato certamente un riconoscimento del lavoro che stiamo portando a compimento nel nostro Paese. Il nostro movimento associativo è andato oltre i propri confini nazionali e quello che abbiamo fatto in questi anni, a livello politico, di empowerment, di conoscenza e consapevolezza di come bisogna rivendicare i diritti dei nostri cittadini e delle nostre cittadine con disabilità, è stato percepito chiaramente a livello istituzionale e all’interno del Palazzo di Vetro dell’ONU.
Il direttore dell’Alleanza Internazionale sulla Disabilità (IDA) José Maria Viera, e il capo di gabinetto del segretario generale dell’ONU, Courtenay Rattray, mi hanno confermato che le azioni che stiamo mettendo in campo a livello nazionale sono seguite a livello mondiale: questo è un piccolo vanto per come siamo riusciti a cambiare la cultura e i metodi di advocacy (tutela) e di rappresentanza associativa.
Abbiamo rappresentato le buone prassi che stiamo mettendo in campo, ma anche evidenziato le criticità: l’Italia ha innovato tanto, è riconosciuta a livello internazionale per la stesura di norme importanti, ma molte volte queste norme non riescono ad essere applicate e, quindi, non hanno una ricaduta concreta sulla vita dei nostri cittadini e delle nostre cittadine con disabilità.
Un passaggio che voglio ulteriormente sottolineare è che la FISH è riuscita ad arrivare in quei luoghi istituzionali che in passato non erano minimamente pensabili: lo abbiamo fatto quando è stata ratificata la Convenzione ONU nel 2006 a New York, e nel marzo dell’anno successivo, quando Giampiero Griffo sottoscrisse la Convenzione stessa insieme all’allora ministro della Solidarietà Sociale Ferrero. Lo abbiamo rifatto ora, attraverso la mia presenza, a distanza di diciotto anni».

Rispetto alla mostra sulla Convenzione vista attraverso gli occhi dei giovani, al cui taglio del nastro ha presenziato, che cos’ha di particolare questo sguardo, cosa vede che gli adulti non riescono a vedere, a suo parere?
«I nostri ragazzi, le nostre ragazze hanno una sensibilità e un’attenzione differente rispetto a noi adulti: sono privi di schemi e di barriere: riuscire ad incidere in maniera significativa sulla loro cultura, sul loro sapere, sulle loro sensibilità è lo strumento migliore per quel cambiamento che tutti noi auspichiamo.
Dalla mostra, attraverso il linguaggio del fumetto, emerge una rappresentazione della disabilità non in chiave pietistica, ma di valorizzazione della persona, quindi è un occhio diverso che non ha paura del “diverso”, non ha paura della condizione di disabilità».

Durante il suo soggiorno ha incontrato anche il Console Generale d’Italia a New York Fabrizio Di Michele: di cosa avete parlato?
«Nonostante fossimo a tantissimi chilometri dal nostro Paese, una volta varcata la soglia del Consolato, abbiamo respirato aria di casa. In attesa dell’arrivo della ministra per le Disabilità Locatelli, abbiamo avuto un incontro riservato con il Console e la viceconsole Marta Mammana: conoscevano molto bene il mondo della FISH da me rappresentato. In merito alla Legge di Bilancio per il 2025, attualmente in discussione, ci siamo soffermati sul Fondo Unico per l’inclusione delle persone con disabilità, snodo cruciale per l’applicazione e la garanzia di tutti quei princìpi che vengono annoverati all’interno della Legge Delega 227/21 in materia di disabilità».

Come è andato invece l’incontro con la comunità italiana che vive a New York?
«È stato emozionante trovarmi di fronte ad una sala gremita di cittadini e cittadine italiane che vivono ormai da tanto tempo negli Stati Uniti: ci hanno fatto sentire la loro vicinanza, il loro attaccamento al Paese Italia. Nella giornata successiva ho avuto poi anche degli incontri informali con alcune organizzazioni americane di Associazioni di persone con disabilità e dei loro familiari: mi hanno chiesto come abbiamo fatto a costruire questa autorevolezza e questa interlocuzione con la politica nazionale, mentre a livello internazionale il movimento associativo stenta ancora a ritagliarsi un ruolo politico. Mi sono dunquue soffermato su ciò che abbiamo cercato di fare, ossia di mettere da parte la sterile rabbia e l’improduttivo mugugno, studiando moltissimo, mettendo in rete le competenze e soprattutto ascoltando le istanze dei nostri cittadini e cittadine. Al mondo che rappresentiamo abbiamo chiesto in particolare quali fossero i bisogni principali insoddisfatti e da qui siamo partiti per costruire una rete di solidarietà, attraverso il confronto, a volte anche aspro, ma in grado di portare a sintesi le numerose istanze arrivate». (Carmela Cioffi)

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Bene la proroga di esclusione IVA per il Terzo Settore, ma è un rimedio provvisorio

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«La proroga di un anno dell’attuale regime di esclusione IVA per il Terzo Settore, inserita nel Decreto Milleproroghe è una buona notizia – dichiara Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore – che solleva da grande preoccupazione decine di migliaia di realtà sociali. Il grido di allarme che abbiamo lanciato negli scorsi mesi è stato ascoltato da Governo e Parlamento, ma l’intervento rimane un rimedio provvisorio

«La proroga di un anno dell’attuale regime di esclusione IVA per il Terzo Settore, inserita nel Decreto Milleproroghe è una buona notizia che solleva da grande preoccupazione decine di migliaia di realtà sociali. Il grido di allarme che abbiamo lanciato negli scorsi mesi è stato ascoltato da Governo e Parlamento, ma l’intervento rimane un rimedio provvisorio. Da anni, infatti, attendiamo una soluzione vera alla questione dell’IVA e già da tempo abbiamo sottoposto una nostra proposta al Ministero dell’Economia, che peraltro non comporterà alcun aggravio per le casse dello Stato, che ci auguriamo vivamente sia accolta»: lo dichiara in una nota Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore.

«Accogliamo con favore – aggiunge Pallucchi – anche la proroga per le ONLUS per accedere nel 2025 al 5 per mille, in attesa dell’entrata in vigore delle nuove disposizioni fiscali previste dal Codice del Terzo Settore».
«E infine – conclude – seguiamo con attenzione le altre fondamentali questioni per il Terzo Settore e il welfare del Paese nella Legge di Bilancio, dal rifinanziamento del fondo per la povertà educativa minorile, essenziale per prevenire e contrastare il disagio giovanile, al tema dell’articolo 112 (Misure di potenziamento dei controlli di finanza pubblica) di cui chiediamo l’abolizione». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: stampa@forumterzosettore.it.
A questo link vi è l’elenco completo di tutti i soci e degli aderenti al Forum Nazionale del Terzo Settore, tra cui anche la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).

Le bellezze dei centri storici della Calabria e le barriere che ne ostacolano la fruizione

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Centri storici e barriere architettoniche, con la presentazione del libro di Gianpiero Taverniti, Raccontando la Calabria: è l’incontro in programma  per il 12 dicembre a Cosenza, organizzato dall’UNMS locale, con il supporto delle Federazioni FISH Calabria e FAND Calabria e dell’Associazione Soccorso Senza Barriere

Un evento voluto per dare un contributo utile a far sì che le persone con disabilità possano ammirare le bellezze della Calabria: è l’incontro sul tema Centri storici e barriere architettoniche, con la presentazione del libro di Gianpiero Taverniti, Raccontando la Calabria. Una nuova alba per la mia terra, promosso per il pomeriggio del 12 dicembre a Cosenza (Chiostro di San Agostino nel Museo dei Brettii e degli Enotri, ore 16-18.30) dall’UNMS locale (Unione Nazionale Mutilati per Servizio), con il supporto di FISH Calabria (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), FAND Calabria (Federazione tra le Associazioni Nazionali di Persone con Disabilità) e dell’Associazione Soccorso Senza Barriere.

«La presenza di barriere architettoniche nei centri storici – spiegano i promotori dell’incontro – rende impossibile alle persone con disabilità di integrarsi bene nella vita sociale e di apprezzare le bellezze della nostra Regione. Per stabilire come migliorare e semplificare una barriera architettonica, bisogna pertanto comprendere quando sia opportuno intervenire su di essa o quando no. E per capire tutto ciò, basta domandarsi se l’ambiente circostante sia di ostacolo, per un qualsiasi motivo, alla fruizione sicura e libera di tutti i servizi della vita quotidiana, anche per le persone con disabilità».
Di tutto ciò discuteranno il 12 dicembre a Cosenza Silvana Paratone, commissaria dell’UNMS di Reggio Calabria; Carmine Vizza, presidente dell’UNMS Cosenza; Maria Cerzoso, direttrice del Museo dei Bretti e degli Enotri di Cosenza; Antonio Sabatino, presidente dell’UNMS Calabria; Nunzia Coppedé, presidente della FISH Calabria; Gianfranco Pisano, presidente di Soccorso Senza Barriere; Maurizio Simone, presidente della FAND Calabria.

All’incontro sarà presente lo scrittore Gianpiero Taverniti, autore, come detto del libro Raccontando la Calabria, un’immersione nella storicità, nell’arte e nella cultura dei centri storici di questa Regione, dal quale partirà il dialogo che si soffermerà in particolare sulle barriere architettoniche presenti nei centri storici e gli ostacoli che si dovrebbero abbattere per poterle rendere fruibili anche da parte delle persone con ridotte capacità motorie e sensoriali. (S.B.)

Per ulteriori informazioni: cosenza@unms.it; soccorsosenzabarriere@gmail.com.

La FISH di nuovo all’ONU, con una crescente consapevolezza

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Fino al 20 dicembre, al Palazzo delle Nazioni Unite di New York, è visitabile la mostra La Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità attraverso gli occhi dei giovani. All’inaugurazione ha presenziato anche il presidente della FISH (Federazione Internazionale per il Superamento dell’Handicap) Falabella, oltreché consigliere del CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro), che ha incontrato poi anche il console generale d’Italia a New York Fabrizio Di Michele e la comunità italiana newyorkese. Lo abbiamo incontrato Il discorso del presidente della FISH Falabella alla comunità italiana di New York

Fino al 20 dicembre, al Palazzo delle Nazioni Unite di New York, è aperta la mostra La Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità attraverso gli occhi dei giovani. All’inaugurazione ha presenziato anche il presidente della FISH (Federazione Internazionale per il Superamento dell’Handicap) e consigliere del CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro), Vincenzo Falabella, che ha incontrato poi anche il console generale d’Italia a New York Fabrizio Di Michele e la comunità italiana newyorkese. L’abbiamo incontrato per capire in quale misura questa missione abbia rappresentato un’occasione per rafforzare il dialogo internazionale e sensibilizzare la comunità globale sull’importanza di una piena attuazione della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità.

Non è una cosa di tutti i giorni intervenire al Palazzo delle Nazioni Unite: dopo il momento delle emozioni, può tracciare un bilancio della sua trasferta a New York? Ha assunto un significato particolare anche per le persone con disabilità e le famiglie che rappresenta?
«È stato certamente un riconoscimento del lavoro che stiamo portando a compimento nel nostro Paese. Il nostro movimento associativo è andato oltre i propri confini nazionali e quello che abbiamo fatto in questi anni, a livello politico, di empowerment, di conoscenza e consapevolezza di come bisogna rivendicare i diritti dei nostri cittadini e delle nostre cittadine con disabilità, è stato percepito chiaramente a livello istituzionale e all’interno del Palazzo di Vetro dell’ONU.
Il direttore dell’Alleanza Internazionale sulla Disabilità (IDA) José Maria Viera, e il capo di gabinetto del segretario generale dell’ONU, Courtenay Rattray, mi hanno confermato che le azioni che stiamo mettendo in campo a livello nazionale sono seguite a livello mondiale: questo è un piccolo vanto per come siamo riusciti a cambiare la cultura e i metodi di advocacy (tutela) e di rappresentanza associativa.
Abbiamo rappresentato le buone prassi che stiamo mettendo in campo, ma anche evidenziato le criticità: l’Italia ha innovato tanto, è riconosciuta a livello internazionale per la stesura di norme importanti, ma molte volte queste norme non riescono ad essere applicate e, quindi, non hanno una ricaduta concreta sulla vita dei nostri cittadini e delle nostre cittadine con disabilità.
Un passaggio che voglio ulteriormente sottolineare è che la FISH è riuscita ad arrivare in quei luoghi istituzionali che in passato non erano minimamente pensabili: lo abbiamo fatto quando è stata ratificata la Convenzione ONU nel 2006 a New York, e nel marzo dell’anno successivo, quando Giampiero Griffo sottoscrisse la Convenzione stessa insieme all’allora ministro della Solidarietà Sociale Ferrero. Lo abbiamo rifatto ora, attraverso la mia presenza, a distanza di diciotto anni».

Rispetto alla mostra sulla Convenzione vista attraverso gli occhi dei giovani, al cui taglio del nastro ha presenziato, che cos’ha di particolare questo sguardo, cosa vede che gli adulti non riescono a vedere, a suo parere?
«I nostri ragazzi, le nostre ragazze hanno una sensibilità e un’attenzione differente rispetto a noi adulti: sono privi di schemi e di barriere: riuscire ad incidere in maniera significativa sulla loro cultura, sul loro sapere, sulle loro sensibilità è lo strumento migliore per quel cambiamento che tutti noi auspichiamo.
Dalla mostra, attraverso il linguaggio del fumetto, emerge una rappresentazione della disabilità non in chiave pietistica, ma di valorizzazione della persona, quindi è un occhio diverso che non ha paura del “diverso”, non ha paura della condizione di disabilità».

Durante il suo soggiorno ha incontrato anche il Console Generale d’Italia a New York Fabrizio Di Michele: di cosa avete parlato?
«Nonostante fossimo a tantissimi chilometri dal nostro Paese, una volta varcata la soglia del Consolato, abbiamo respirato aria di casa. In attesa dell’arrivo della ministra per le Disabilità Locatelli, abbiamo avuto un incontro riservato con il Console e la viceconsole Marta Mammana: conoscevano molto bene il mondo della FISH da me rappresentato. In merito alla Legge di Bilancio per il 2025, attualmente in discussione, ci siamo soffermati sul Fondo Unico per l’inclusione delle persone con disabilità, snodo cruciale per l’applicazione e la garanzia di tutti quei princìpi che vengono annoverati all’interno della Legge Delega 227/21 in materia di disabilità».

Come è andato invece l’incontro con la comunità italiana che vive a New York?
«È stato emozionante trovarmi di fronte ad una sala gremita di cittadini e cittadine italiane che vivono ormai da tanto tempo negli Stati Uniti: ci hanno fatto sentire la loro vicinanza, il loro attaccamento al Paese Italia. Nella giornata successiva ho avuto poi anche degli incontri informali con alcune organizzazioni americane di Associazioni di persone con disabilità e dei loro familiari: mi hanno chiesto come abbiamo fatto a costruire questa autorevolezza e questa interlocuzione con la politica nazionale, mentre a livello internazionale il movimento associativo stenta ancora a ritagliarsi un ruolo politico. Mi sono dunquue soffermato su ciò che abbiamo cercato di fare, ossia di mettere da parte la sterile rabbia e l’improduttivo mugugno, studiando moltissimo, mettendo in rete le competenze e soprattutto ascoltando le istanze dei nostri cittadini e cittadine. Al mondo che rappresentiamo abbiamo chiesto in particolare quali fossero i bisogni principali insoddisfatti e da qui siamo partiti per costruire una rete di solidarietà, attraverso il confronto, a volte anche aspro, ma in grado di portare a sintesi le numerose istanze arrivate». (Carmela Cioffi)

Riccardo Bonacina, punto di riferimento per il Terzo Settore italiano

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Anche la redazione di Superando si unisce al cordoglio per la scomparsa di Riccardo Bonacina, fondatore nel 1994 di «Vita», testata costruita sulla base di un’alleanza fra un gruppo di giornalisti e una rete di organizzazioni non profit, che seppe cogliere un bisogno reale di rappresentanza e racconto dei temi del sociale e dell’impegno civile Riccardo Bonacina (1954-2024)

Anche la redazione di Superando si unisce al cordoglio per la scomparsa di Riccardo Bonacina, fondatore nel 1994 di «Vita», ove viene definito oggi, dall’attuale direttore della testata Stefano Arduini, come «un grande maestro e amico per tanti di noi che, come me, insieme a lui hanno percorso un lungo tratto di vita che non si può definire solo professionale».

Nato nel 1954, dopo l’esperienza in Fininvest e in Rai, trent’anni fa, come detto, Bonacina fondò «Vita», il cui primo numero uscì il 27 ottobre 1994, e «che allora – scrive ancora Arduini – in molti definirono “L’Espresso del sociale”, un giornale quasi clandestino, certamente ribelle nato da “un moto di rabbia”, come Riccardo amava ricordare, di fronte al fatto che nella dieta mediatica di allora i temi del sociale e dell’impegno civile erano considerati ancillari: buone azioni di buona gente, ma che in fondo contavano poco. Non era così. E 30 anni di storia dimostrano che quell’intuizione, costruita sulla base di un’alleanza fra un gruppo di giornalisti e un network di organizzazioni non profit (il comitato editoriale), aveva colto un bisogno reale di rappresentanza e racconto».

Insieme dunque al Forum Nazionale del Terzo Settore, che in una nota definisce Bonacina come un reale «punto di riferimento per il Terzo Settore italiano, stimato giornalista, uomo di forti valori e grande etica, dedicato fino all’ultimo alla causa sociale», ricordando come i percorsi di «Vita» e del Forum stesso siano iniziati «sulla base degli stessi princìpi e nello stesso periodo, avendo come obiettivo condiviso la valorizzazione di un modello di società più giusta e inclusiva e il perseguimento dello sviluppo sociale», la nostra redazione invia un abbraccio ai familiari e a tutta la redazione di «Vita».

Riabilitazione robotica e digitale in età evolutiva: un centro ambulatoriale unico in Italia

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Il 3 dicembre scorso, l’IRCCS Fondazione Stella Maris di Calambrone (Pisa), punto di riferimento per la Neurologia e la Neuropsichiatria Pediatrica, ma anche polo di ricerca nella riabilitazione robotica e digitale dei bambini/bambine con disturbi e disabilità dello sviluppo neurologico, ha inaugurato il nuovo Centro Ambulatoriale Pediatrico di Riabilitazione Tecnologica del proprio Laboratorio INNOVATE, prima struttura del genere nel nostro Paese Una bimba impegnata insieme a un’operatrice nel “Laboratorio Innovate” dell’IRCCS Fondazione Stella Maris di Calambrone (Pisa)

È la prima struttura del genere per bambini e bambine con disabilità che si apre in Italia: parliamo del nuovo Centro Ambulatoriale Pediatrico di Riabilitazione Tecnologica del Laboratorio INNOVATE, inaugurato il 3 dicembre scorso, in occasione della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità dall’IRCCS Fondazione Stella Maris, a Calambrone (Pisa), punto di riferimento per la Neurologia e la Neuropsichiatria Pediatrica, che è anche un polo di ricerca nella riabilitazione robotica e digitale dei bambini/bambine con disturbi e disabilità dello sviluppo neurologico.

Il taglio del nastro è stato preceduto da un convegno scientifico dove si è fatto il punto sull’iniziativa denominata Fit4MedRob (Fit for Medical Robotics), incontro guidato da Giuseppina Sgandurra, durante il quale sono state esplorate le più recenti innovazioni in àmbito tecnologico e robotico applicate alla riabilitazione. Tra i temi affrontati: i bisogni delle famiglie, i modelli organizzativi per implementare la riabilitazione robotica e le nuove frontiere, come robot indossabile, robot-avatar, robot sociali e intelligenza artificiale.
«La nostra missione – ha dichiarato la professoressa Sgandurra – è quella di validare nuovi modelli riabilitativi integrati e multifunzionali mirati ad offrire soluzioni altamente innovative che integrino tecnologia e assistenza, sempre a beneficio dei bambini e delle loro famiglie. Il nuovo Centro si baserà su una solida rete multidisciplinare, dove professionisti di vari settori lavoreranno insieme, creando nel loro insieme un team unico, insieme ai bambini e ai loro genitori, con l’obiettivo di creare le migliori soluzioni possibili nel percorso riabilitativo».

Questo nuovo polo multidisciplinare del Laboratorio INNOVATE riunisce clinici, ingegneri, data scientist e ricercatori, lavorando a stretto contatto con le famiglie, per sviluppare, testare e validare strumenti tecnologici innovativi. Il Centro si pone come obiettivi principali, innanzitutto quello di sperimentare e convalidare tecnologie commerciali esistenti, come robot complessi e sistemi virtuali, spesso progettati per persone adulte, adattandoli ai bisogni dei bambini e mettendo a punto nuovi modelli riabilitativi integrati. Inoltre, si punta a sviluppare e a testare nuove soluzioni tecnologiche, co-create per rispondere alle esigenze specifiche dei piccoli pazienti con disturbi e disabilità dello sviluppo neurologico. La struttura si estende su 500 metri quadrati e include palestre riabilitative dotate di dispositivi altamente innovativi.

«L’IRCCS Fondazione Stella Maris – ha sottolineato il direttore scientifico della stessa Giovanni Cioni – si dedica da anni al miglioramento della qualità della vita dei bambini con disabilità, confermandosi un’eccellenza nel panorama internazionale. Grazie al Laboratorio INNOVATE, al lavoro dei ricercatori dell’Istituto Scientifico e alle sinergie con università e partner clinici, continuiamo a spingere i confini della scienza per offrire ai nostri pazienti le migliori opportunità di recupero e di qualità di vita». (C.C.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Ufficio Stampa IRCCS Fondazione Stella Marisa (Roberta Rezoalli), r.rezoalli@gmail.com.

Un’app per scoprire le opportunità di vita inclusiva nel Nord Ovest milanese

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Ideata all’interno del progetto “Terzo Tempo – Cantieri per la vita interdipendente” con il sostegno del Fondo Inclusione Autismo istituito dal Ministero per le Disabilità e dalla Regione Lombardia, la web-app “Reteterzotempo” ha come obiettivo quello di raccontare e attivare occasioni di vita inclusiva nel territorio che sta a nord ovest di Milano. Alla realizzazione di essa ha lavorato un team composto da persone con autismo, educatori, familiari e sviluppatori software Una parte del team che ha contribuito a realizzare l’app “ReteTerzoTempo.it”

Si chiama Reteterzotempo.it ed è un’applicazione web, fruibile sia da computer sia da smartphone, che vuole essere una sorta di portale di accesso e di condivisione delle opportunità di vita inclusiva presenti nel territorio. A prima vista, può sembrare un po’ rudimentale e non tanto diversa dai numerosi siti o blog che si trovano in rete. Ma bisogna andare oltre l’apparenza per capire che, nella sua semplicità, Reteterzotempo.it è qualcosa di più.

Si tratta, infatti, di uno dei tanti frutti della co-progettazione maturata all’interno del progetto Terzo Tempo – Cantieri per la vita interdipendente, finanziato dal Fondo Inclusione Autismo istituito dal Ministero per le Disabilità e dalla Regione Lombardia. Un progetto molto ampio di iniziative, volto a promuovere la vita interdipendente delle persone, che siano con o senza disabilità, e per far sì che le comunità diventino sempre più accoglienti, per tutti e tutte.
Questo progetto ha operato su più fronti e ha visto collaborare molte realtà dell’ambito territoriale di Garbagnate Milanese, che comprende i Comuni di Baranzate, Bollate, Cesate, Garbagnate Milanese, Paderno Dugnano, Novate Milanese, Senago e Solaro.
«La web-app Reteterzotempo.it racconterà le esperienze presenti nell’àmbito territoriale e proverà, in prospettiva, ad attivare nuovi esperimenti e nuovi percorsi. Le tematiche di maggiore interesse sono quelle relative a tempo libero, sport, cultura, ambiente, genitorialità, in generale tutto quanto può fare la differenza in termini di qualità della vita e inclusione sociale», si legge in una nota della rete lombarda Terzo Tempo.

Il tutto è stato presentato ufficialmente il 2 dicembre scorso, presso l’Auditorium della Biblioteca Tilane di Paderno Dugnano (Milano), con la partecipazione dell’intero team che ha contribuito a realizzare la web-app e che si occuperà di tenerla aggiornata. Essa ha visto intorno al tavolo di lavoro operatori dell’ANFFAS Bollate Novate (Associazione Nazionale di Famiglie e Persone con Disabilità Intellettive e Disturbi del Neurosviluppo), della Cooperativa Larcobaleno di Bollate e della Cooperativa Duepuntiacapo di Paderno Dugnano, con il coordinamento della Rete Immaginabili Risorse-Cooperativa Sociale Il Germoglio di Cassina de’ Pecchi, che hanno studiato il concept dell’applicazione, ipotizzato un piano editoriale e lavorato sui contenuti insieme a un gruppo di quattro giovani con autismo particolarmente interessati al mondo digitale e ad alcuni familiari. Alla parte software ci ha pensato Infinite Officine di Melzo, in un gioco di continua interazione con il team editoriale. La regia dell’operazione, così come di tutto il grande progetto Terzo Tempo – Cantieri per la vita interdipendente, è stata dell’Azienda Speciale Consortile Comuni Insieme per lo Sviluppo Sociale. (C.C.)

Per informazioni: terzotempo@comuni-insieme.mi.it (Maurizio Ferrari).

La “lotteria” dei buoni servizio per le persone non autosufficienti

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Una vera “lotteria”, dove però “i servizi essenziali si perdono”, denunciano dall’ANGSA Lazio, raccontando cosa sia accaduto proprio il 3 dicembre, nella Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, a chi doveva presentare alla Regione Lazio le domande per accedere a buoni servizio finalizzati al pagamento dei servizi di assistenza per le persone non autosufficienti. «Un “gioco” emozionante – scrivono dall’Associazione -, peccato che si giochi con la vita di persone con disabilità e delle loro famiglie!»

Il 28 novembre avevamo scritto che I servizi essenziali non si vincono, ma il 3 dicembre, a distanza di cinque giorni, abbiamo potuto affermare che I servizi essenziali si perdono!
Non è bastato avere stanziato quasi un terzo in meno della scorsa edizione (si è passati dallo stanziamento di 20 milioni a soli 8 milioni) e inoltre l’Assessorato al Sociale della Regione Lazio non poteva scegliere giorno migliore per deludere nuovamente centinaia di famiglie che la mattina del 3 dicembre erano pronte per ritentare la “fortuna al gioco” (sob!): com’è ben noto, infatti, il 3 dicembre era la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità…
Persone trattate non da ultime della fila, ma ancora peggio, perché neppure in fila le hanno fatte mettere! L’avviso sulla piattaforma fino alla prima mattina del 3 dicembre ancora prevedeva che lo sportello per l’inserimento delle domande sarebbe stato operativo dalle 15, e invece, a metà mattinata, ecco la sorpresa (che gioco sarebbe altrimenti?): «L’apertura dello sportello di presentazione delle domande per l’Avviso Pubblico “per accedere a buoni servizio finalizzati al pagamento dei servizi di assistenza per le persone non autosufficienti nel territorio della Regione Lazio – IV edizione – 2024-2025”, inizialmente prevista per il giorno 3/12/2024 alle ore 15:00, è momentaneamente sospesa su disposizione della Regione Lazio per ulteriori verifiche sulla piattaforma. Al termine delle stesse sarà possibile riaprire la piattaforma e consentire l’accesso per le domande. La nuova data di apertura sarà comunicata quanto prima nelle stesse modalità».
Stavolta, dunque, nessuna data, nessuna aspettativa. Per rendere il gioco ancora più emozionante, più ansiogeno! Peccato che si giochi con la vita di persone con disabilità e delle loro famiglie!
Forse, però, a pensar male, è il modo migliore per non creare il sovraffollamento da ora del click. Ecco la soluzione del gioco. E ancora una volta vincerà il più fortunato, chi scoprirà per primo lo sblocco dell’accesso.

P.S.: ad essere bloccata è anche la possibilità di inserire la rendicontazione di novembre e così il rimborso non arriverà prima di Natale. Grazie alla Regione Lazio anche per quest’altro regalo!

*Associazione Nazionale Genitori di perSone Autistiche Lazio.

In Lombardia un Intergruppo Consiliare per rendere concreta la vita indipendente

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In occasione della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, la consigliera della Regione Lombardia Lisa Noja ha presentato il nuovo Intergruppo Consiliare Non autosufficienza e vita indipendente delle persone con disabilità, voluto in primis dalla stessa Noja, che ha raccolto l’adesione convinta di oltre venti esponenti di maggioranza e opposizione. Un’iniziativa che punta a rendere concreto, sul piano dei diritti delle persone con disabilità, tutto ciò che a livello di norme già esiste I Consiglieri partecipanti alla presentazione dell’Intergruppo del Consiglio Regionale della Lombardia “Non autosufficienza e vita indipendente delle persone con disabilità”

In occasione della recente Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, la consigliera della Regione Lombardia Lisa Noja ha presentato il nuovo Intergruppo Consiliare denominato Non autosufficienza e vita indipendente delle persone con disabilità, voluto fortemente dalla stessa Noja e dagli altri consiglieri Marco Bestetti, Claudia Carzeri, Davide Casati e Gigliola Spelzini, iniziativa che ha raccolto l’adesione convinta di oltre venti esponenti di maggioranza e opposizione.
«Sono davvero felice – ha dichiarato per l’occasione Lisa Noja -, di presentare questa novità con tante colleghe e colleghi. L’Intergruppo è frutto di un’alleanza di consigliere e consiglieri che hanno messo da parte differenze e divisioni politiche e che vogliono lavorare in maniera concreta ed efficace. Lo scopo è chiaro: confrontarsi, dialogare con le Associazioni protagoniste del settore e arrivare a tutte le iniziative necessarie per promuovere il sostegno alla non autosufficienza e per realizzare finalmente il diritto delle persone con disabilità alla vita indipendente».

«Questo diritto – ha aggiunto la Consigliera Regionale – è espressamente riconosciuto dalla Legge 25/22 della Regione Lombardia (Politiche di welfare sociale regionale per il riconoscimento del diritto alla vita indipendente e all’inclusione sociale di tutte le persone con disabilità) e dalla Legge Delega Nazionale in materia di disabilità 227/21 ed è sancito dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità. Tutte le persone con disabilità hanno diritto infatti di realizzare il loro progetto di vita indipendente, scegliere dove e con chi vivere, di concretizzare le proprie aspirazioni e le proprie relazioni affettive. Devono essere protagoniste della loro quotidianità, non essere considerate semplici oggetti passivi, bisognosi solo di cure e assistenza. L’Intergruppo vuole lavorare per questo scopo e lo presentiamo non a caso in occasione della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, assumendoci un impegno concreto e a lungo termine».

«Ho fatto parte di un Intergruppo analogo alla Camera – ha concluso Noja, già deputata nella precedente Legislatura – ed è stata un’esperienza arricchente e nobile, che voglio riproporre ora qui in Consiglio. Nei mesi scorsi si è parlato di non autosufficienza e di persone con disabilità quasi solo in relazione ai fondi e al taglio degli assegni per i caregiver. La questione delle risorse è essenziale e noi continueremo a impegnarci su questo. Il mio intento, però, è superare le polemiche e promuovere un impegno comune per proporre soluzioni concrete. Partendo anche dalla mia quotidianità, dal momento che credo di poter parlare con cognizione di causa, daremo il meglio per portare a compimento tutto quello che a livello di norme esiste già». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: Flora Casalinuovo (flora.casalinuovo@mateagency.it).

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