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Le persone con autismo, il lavoro e la “costruzione di una cattedrale”

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«Una volta - scrive Marino Bottà - a chi gli chiedeva se il suo lavoro fosse faticoso, uno scalpellino rispose: “Sto costruendo una cattedrale!”. Questa risposta avrebbe potuto darla una persona con autismo, per la quale il lavoro è una medicina per un dolore che non conosciamo e che non possiamo ignorare. Per queste persone serve un “sarto del lavoro”, che sappia prendere le loro misure e coglierne lo spirito. Sono infatti proprio i più deboli che avrebbero bisogno di adeguati servizi di sostegno. Ricordiamocelo anche quando sarà passata l’attuale emergenza»

Gli istituti residenziali focolai di infezione e abuso: i Governi agiscano ora!

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«Siamo molto preoccupati - scrivono dall’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità - per la situazione delle persone con disabilità che vivono segregate negli istituti residenziali d’Europa, circa un milione di persone più vulnerabili che mai, che affrontano un aumentato rischio di infezione da coronavirus, oltreché abusi fisici e psicologici dovuti all’isolamento, all’incuria e persino all’abbandono». E a tal proposito lo stesso Forum, oltre a segnalare una serie di gravi problemi in alcuni Paesi - tra cui l’Italia - chiedono alle Autorità dei vari Stati di adottare subito varie misure

Non c’è salute senza salute mentale!

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«Mentre tutta la Sanità è sottoposta a una sfida senza precedenti, la salute mentale, i suoi utenti, le famiglie, gli operatori, soffrono in silenzio. Bisogna garantire il funzionamento della rete territoriale della Salute Mentale, come dei servizi territoriali rivolti agli anziani, alle persone con disabilità, alle persone con malattie croniche e occorre farlo subito, perché “non c’è salute senza salute mentale!”»: lo si legge nell’appello della Conferenza Nazionale per la Salute Mentale, inviato ai principali referenti istituzionali nazionali e sottoscritto da decine di organizzazioni

Lavoro a distanza e disabilità: si può fare

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Sarà questo il tema di un webinar informativo gratuito (seminario in rete), promosso per il 2 aprile (ore 12) dalla Fondazione ASPHI, con il patrocinio di Anitec-Assinform e delle componenti dell’Emilia Romagna delle Federazioni FAND e FISH. Durante l’incontro verranno approfonditi i temi: “Organizzazione e quadro di riferimento normativo”, “Infrastruttura (tecnologica) abilitante e accessibile e formazione competenze digitali” e “Management e formazione allo ‘smart work’”

Spostamenti delle persone con disabilità: la Protezione Civile o il Sindaco?

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«Le famiglie con una persona con disabilità e problemi comportamentali - scrive Giovanna Tuffu, rivolgendosi al Sindaco di Sassari - possano spostarsi per particolari esigenze anche al di fuori dei confini del territorio comunale di residenza, come dice la Protezione Civile, oppure devono attenersi alle misure più restrittive, come quelle previste ad esempio dal Comune di Sassari, che non consentono tali spostamenti? Si tratta di una questione, per altro, sulla quale diversi Sindaci si sono espressi in maniera disomogenea, offrendo ognuno la propria interpretazione»

Un 2 Aprile diverso, ma sempre vicino alle persone con autismo e alle famiglie

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«Il 2 Aprile - scrivono dalla Fondazione Bambini e Autismo di Pordenone -, Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo voluta dalle Nazioni Unite, cade in questo 2020 nell’Italia colpita drammaticamente dal contagio del coronavirus. Nel rispetto delle giuste restrizioni che Governo e Regioni hanno imposto, non è possibile fare iniziative pubbliche come negli anni passati. La nostra Fondazione, però, non si ferma perché le persone con autismo e le loro famiglie devono essere accudite soprattutto in questi giorni di quarantena in cui le routine sono state interrotte con grave disagio»

Non si arrivi mai a scegliere chi salvare e chi no: anzi, aumentare i servizi!

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«In qualità di Associazioni che tutelano i Diritti Umani, Civili e Sociali e la qualità di vita delle persone con disabilità e malattie croniche, oncologiche, rare e complesse, chiediamo azioni preventive affinché non ci si ritrovi di fronte alla necessità di scegliere quali vite umane meritino di essere salvate e quali sacrificate. Chiediamo anzi che si tenga sempre più conto delle specifiche necessità delle persone con gravi patologie e/o croniche, rare e complesse»: lo scrivono ben 152 organizzazioni, tra Associazioni e Federazioni, in una lettera-appello rivolta direttamente al Governo

L’autismo ai tempi del coronavirus

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È questo il titolo della videoconferenza che si terrà in diretta Facebook il 2 aprile, in occasione della Giornata Mondiale per la Consapevolezza dell’Autismo, a cura dell’ANGSA Umbria (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici), che per l’occasione segnala altre iniziative social promosse dalla stessa Associazione, ritenendo che «sia ancor più necessario accendere i riflettori sull’evento, per ricordare l’importanza del sostegno e del supporto alle famiglie di persone con autismo in una fase così delicata come quella che stiamo vivendo in queste settimane»

Un 2 Aprile “in blu social” e sostenendo la ricerca scientifica sull’autismo

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Niente monumenti illuminati di blu, questa volta, ma la proposta di pubblicare sui social una foto mostrando o indossando un oggetto di colore blu, e soprattutto un grande sostegno alla raccolta fondi per la ricerca scientifica sull’autismo promossa fino al 12 aprile dalla FIA (Fondazione Italiana Autismo): consiste soprattutto in questo l’impegno di quest’anno dell’ANGSA (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici), per l’ormai imminente Giornata Mondiale per la Consapevolezza dell’Autismo del 2 Aprile

Un comitato di crisi in favore delle persone con disabilità

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«Abbiamo inviato all’Ufficio per le Politiche in favore delle Persone con Disabilità della Presidenza del Consiglio - scrivono Stefano Pierpaoli e Daniela Trunfio del Coordinamento Nazionale di +Cultura Accessibile-Cinemanchìo - un appello affinché venga istituito un comitato di crisi per gestire e coordinare ogni bisogno proveniente dal mondo della disabilità. Questa iniziativa potrebbe rappresentare un segno esemplare per un Paese che non si arrende e che sa assumersi la responsabilità di condurre il suo popolo verso una società migliore e più giusta, senza lasciare nessuno indietro»

Non si possono lasciare soli i caregiver familiari

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Si riuscirà, in questi giorni, a raggiungere ampia convergenza, al di là delle barriere ideologiche, su quell’emendamento al Decreto “Cura Italia”, favorevole ai caregiver familiari, che assistono tutti i giorni, giorno dopo giorno, i propri cari? È quanto si augura Francesco Alberto Comellini, «per il Paese e per i caregiver familiari, che così scopriranno di non essere stati lasciati soli, almeno dal Parlamento»

Agro Nocerino Sarnese: spesa sospesa per le famiglie con autismo meno abbienti

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«Dare una mano il più possibile a famiglie che in questo momento non solo devono affrontare l’autismo dei propri figli, ma anche il lato economico, in quanto molte di loro non lavorano più e/o hanno difficoltà a poter acquistare beni di prima necessità»: con questo intento, la Cooperativa Sociale campana Autismo e ABA ha lanciato sul territorio dell’Agro Nocerino Sarnese “La spesa sospesa”, campagna di solidarietà per aiutare appunto le famiglie con autismo meno abbienti

Tante iniziative, per stare accanto a chi non vede

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La spesa al domicilio, tante notizie al telefono e in rete, nonché le voci amiche per non sentirsi soli: è con queste iniziative che l'UICI di Torino (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti) garantisce sostegno a distanza alle persone con disabilità visiva che ad essa fanno riferimento, grazie anche al contributo dei propri Enti collegati, quali l’IRIFOR (Istituto per la Ricerca, la Formazione e la Riabilitazione) e l’UNIVOC (Unione Nazionale Italiana Volontari pro Ciechi)

Sacrificando le persone più fragili, sacrifichiamo la dignità di tutti noi

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Insieme al Forum del Terzo Settore Lombardia, all’UNEBA Lombardia e all’Alleanza Cooperative Italiane-Welfare Lombardia, la Federazione LEDHA - componente lombarda della FISH - ha inviato una lettera aperta alle Istituzioni della propria Regione e a quelle Nazionali, sottoscritta da numerose altre organizzazioni, per denunciare la drammatica situazione che stanno vivendo le persone con disabilità e fragilità, soprattutto anziane, ma non solo. «Sacrificando le vite delle persone più fragili - vi si scrive tra l’altro - stiamo sacrificando anche la nostra dignità, la dignità di ognuno di noi»

Nastri blu proprio no, grazie!

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Non solo insulti e intimidazioni, da parte di chi non capisce la necessità di uscire da casa da parte delle persone con autismo o altre disabilità intellettive, per preservarne la salute mentale, ma anche la proposta, circolata sui social, di evidenziarne la condizione con un nastro blu. «La respingiamo e la condanniamo - scrivono alcune Associazioni del territorio di Roma - perché esporrebbe i nostri figli ad un’ulteriore discriminazione. Pensare di assegnare loro un simbolo di riconoscimento ci sembra non solo fuori luogo, ma riporta alla mente altre e più gravi forme di identificazione»

L’istituzionalizzazione delle persone con disabilità e l’emergenza che viviamo

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«L’esperienza dell’attuale emergenza coronavirus - scrive Giampiero Griffo - lo conferma ulteriormente: non si possono più accettare le forme di welfare oggi prevalenti nei Paesi industrializzati e in particolare vanno progressivamente bandite le pratiche segregative, che cancellano la cittadinanza delle persone con disabilità, che ne sviliscono capacità e potenzialità, che le riducono a numeri su cui esigere rette e finanziamenti. Le persone con disabilità, infatti, devono godere degli stessi diritti e opportunità di tutti gli altri ed essere realmente protette nelle situazioni di emergenza»

La disabilità non può essere una questione privata

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«Che strano - scrive Stefano Onnis -: anche in questo caso, in questo straniante momento, il virus dell’empatia con i disabili intellettivi e con i loro familiari non attacca. Ci sono in giro, evidentemente, delle formidabili mascherine con filtri culturali di ultima generazione. Ma fino a quando non diventerà culturalmente scandaloso il fatto di negare i diritti a una persona con disabilità, non ci sarà mai una questione pubblica da condividere e per cui indignarsi»

Le persone con disabilità e la scarsità di risorse mediche

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«Se il passaggio da una medicina basata sulla salute del singolo paziente - scrive Nicola Panocchia - a una basata sulla salute della comunità è inteso come sacrificabilità dell’interesse del singolo (salute, vita), questa è una strada pericolosissima, che può portare a derive già ben conosciute e allo sgretolamento del tessuto sociale. Ma privilegiare la salute di un’intera comunità può essere inteso anche come strumento per tutelare le persone più fragili “incluse” all’interno di tale comunità. E questo si può fare solo se la comunità sente e vive queste persone come membri a pieno titolo»

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