«I non vedenti e gli ipovedenti piemontesi - scrive Marco Bongi, presidente dell’APRI di Torino (Associazione Pro Retinopatici e Ipovedenti) -, come del resto molte altre persone con disabilità, si sentono abbandonati. Le regole pubblicate dal Governo, le integrazioni regionali e locali, il piano del Gruppo Torinese Trasporti non considerano completamente le legittime esigenze di chi non vede o vede poco. Chiediamo quindi un minimo di attenzione e qualche comunicazione ufficiale rassicurante. Come gli altri cittadini vorremmo rispettare le regole, purché ci mettano in condizioni di farlo»
«È difficile pensare - scrive Marino Bottà - che si possa a breve “mettere al centro la persona”. Temo infatti che quando la pandemia rallenterà la morsa, assisteremo ad una bagarre per ripresentare come nuovi vecchi armamentari politici, organizzativi e procedurali, volti a indirizzare le scelte sulla strada di prima. È pertanto utile ripartire magari da un diverso uso degli strumenti già esistenti, come ad esempio le convenzioni con le Cooperative Sociali di tipo B, previste dal Decreto Legislativo 276 del 2003, strumento vantaggioso per tutti, ma ancora scarsamente diffuso»
Non manifestazioni di protesta, incontri o conferenze, oggi, 5 maggio, 7^ Giornata Europea per la Vita Indipendente, dedicata al tema della “Libertà”, ma un forte messaggio proveniente dalla Rete Europea per la Vita Indipendente, sull’importanza di trarre la lezione giusta dalla pandemia, per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della Vita Indipendente di tutte le persone con disabilità, chiedendo ai Governi e alle Istituzioni Europee di chiudere una volta per tutte ogni istituzione segregante, che impedisce alle stesse persone con disabilità di essere incluse nella collettività
«I riscontri positivi, sia da parte dell’équipe che dei genitori, ci suggeriscono una vera e propria progettualità in questa direzione, per dare una veste nuova ad un servizio che vuole - anzi deve - stare al passo con i tempi, i tempi eccezionali di adesso, ma anche quelli vissuti fino a pochi mesi fa»: Nicola Stilla racconta come l’IRIFOR Lombardia (l’Istituto per la Ricerca, la Formazione e la Riabilitazione dell’UICI) abbia fatto di necessità virtù, portando efficacemente “a domicilio” il proprio servizio riabilitativo e formativo, rivolto alle famiglie dei piccoli con disabilità visiva
Come viene segnalato dalla Rete dei CAAD dell’Emilia Romagna (Centri per l’Adattamento dell’Ambiente Domestico), la testata «La legge per tutti» propone un’interessante rassegna di Sentenze riguardanti le barriere architettoniche, prodotte dal luglio del 2018 al mese di gennaio di quest’anno, dal Consiglio di Stato, dalla Corte di Cassazione, dalle Corti d’Appello o dai TAR (Tribunali Amministrativi Regionali). Il più recente pronunciamento, ad esempio, concerne gli interventi volti a eliminare le barriere in edifici sottoposti a vincolo come beni culturali
L’attivazione di supporti e sostegni rivolti alle persone con disabilità e alle loro famiglie, nel quadro della massima sicurezza possibile: è questa la priorità per la FISH Campania (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), così come delineata in un documento inviato ai vertici della propria Regione, ove si propongono una serie di misure volte «a una ripresa graduale dei Servizi nei diversi settori delle attività sociali e socio-sanitarie, anche attraverso l’individuazione di nuovi modelli organizzativi e relazionali»
«La didattica a distanza - scrive Antonio Giuseppe Malafarina - ha i suoi limiti, funziona a singhiozzo. Il lavoro degli insegnanti diventa molto impegnativo e tanti bambini e ragazzi con disabilità si trovano sempre più sperduti nel loro isolamento informatico. Questo periodo ci serva da laboratorio verso una vera didattica a distanza. Ma una didattica che, a partire da subito, deve essere affiancata da soggetti in grado di fornire umanità concreta a domicilio. La tecnologia da sola oggi per molti è solo un pannicello caldo. Per alcuni un “pannicello acido”»
«Nell’àmbito dell’attuale pandemia da coronavirus, non abbiamo finora rintracciato alcun provvedimento o misura specifica da parte del Governo a protezione delle donne, tanto meno quelle con disabilità. Le donne ringraziano, anche quelle con disabilità!»: lo scrivono dal Gruppo Donne della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) al Presidente del Consiglio, al ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia, al Ministro della Salute e al responsabile dell’Ufficio per le Politiche in favore della Disabilità, presso la Presidenza del Consiglio
«La complessità e la trasversalità degli argomenti sono stati alla base dell’attenzione che le persone con disabilità e le loro famiglie meritano in questo momento delicato di emergenza sanitaria che ha investito la nostra Nazione»: lo dichiara Benedetta Demartis, presidente dell’ANGSA (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici), a proposito del documento elaborato dalla Federazione FISH, che verrà utilizzato come base del confronto istituzionale con il Governo e al quale la stessa ANGSA ha contribuito, «esponendo anche le esigenze del mondo dell’autismo», come sottolinea Demartis
«Nemmeno in questa fase emergenziale - scrivono numerose organizzazioni della Provincia di Vicenza, a partire dalla Federazione FISH locale - le persone con disabilità e le Associazioni che le rappresentano sono state ascoltate e coinvolte nella ridefinizione e nella riprogrammazione dei servizi alternativi a sostegno delle persone e delle loro famiglie. Chiediamo dunque di essere ammesse alla concertazione per la ridefinizione dei servizi stessi». A tal proposito è stata anche lanciata nel web la petizione denominata “Le persone con disabilità e le loro associazioni chiedono visibilità”
«“L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro” - scrive Mario Mirabile, citando il primo articolo della Costituzione - ma da troppi anni le leggi in materia di collocamento mirato e obbligatorio delle persone con disabilità vengono puntualmente disattese ed eluse. Nelle prossime settimane saremo tutti concentrati ad affrontare la “fase 2” dell’emergenza da Covid-19, ma sarebbe importante che quanto prima al centro dell’agenda politica ci fosse il tema dell’inserimento lavorativo, anzi il rispetto delle norme vigenti in materia di lavoro per le persone con disabilità»
«Particolare attenzione, in relazione alle prossime misure che saranno prese, sarà data alle persone con disabilità, alle persone non autosufficienti e alle loro famiglie»: lo ha dichiarato alla Camera il presidente del Consiglio Conte, «ed è un passaggio - commentano dall’ANFFAS - che aspettavano da tempo milioni di persone con disabilità e le loro famiglie». «Adesso - dichiara Roberto Speziale, presidente dell'ANFFAS - è essenziale però che le parole diventino fatti concreti e che le Regioni e gli Enti Locali capiscano anch’esse la necessità del loro intervento»
La recente lettera della ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, inviata alle scuole italiane e dedicata all’inclusione scolastica degli alunni con disabilità in tempo di coronavirus, ha creato e sta tuttora creando un ampio dibattito tra le Associazioni di persone con disabilità e delle loro famiglie. «È una lettera “bella” - scrive Salvatore Nocera -, ma adesso è necessario che, con atti normativi, divenga anche “ buona”, cioè idonea a realizzare concretamente le richieste delle Associazioni, per la migliore crescita educativa di tutti gli alunni»
È stato un gruppo di medici e ricercatori dell’Università di Genova, in collaborazione con l’Associazione ACMT-Rete e il patrocinio dell’European CMT Federation, ad elaborare un questionario internazionale, riguardante l’attività fisica prima e dopo il coronavirus, svolta da persone con neuropatie e in particolare con una delle forme della malattia di Charcot-Marie-Tooth. Un modo rapido e facilmente fruibile, per raccogliere voci troppo spesso poco ascoltate dalla collettività
«Non basta la semplice riapertura dei Servizi. L’obiettivo, infatti, è quello di garantire interventi e servizi flessibili e personalizzati, che tutelino la salute fisica e mentale e sostengano la migliore qualità della vita»: lo dicono congiuntamente l’ACI Lombardia, l’ANFFAS Lombardia, la Federazione LEDHA e il CEAL-Forum del Terzo Settore Lombardia, che hanno chiesto un incontro alla propria Regione, per concordare le modalità di redazione dei Piani territoriali necessari a favorire la ripartenza dei Servizi, garantendo risposte adeguate alle persone con disabilità e alle loro famiglie
«Nell’affrontare la “fase 2” dell’emergenza coronavirus, il Governo non considera categorie di minoranza, quali le famiglie, i bambini, gli studenti o le persone con disabilità»: lo dichiarano dall’Associazione Culturale torinese I Buffoni di Corte, che da anni propone progetti educativi, ricreativi e formativi per persone con disabilità cognitiva e motoria. Per questo, dunque, la stessa Associazione ha deciso di lanciare sul web una campagna di protesta incentrata su un video cui hanno dato voce oltre ottocento persone, basato sulla domanda «Cosa farò domani?»
È in programma per il pomeriggio del 2 maggio e sarà dedicato al tema “Utilizziamo il cibo come difesa dall’insorgere di altre patologie”, il secondo appuntamento a distanza del ciclo di incontri mensili “Spazi Rari”, iniziativa promossa nell’àmbito del progetto “IntegRARE”, curato dalla Federazione UNIAMO, in collaborazione con le Associazioni ABC, AIDEL 2, AISAC e Mitocon. Si tratta di undici incontri dedicati alla gestione quotidiana di una Malattia Rara e rivolti appunto a persone con Malattia Rara, familiari e caregiver, che possono parteciparvi semplicemente collegandosi da casa
Ampiamente partecipato, grazie all’impegno di numerosi gruppi di lavoro tematici e a proficui confronti in videoconferenza, oltreché articolato su varie linee di azione, il documento elaborato dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) propone tutte le misure necessarie a fronteggiare le varie fasi dell’emergenza coronavirus, ma anche una nuova visione di società, che dia finalmente «cittadinanza piena e integrale» alle persone con disabilità e alle loro famiglie
«Quasi tutte le famiglie da noi interpellate sono estremamente perplesse nei confronti della riapertura dei Servizi, senza conoscere prioritariamente un protocollo unitario che garantisca la sicurezza. L’esperienza delle strutture residenziali impone la massima prudenza»: lo scrivono dal Comitato Uniti per l’Autismo Marche, dopo che il Presidente della propria Regione ha inviato ieri, 28 aprile, un comunicato a Sindaci e a Coordinatori degli Ambiti Territoriali Sociali, richiedendo entro il 2 maggio l’elaborazione di piani di riapertura dei Servizi, che ne permettano l’avvio già dal 4 maggio
Le persone con autismo, proprio per le caratteristiche di questo tipo di disabilità, vivono con estremo disagio psicologico le limitazioni introdotte in relazione all’emergenza sanitaria scaturita dalla diffusione del Covid-19. Partendo dunque da questa constatazione, l’Ordine degli Psicologi della Regione Siciliana ha prodotto un vademecum di riflessioni e buone pratiche che possano appunto risultare utili a chi vive da vicino il mondo dell’autismo. È nato così “Coronavirus e autismo. Un vademecum di semplici buone pratiche”, liberamente consultabile nel sito di chi lo ha realizzato