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Il nuovo film di Almodóvar accessibile grazie a “INCinema”

Superando -

Fa tappa in questi giorni a Udine l’“INCinema Film Festival”, il primo Festival in Italia fruibile anche dalle persone con disabilità sensoriali, e la tappa friulana della manifestazione, tra i vari eventi, ne proporrà anche uno davvero speciale, il 5 dicembre, vale a dire il nuovo film di Pedro Almodóvar La stanza accanto, in contemporanea con l’uscita nelle sale italiane Le attrici Julianne Moore e Tilda Swinton in una scena del film di Pedro Almodóvar “La stanza accanto”

La seconda edizione di INCinema Film Festival, manifestazione ideata da Federico Spoletti e diretta da Angela Prudenzi, di cui Superando si onora di essere media partner, è un Festival, come abbiamo ampiamente riferito a suo tempo, che si svolge sia in presenza al cinema, sia da remoto su piattaforma e che soprattutto offre l’opportunità di vedere dei film in sala in modalità inclusiva anche a chi non può andare regolarmente al cinema. Si tratta infatti del primo festival in Italia fruibile anche dalle persone con disabilità sensoriali, che solitamente non possono partecipare ai festival cinematografici.

In questi giorni, e fino al 6 dicembre, INCinema, dopo l’apertura a Firenze, e le tappe di Lecce, Roma e Torino, è a Udine, con numerosi film previsti (che saranno disponibili anche online sulla piattaforma MYmovies One), in modo da raggiungere il maggior numero di spettatori possibile. Il programma completo è disponibile a questo link, insieme a vari altri approfondimenti, ma ciò che renderà realmente imperdibile l’appuntamento friulano sarà l’evento del 5 dicembre, quando in serata, in contemporanea con l’uscita nelle sale italiane e grazie a Warner Bros-Discovery, sarà presentato il nuovo film di Pedro Almodóvar La stanza accanto (The Room Next Door), vincitore del Leone d’Oro all’81ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e candidato a quattro European Film Awards.
Per la prima volta, dunque, grazie a INCinema, un film del celebre regista spagnolo verrà reso accessibile a tutti dal giorno della sua uscita in sala (per approfondimenti su tale evento, accedere a questo link).

INCinema, ricordiamo in conclusione, è prodotto e organizzato da SUB-TI ACCESS, in collaborazione con l’Associazione Libero Accesso, con il sostegno del Comune e della Banca di Udine, e anche in collaborazione con MYmovies, Alice nella Città, la Cineteca di Milano, la Fondazione Sistema Toscana, il Museo del Cinema di Torino, il Festival del Cinema Europeo di Lecce, Trieste Film Festival e l’Associazione +Cultura Accessibile. Si avvale inoltre del patrocinio dell’ADV (Associazione Disabili Visivi), della FIADDA (Federazione Italiana per i Diritti delle Persone sorde e Famiglie), della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), dell’Associazione Aniridia Italiana e della Consulta Regionale delle Associazioni delle Persone con Disabilità e delle loro Famiglie del Friuli Venezia Giulia. I partner tecnici sono Earcatch e EasyReading, i media partner, oltre a Superando, Fred Film Radio e Motto Podcast. (S.B.)

Per ulteriori informazioni: Cristina Scognamillo (criscognamillo@gmail.com); Martina Tonarelli (martina.tonarelli@fred.fm).

Il soccorso riparte dall’inclusione

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Si è ripetuto a Ferrara il workshop Sicurezza per tutti e per ciascuno. Impariamo a soccorrere, organizzato dall’Università di Ferrara e dai Vigili del Fuoco della stessa città, per sensibilizzare e addestrare le persone chiamate ad operare in possibili scenari di soccorso dove siano coinvolte persone con disabilità e in generale con specifiche necessità. A scriverne è Stefano Zanut, che cura per Superando la rubrica Sicurezza per tutti, anche in emergenza Una delle esercitazioni condotte nella due giorni di Ferrara: movimentazione di una persona in sedia a rotelle, simulando una situazione di emergenza

Si è ripetuto anche quest’anno, a Ferrara, il workshop Sicurezza per tutti e per ciascuno. Impariamo a soccorrere, organizzato dall’Università di Ferrara e dai Vigili del Fuoco della stessa città, per sensibilizzare e addestrare le persone chiamate ad operare in possibili scenari di soccorso dove siano coinvolte persone con specifiche necessità.
Come nella precedente edizione anche in questa sono state coinvolte le persone con disabilità e le loro Associazioni, per metterle in relazione con i potenziali soccorritori e costruire assieme un percorso inclusivo capace di restituire indicazioni utili da mettere in atto nei momenti critici di un’emergenza. Per questo sono state pianificate due giornate, il 29 e 30 novembre, con il mattino dedicato alla parte teorica, per la conoscenza del tema e la condivisione di esperienze al riguardo, e il pomeriggio, invece, ad una fase più operativa in cui tutti i partecipanti sono stati coinvolti nell’effettuazione di prove pratiche sugli argomenti trattati.

Dopo i saluti di Francesco Notaro e Antonio Del Gallo, rispettivamente direttore regionale e comandante provinciale dei Vigili del Fuoco, ha aperto i lavori di entrambe le giornate Maddalena Coccagna dell’Università di Ferrara e di CERPA Italia (Centro Europeo di Ricerca e Promozione dell’Accessibilità), regista e conduttrice dell’evento, che ha tessuto il filo conduttore tra i vari contributi. In tale contesto ha colto l’occasione per ricordare la figura di Antonio Zuliani, a cui era dedicata l’edizione del workshop, figura di rilievo nel nostro Paese sui temi della psicologia dell’emergenza, che ha saputo mettere al centro delle proprie attività le persone più vulnerabili.
Zuliani è stato referente tecnico nazionale per il Servizio Psicosociale della Croce Rossa Italiana e ha lavorato anche con i Vigili del Fuoco nel supporto psicologico agli operatori in emergenza. Ha fondato «PdE. Rivista di psicologia applicata all’emergenza, alla sicurezza e all’ambiente», resa disponibile gratuitamente a questo link e scritto numerosi contributi sull’argomento. «Non c’è aiuto – scriveva – se non si ha cura di chi aiuta», un concetto che ha permeato l’iniziativa dei due giorni ferraresi.

Le relazioni, tutte accompagnate da interprete LIS, sono state aperte da Elisabetta Schiavone di Soluzioni Emergenti e CERPA Italia, con un intervento dedicato agli aspetti riguardanti le specifiche necessità delle persone con disabilità motorie o malattie neurodegenerative.
La disabilità motoria è da sempre associata univocamente all’utilizzo della sedia a ruote in una visione che può vincolare l’intero panorama della disabilità, ha fatto capire. L’àmbito della disabilità motoria, infatti, coinvolge persone che utilizzano ausili diversi per muoversi come carrozzine manuali a spinta e autospinta, superleggere, basculanti, elettroniche. Ma anche deambulatori, tripodi e altri sostegni o magari persone che non usano ausili, ma hanno un incedere lento per altre ragioni, tutti aspetti che possono incidere nella gestione di una situazione di emergenza.
In tale contesto, Schiavone ha saputo evidenziare il tema della variabilità umana come chiave interpretativa che aiuta a considerare le persone nella loro complessità, vista anche attraverso la prospettiva di persone con patologie neurodegenerative, come la sclerosi multipla, con la compromissione di più funzioni che possono riguardare la mobilità e la sfera sensoriale.

Un altro momento della due giorni di Ferrara

Successivamente Consuelo Agnesi di CERPA Italia ha proposto l’intervento dal titolo Se urli non ti sento: comunicare in emergenza con persone sorde, seguito da Cecità ed ipovisione: aiutami ad uscire di qui, proposto da Martino Zavagno dell’ANIOMAP (Associazione Nazionale Istruttori Orientamento Mobilità Autonomia Personale). Entrambi hanno descritto qualitativamente le problematiche connesse con tali disabilità sensoriali e le loro ripercussioni in emergenza, facendole seguire da indicazioni ai potenziali soccorritori sulle modalità di relazione e accompagnamento.

Franco Romagnoni e Gian Luca Calanchi dell’AUSL di Ferrara (Unità Operativa Assistenza Anziani – Disabili Adulti), si sono quindi soffermati sul tema Accompagnamento in emergenza delle persone colpite da demenze o Alzheimer, seguiti da Francesca Masina (e altre), del settore di Neuropsichiatria Infantile dell’AUSL Ferrara, che hanno trattato il tema dell’autismo.
Romagnoni e Calanchi hanno evidenziato l’importanza di considerare il tema della demenza alla luce dei dati epidemiologici di Censis-Aima: al giorno d’oggi in Italia si stima una presenza di circa 600.000 malati di Alzheimer con 80.000 nuovi casi, ma le proiezioni per il 2030 restituiscono 2 milioni di casi. Numeri che lasciano a bocca aperta e preoccupano, un’emergenza che nel prossimo futuro richiederà maggiore attenzione di oggi. Da qui la necessità che i soccorritori abbiano competenze al riguardo, vista la possibilità di incontrare queste persone in varie circostanze, e strumenti per mettersi in relazione con loro. A tal proposito, hanno evidenziato, è da porre attenzione e «valorizzare sempre il contributo del caregiver quando possibile: è la persona che ci può aiutare a comprendere la complessità che abbiamo di fronte».
L’autismo è stato quindi considerato nell’àmbito dell’intervento Persone con sindrome dello spettro autistico ed emergenza, dove più relatrici si sono alternate per delineare questo tema e fornire utili strumenti di relazione, a partire dall’utilizzo di immagini per comunicare.

In entrambe le giornate questa prima parte è stata chiusa da Antonella Geloso (Comando dei Vigili del Fuoco di Pordenone) e chi scrive (Stefano Zanut, già dei Vigili del Fuoco e ora di CERPA Italia), che hanno messo a disposizione dei presenti le esperienze condotte dai pompieri pordenonesi nel campo del soccorso inclusivo.
Si è trattato, come hanno evidenziato i relatori, di un vero e proprio laboratorio esperienziale, dove, alle varie necessità connesse con il soccorso, in molti casi vissute anche in scenari reali, i Vigili del Fuoco friulani hanno saputo associare indicazioni emerse dalle esperienze con il coinvolgimento diretto e confronto delle persone con disabilità e delle loro Associazioni. È da questo percorso che sono nate le Linee Guida per il soccorso inclusivo dedicate a vari tipi di disabilità.

I pomeriggi, come già detto, sono stati dedicati alla parte esperienziale, dove a rotazione i gruppi hanno affrontato gli aspetti della movimentazione di una persona in sedia a rotelle, con l’utilizzo dell’ausilio personale o di una sedia di evacuazione, accompagnamento di persone con disabilità visiva e indicazioni per comunicare in emergenza con persone sorde. Anche in queste circostanze il workshop è stato capace di dare un apporto significativo, alla luce del fatto che per un attimo i soccorritori si sono trasformati in vittime, trovandosi, ad esempio, in una sedia a rotelle o con gli occhi bendati per simulare la cecità. Certamente conserveranno il ricordo di queste esperienze quando si troveranno a interagire con una persona con disabilità, anche se speriamo che questo non accada.
Nel pomeriggio del 30 novembre, infine, è stata proposta una relazione curata dal Comando Operazioni Aerospaziali (COA) di Poggio Renatico (Ferrara) in cui sono state illustrate le esperienze nel campo del soccorso inclusivo con l’utilizzo di elicotteri per redigere specifiche Linee guida sul soccorso aereo a persone con disabilità non motorie.

Si è trattato quindi di due giornate decisamente intense in cui i 200 soccorritori che vi hanno partecipato hanno acquisito nuovi strumenti e conoscenze nella direzione di garantire un soccorso per tutti e tutte le persone della nostra società.

*stefano.zanut@gmail.com.

Sicurezza per tutti, anche in emergenza
Con il presente contributo prosegue il proprio percorso la rubrica di «Superando.it» denominata Sicurezza per tutti, anche in emergenza, voluta per affrontare i temi della sicurezza e della gestione dell’emergenza dal punto di vista dell’inclusione e curata da Stefano Zanut, “firma” già ben nota ai nostri Lettori e Lettrici.
L’obiettivo non è solo quello di proporre un’informazione generale su questi temi, ma anche di far conoscere e condividere esperienze condotte in questo campo per rilanciarle, affinché possano diffondersi e affermare una cultura su questi temi che sappia diventare patrimonio comune.
Stefano Zanut è architetto e già direttore vicedirigente dei Vigili del Fuoco del Comando di Pordenone, nonché già membro dell’Osservatorio sulla Sicurezza e il Soccorso delle Persone con Esigenze Speciali attivato proprio dai Vigili del Fuoco. Ha al proprio attivo una lunga esperienza in questo campo, che ha condiviso curando numerose pubblicazioni e partecipando a iniziative di vario tipo, tra cui l’attività nell’àmbito di CERPA Italia (Centro Europeo di Ricerca e Promozione dell’Accessibilità) e del CTS del CRIBA Friuli Venezia Giulia (Centro Regionale di Informazione sulle Barriere Architettoniche) del Friuli Venezia Giulia.
Certi che con i suoi contributi sappia stimolare l’attenzione su questi argomenti, invitiamo tutti e tutte a dare il proprio contributo in merito, anche scrivendo alla nostra redazione (info@superando.it), per “costruire assieme una società più sicura nel senso inclusivo del termine”.

Comunicazione e disabilità: il fotoromanzo come strumento liberatorio

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La Pontificia Università Salesiana di Roma, in collaborazione con l’Associazione Culturale romana Buona Idea!, ha organizzato per il 5 dicembre un seminario, allo scopo di riflettere sul tema della comunicazione nella disabilità. L’opportunità dell’evento è nata da un progetto realizzato dall’Ateneo, in collaborazione con Buona Idea! e insieme a ragazzi con disabilità cognitiva, che hanno riproposto, attraverso il fotoromanzo, il noto film di Benigni e Troisi Non ci resta che piangere

Gli Istituti di Metodologia Pedagogica e di Sociologia della Facoltà di Scienze dell’Educazione della Pontificia Università Salesiana di Roma hanno organizzato un seminario per riflettere sul tema della comunicazione nella disabilità. L’evento si svolgerà il 5 dicembre (ore 15), presso la Sala J. Vecchi.
L’opportunità dell’evento nasce da un progetto realizzato dall’Ateneo, in collaborazione con l’Associazione Culturale Buona Idea! e insieme a ragazzi con disabilità cognitiva che hanno riproposto, attraverso il fotoromanzo, il film Non ci resta che piangere. Si approfondirà il tema della comunicazione nella disabilità e nello specifico verrà presentata una riflessione su un canale comunicativo particolare come quello del fotoromanzo, scelto per rappresentare il film.
Insieme a Claudia Giorgini, docente di Pedagogia Speciale nella Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’Ateneo promotore e a Tommaso Sardelli, docente, invece, di Fotografia e Comunicazione Visiva della Facoltà di Comunicazione Sociale, si affronterà il tema della rappresentazione pubblica della disabilità e l’inclusione sociale.
Nella seconda parte del seminario ci sarà la presentazione del laboratorio realizzato dall’Associazione Buona Idea! e la testimonianza di due giovani con la sindrome di Down che hanno interpretato alcuni personaggi del film (a questo link la locandina dell’incontro).

«Nel corso di questi mesi – spiegano i promotori del progetto – siamo stati impegnati con giovani adulti con sindrome di Down e Williams nella realizzazione di un fotoromanzo. Un progetto educativo che da un ciclo di incontri sulla cura della persona e la conoscenza delle regole sociali (Educare al bon ton) è giunto a rappresentare con Massimo Troisi e Roberto Benigni l’ambiente e il paese di Frittole del film Non ci resta che piangere attraverso un fotoromanzo». (C.C.)

Per ulteriori informazioni: ass.buonaidea@gmail.com.

Sport e inclusione al Centro Protesi INAIL di Lamezia Terme

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L’evento Open day è collegato al progetto “INsieme” attivato presso la struttura protesico-riabilitativa Inail di Lamezia

Lo sport come fondamentale elemento di integrazione e reinserimento sociale della persona con disabilità: nell’ambito della pluriennale collaborazione tra l’INAIL e il CIP (Comitato Italiano Paralimpico), il 5 dicembre a Lamezia Terme (Catanzaro) vi sarà un Open Day, evento di promozione e informazione sportiva.

L’ Open day è collegato al progetto INsieme attivato presso la struttura protesico-riabilitativa INAIL di Lamezia.
Curato dal Servizio Psicosociale, il progetto stesso si rivolge agli assistiti del locale Centro Protesi INAIL, con finalità di promozione e orientamento allo sport. Tra le attività, comprende anche lo Sportello Informativo, servizio che si svolge a cadenza periodica, in concomitanza con la prima visita tecnico-sanitaria ed è affidata a un delegato CIP che fornisce informazioni per l’individuazione della disciplina più idonea e il necessario supporto tecnico per l’avviamento alla pratica sportiva.

Organizzato dalla Filiale del Centro Protesi Inail in collaborazione con il Cip e con la Direzione regionale Inail Calabria, l’iniziativa vedrà la presenza di autorità, associazioni, atleti con disabilità e studenti.
La giornata si aprirà alle 9.30 con i saluti istituzionali di INAIl, CIP e delle Autorità presenti, cui seguirà la proiezione di video tematici e la parte pratica con testimonianze, dimostrazioni tecniche e la possibilità per i partecipanti di provare diverse discipline paralimpiche quali: pesistica, scherma, bocce, tiro con l’arco, handbike, tiro a segno, calciobalilla, sotto la guida dei tecnici federali. L’evento è stato aperto alla più ampia partecipazione, tra cui gli studenti degli Istituti Superiori e dei Dipartimenti di Scienze Motorie delle Università Magna Graecia di Catanzaro, UniCal di Cosenza e Università Mediterranea di Reggio Calabria.

«Lo sport sia amatoriale sia agonistico costituisce un fondamentale momento di partecipazione e di inclusione sociale. Per le persone con disabilità rappresenta anche un importante strumento per la riconquista dell’autostima e dell’autonomia individuale. In ambito protesico poi  l’utilizzo di materiali  come carbonio, kevlar e titanio  consentono la realizzazione di dispositivi tecnici sempre più affidabili e performanti capaci anche di portare  gli atleti paralimpici ad ottenere grandi riconoscimenti in competizioni nazionali ed internazionali», sottolineano gli organizzatori. (C.C.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Simona Amadesi (s.amadesi@inail.it).

Un webinar dedicato alle pazienti con linfangioleiomiomatosi (LAM)

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Nel secondo pomeriggio di oggi, 4 dicembre, il webinar “La Ricerca italiana in prima linea. Nuove speranze per le pazienti con LAM”, organizzato dall’AST (Associazione Sclerosi Tuberosa)

Aperto a tutti e a tutte, con i maggiori esperti in Italia di Linfangioleiomiomatosi (LAM) e organizzato dall’AST (Associazione Sclerosi Tuberosa), il webinar La Ricerca italiana in prima linea. Nuove speranze per le pazienti con LAM” si svolgerà oggi 4 dicembre, dalle 18 alle 19.30,  sulla piattaforma  zoom AST APS (nella locandina è presente il QR tramite il quale è possibile entrare nella riunione).
Pensata e creata in collaborazione con l’A.I.LAM (Associazione Italiana Linfangioleiomiomatosi) e con LAM Italia, la riunione è stata fortemente voluta da Sergio Harari, direttore dell’Unità Operativa Ospedale San Giuseppe, Multimedica Milano e da Roberto Cassandro, dirigente medico dell’Unità Operativa di Pneumologia dello stesso Ospedale San Giuseppe, Multimedica Milano, nonché da Davide Elia, dirigente medico dell’Unità Operativa di Pneumologia nella medesima struttura e membro del Comitato Scientifico dell’AST. (C.C.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Segreteria Associazione Sclerosi Tuberosa (info@sclerosituberosa.org).

Autismo: il buco nero è la ricerca

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«L’autismo – scrivono dall’ANGSA – è la disabilità di questo secolo perché in crescita esponenziale in tutto il mondo. È bene tener conto di questo dato oggi, 3 Dicembre, in occasione della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità. E quello che manca è soprattutto la ricerca: non ci sono risorse adeguate dedicate a individuare le ragioni dell’autismo, a indagarne le cause, e le poche esistenti vengono spesso sprecate. Senza ricerca, però, non c’è futuro per la disabilità e per l’autismo in particolare»

L’autismo è la disabilità di questo secolo perché in crescita esponenziale in tutto il mondo. È bene tener conto di questo dato oggi, 3 Dicembre, in occasione della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità.
Negli Stati Uniti da anni è in corso una ricerca epidemiologica in undici Stati sui bambini che via via compiono gli otto anni. Nel 2016 ha raggiunto il 18,5 per 1.000, pari a una persona con autismo ogni 54 persone. Studi in Asia, Europa e Nordamerica hanno identificato persone nello spettro autistico con una media tra l’1% e il 2%. E ancora, un recente studio condotto in diversi Stati europei da Autism Europe su 631.619 bambini tra i 7 e i 9 anni ha determinato una prevalenza stimata media di 12,2 per 1.000 (uno su 89). Il valore dei vari Paesi varia tra il 4,4 e il 19,7 per 1.000.

In Italia si registrano circa 5.000 nuovi casi ogni anno con una media di 14 al giorno. Secondo la ricerca più recente condotta dall’ISS (Istituto Superiore di Sanità), oggi, nel nostro Paese, un bambino fino a 8 anni su 77 presenta disturbi dello spettro autistico. Dalla prima rilevazione del 2000 ad oggi la crescita è stata costante e si aggira sul 10%. Le persone coinvolte in Italia sono dunque oltre 300.000.
Tutti numeri che raccontano un fenomeno in grande crescita rispetto al quale il nostro Paese ha prodotto una legislazione molto avanzata, ma applicata malissimo a livello regionale.

Le famiglie spesso sono avvolte da un forte senso di solitudine. Manca il personale, perché malpagato, faticano a crescere strutture adeguate ai bisogni delle persone con autismo, in particolare per adolescenti e adulti. In questo senso si stanno facendo passi avanti seppur lentamente.
Quello che manca del tutto, invece, è la ricerca e anche gli ultimi fondi delegati alle Regioni per tale scopo sono rimasti sulla carta.
Questo è il grido di allarme e la denuncia delle famiglie: manca la ricerca, non ci sono risorse adeguate dedicate a individuare le ragioni dell’autismo, a indagarne le cause, e le poche esistenti vengono spesso sprecate. Senza ricerca, però, non c’è futuro per la disabilità e per l’autismo in particolare.

*Associazione Nazionale Genitori di perSone con Autismo.

Per ulteriori informazioni: Ufficio Stampa ANGSA (Luca Benigni), luca.benigni@gmail.com.

Spesa sociale: un gap enorme da colmare

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«La spesa sociale in Italia è aumentata dal 2019 al 2024 del 23%, ma la quotidianità dei cittadini e delle cittadine con disabilità non è migliorata rispetto alla loro qualità della vita»: lo ha sottolineato il presidente della FISH Falabella, nel corso della riunione dell’Osservatorio Nazionale sulla Condizione delle Persone con disabilità, convocata in occasione della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità. «Bisogna intervenire in maniera significativa – ha aggiunto – per cambiare la cultura e le politiche di intervento e dare risposte immediate alle persone con disabilità»

«La spesa sociale in Italia è aumentata dal 2019 al 2024 del 23%, 10 miliardi di euro, ma constatiamo che la quotidianità dei cittadini e delle cittadine con disabilità non è migliorata rispetto alla loro qualità della vita. Perché la spesa sociale in Italia è vista ancora come un costo che “ingessa” quegli interventi che devono avere una ricaduta concreta nel soddisfare i bisogni di chi vive in una condizione di disabilità. Se dunque in àmbito sanitario l’Italia spende 140 miliardi, in àmbito sociale sono solo 10 quelli spesi e questo è un gap enorme da colmare»: è partito da queste riflessioni l’intervento di Vincenzo Falabella, presidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e consigliere del CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro), nel corso della riunione dell’Osservatorio Nazionale sulla Condizione delle Persone con disabilità, convocata in occasione della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità di oggi, 3 Dicembre, come avevamo riferito in altra parte del giornale.

«Oggi è una giornata normale per le tante persone con disabilità che vivono nel nostro Paese – ha sottolineato ancora Falabella -, ma è una giornata importante per noi organizzazioni e per le Istituzioni. Abbiamo infatti il dovere di intervenire in maniera significativa per cambiare la cultura e le politiche di intervento che possono dare risposte immediate ai cittadini e alle cittadine con disabilità, che devono essere considerati al pari degli altri. Occorre dunque una responsabilità maggiore, sia da parte del mondo della politica che del movimento associativo». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: uficiostampa@fishonlus.it.

Quando la scuola dell’inclusione esclude

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«A fronte di tali episodi, è fondamentale che le Istituzioni preposte, dai dirigenti regionali ai sindacati, intervengano per promuovere una gestione scolastica che rispetti e valorizzi le diversità»: lo dicono dall’AIPD (Associazione Italiana Persone Down), in occasione della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità di oggi, 3 Dicembre, prendendo punto da uno dei tanti casi segnalati all’Associazione, ovvero quello di un istituto superiore di Potenza, che non ha accolto la domanda d’iscrizione al secondo anno di Donato, ragazzo con la sindrome di Down

«Dovrebbe essere luogo di partecipazione e inclusione per eccellenza, eppure a volte la scuola ancora esclude e lascia fuori»: lo dicono dall’AIPD (Associazione Italiana Persone Down), in occasione della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità di oggi, 3 Dicembre, prendendo punto da uno dei tanti casi segnalati all’Associazione, ovvero quello di un istituto superiore di Potenza, che non ha accolto la domanda d’iscrizione al secondo anno di Donato, ragazzo con la sindrome di Down.
Tale decisione era stata così motivata dal dirigente scolastico: «In considerazione della gravità dell’handicap per la quale l’alunno era stato affiancato da docente di sostegno con rapporto 1/1 per 18 ore settimanali, e in mancanza della nomina dell’insegnante di sostegno, ci è impossibile accogliere la domanda di iscrizione per l’anno scolastico in corso nel secondo periodo didattico del percorso di istruzione per adulti attivato presso il nostro istituto».

Si tratta di un caso di “discriminazione diretta”, ai sensi della Legge 67/06 (Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni, come denuncia Gianfranco Salbini, presidente nazionale dell’AIPD, che ha preso in carico la vicenda e sta sostenendo la famiglia. «La disabilità non è una condizione straordinaria – sottolinea lo stesso Salbini -, ma parte integrante della realtà umana, una diversità che arricchisce e caratterizza ogni persona. La scuola, luogo deputato alla crescita culturale e civica, deve essere il laboratorio in cui si imparano il rispetto, la comprensione e la valorizzazione delle diverse condizioni di vita. Solo così si potrà costruire una società veramente partecipativa, in grado di accogliere tutti, senza discriminazioni».

«Il caso di Donato – ricordano dall’AIPD – purtroppo non è isolato». «In alcune, seppur rare, situazioni – conferma infatti Salbini -, i dirigenti scolastici scelgono di affrontare la disabilità con un approccio distante e diffidente, considerandola un problema piuttosto che una risorsa. Questo atteggiamento non solo tradisce la missione educativa della scuola, ma si pone in netto contrasto con la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, ratificata dall’Italia con la Legge 18/09, che garantisce il diritto all’istruzione senza discriminazioni».
In occasione quindi della Giornata Internazionale di oggi, l’AIPD rilancia questo appello: «A fronte di tali episodi, è fondamentale che le Istituzioni preposte, dai dirigenti regionali ai sindacati, intervengano per promuovere una gestione scolastica che rispetti e valorizzi le diversità. Ogni forma di resistenza a questo principio rischia di vanificare gli sforzi di chi ogni giorno lavora per un’educazione inclusiva. La Giornata di oggi deve quindi rappresentare non solo un momento di celebrazione, ma anche un’occasione per ribadire il nostro impegno: costruire una scuola e una società in cui nessuno sia lasciato indietro». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: ufficiostampaaipd@gmail.com.

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