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Premiati i progetti di inclusione sociale attraverso lo sport

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Il ruolo cruciale delle infrastrutture nei progetti di inclusione sociale attraverso lo sport e il valore delle sinergie tra il profit e il no profit al centro del dibattito nella terza edizione del CSR Award, promossa da Entain Italia con il supporto della sua Fondazione Foto di gruppo per i premiati con il “CSR Award 2024”

Il ruolo cruciale delle infrastrutture nei progetti di inclusione sociale attraverso lo sport e il valore delle sinergie tra il profit e il no profit sono stati al centro del dibattito nella terza edizione del CSR Award, promossa da Entain Italia con il supporto della sua Fondazione, lo scorso 3 dicembre, all’Auditorium dell’Ara Pacis a Roma.
«Una visione strategica e una pianificazione a lungo termine sono fondamentali per assicurare il successo dei progetti di inclusione nelle comunità», ha affermato Andrea Faelli, responsabile del Gruppo Entain in Italia. «Investire in infrastrutture adeguate, moderne, sicure e accessibili è essenziale per offrire alle associazioni spazi dove poter sviluppare i loro programmi con continuità. Il CSR Award, edizione dopo edizione, conferma il nostro crescente impegno a fianco delle realtà non profit, mettendo a disposizione non solo risorse economiche, ma anche competenze e una rete di relazioni per amplificare l’impatto dei loro progetti».

I lavori sono proseguiti con l’annuncio delle Associazioni vincitrici della terza edizione del CSR Award. Durante il 2025 verranno infatti sostenute le seguenti realtà: Seconda Chance e Sport Senza Frontiere (progetto Rigiocare il futuro), Club Schermistico Partenopeo (progetto Sport senza barriere), l’Associazione Sportiva Dilettantistica Baseball Softball Club Rovigo (progetto Blind Gym), Romanes-Wheelchair Rugby (progetto “I Wheel” Rugby Camp), l’Associazione Sportiva Dilettantistica Sportinsieme (progetto Padel Mixto: con e senza disabilità sullo stesso campo), Santa Lucia (progetto In testa abbiamo solo il basket), Kim (progetto L’accoglienza sostenibile), Sportfund Fondazione Per Lo Sport ONLUS (progetto Corro a scuola) e Progetto Filippide (progetto World Cup Of Inclusive Duet Artistic Swimming).
Mentre il progetto Rigiocare il futuro prevede la realizzazione di un polo sportivo all’interno del carcere di Secondigliano con l’obiettivo di promuovere l’inclusione sociale e offrire nuove prospettive ai detenuti, quello del Club Schermistico Partenopeo si propone di adeguare e riqualificare una parte dei locali della palestra per renderli pienamente fruibili da parte delle persone con disabilità. Il progetto Blind Gym si propone poi di potenziare l’offerta di servizi per il baseball per ciechi, mentre “I Wheel” Rugby Camp punta sul rugby in carrozzina in Italia, con il padel invece al centro di Padel Mixto: con e senza disabilità sullo stesso campo.
Premiati anche In testa abbiamo solo il basket per le persone con disabilità motoria dai 13 anni in su, attraverso l’avviamento all’attività sportiva, L’accoglienza sostenibile, che ha l’obiettivo di creare una casa dedicata a garantire cure mediche a minori gravemente malati e Corro a scuola, che mira a ripristinare la piena funzionalità della palestra scolastica dell’Istituto Comprensivo 9 di Bologna. Infine, tra i vincitori, anche World cup of inclusive duet artistic swimming, che vuole realizzare la prima inedita manifestazione totalmente inclusiva: per la prima volta al mondo, infatti, saranno chiamati a partecipare atleti e atlete con e senza disabilità, che si esibiranno in esercizi a coppie miste formate da una persona con disabilità fisica e/o intellettiva, e una persona senza disabilità. (C.C.)

Per maggiori informazioni: Simone d’Onofrio (simone.donofrio@mslgroup.com).

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Attraverso l’obiettivo dell’accessibilità: storie di barriere, sfide e buone pratiche

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L’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, invita fotografi, amatoriali e professionisti, a partecipare, entro il 30 marzo 2025, all’ormai tradizionale concorso fotografico focalizzato sull’accessibilità e sulle sfide quotidiane affrontate dalle persone con disabilità. Tema scelto per quest’anno: Attraverso l’obiettivo dell’accessibilità: Storie di barriere, sfide e buone pratiche Foto di Venetia Catalin, partecipante al concorso fotografico dell’EDF nel 2023

«L’accessibilità va oltre rampe e ascensori: si tratta di rimuovere barriere in ogni area della vita, dagli spazi fisici alle piattaforme digitali e alla comunicazione inclusiva. La vera accessibilità significa garantire che tutti possano partecipare pienamente e in autonomia. Tuttavia, per molte persone con disabilità, la vita è un mix di ostacoli, sfide e trionfi, navigando in un mondo che spesso ignora le loro necessità».
Da qui, da questa premessa parte anche quest’anno il concorso fotografico promosso dall’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità. L’edizione di quest’anno si intitola Through the accessibility lens: Stories of barriers, challenges and good practices (“Attraverso l’obiettivo dell’accessibilità: Storie di barriere, sfide e buone pratiche”).

L’EDF invita dunque fotografi, amatoriali e professionisti, a partecipare al concorso il cui focus è appunto focalizzato sull’accessibilità e le sfide quotidiane affrontate dalle persone con disabilità. Possono parteciparvi cittadini o residenti dell’Unione Europea di tutte le età e non è prevista alcuna quota di iscrizione.
I tre finalisti riceveranno un primo premio da 500 euro e un secondo da 300 euro.
Le opere dovrannno essere inviate entro il 30 marzo 2025 e la giuria sarà composta da un membro del Comitato Direttivo dell’EDF, da un componente del Gruppo di Esperti sull’Accessibilità dell’EDF, da due membri del personale dell’EDF, nonché da due professionisti dell’arte/fotografia. Il regolamento completo è disponibile a questo link.

Per ulteriori informazioni: André Felix (Ufficio Comunicazione EDF), andre.felix@edf-feph.org (scrivere in inglese).

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Un emendamento sull’inclusione scolastica

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La FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) accoglie con favore un emendamento al Disegno di Legge di Bilancio proposto dal ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara, che la Federazione ritiene possa «incrementare la qualità dell’offerta formativa e valorizzare il personale scolastico», auspicandone l’approvazione definitiva in sede di iter parlamentare

«Accogliamo con favore questo emendamento, che finalmente sembra evidenziare un’attenzione concreta verso un sistema scolastico più inclusivo e capace di garantire pari opportunità e uguaglianza per tutti gli alunni e le alunne con disabilità. Auspichiamo ora che con l’iter parlamentare, a partire della discussione in Commissione, venga compreso il valore di questo intervento e che l’emendamento venga approvato in via definitiva. Solo con scelte coraggiose e mirate, infatti, è possibile intervenire su un sistema che necessita di profonde revisioni e modifiche»: così Vincenzo Falabella, presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e consigliere del CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro), commenta l’emendamento al Disegno di Legge di Bilancio, proposto dal ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara (il testo dell’emendamento è disponibile integralmente a questo link), che secondo la Federazione, riguarda «un intervento tanto atteso dagli alunni e dalle alunne con disabilità, dalle famiglie e dall’intero mondo associativo, puntando a incrementare la qualità dell’offerta formativa e a valorizzare il personale scolastico, rappresentando un passo importante per dare una prima risposta concreta alle esigenze degli studenti e delle studentesse con disabilità». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: ufficiostampa@fishonlus.it.

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Voci di Resistenze per i diritti umani

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«Un tributo, un megafono per chi ha fatto della propria esperienza di resistenza un inno al riconoscimento dei diritti» di ogni essere umano, nonché un’occasione per «far emergere testimonianze vive e concrete come vere e proprie scintille di una riforma legislativa reale»: vuole essere questo il settimo congresso annuale dell’Associazione Diritti alla Follia, denominato (R)Esistenze e (IN)dipendenze: Voci e Riforme per i Diritti, in programma a Milano per il 14 e il 15 dicembre

È in programma a Milano per il 14 e il 15 dicembre, il settimo congresso annuale dell’Associazione Diritti alla Follia, denominato (R)Esistenze e (IN)dipendenze: Voci e Riforme per i Diritti, un’intensa due giorni nella quale ai momenti istituzionali si alterneranno tre tavole rotonde che coinvolgeranno molteplici professionalità nazionali e internazionali, selezionate allo scopo di attuare una chiara missione, ossia «elevare Voci di Resistenze come forza motrice e filo conduttore dell’intera edizione», come spiegano dall’Associazione. Non un evento formale, dunque, o astratte disquisizioni accademiche, ma «un tributo, un megafono per chi ha fatto della propria esperienza di resistenza un inno al riconoscimento dei diritti» di ogni essere umano, nonché un’occasione per «far emergere testimonianze vive e concrete come vere e proprie scintille di una riforma legislativa reale».

Ad aprire i lavori, il 14 dicembre (ore 9.15) sarà Michele Capano, avvocato e presidente di Diritti alla Follia, con una riflessione sul cammino ancora irto di ostacoli dell’Italia per garantire diritti reali alle persone con disabilità psicosociale. Seguirà Cristina Paderi, segretaria dell’Associazione, che illustrerà i temi della provocatoria campagna Fragile a Chi?!, una sfida a pregiudizi profondi attraverso una visione rinnovata di indipendenza e dignità. Interverrà quindi Giuseppe Alterio, anch’egli membro di Diritti alla Follia, che descriverà il percorso di raccolta firme cartacee intrapreso dall’Associazione per promuovere le due proposte di riforma, quella sull’amministrazione di sostegno (disponibile a questo link) e quella sul Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO, disponibile a quest’altro link), con l’obiettivo di avviare una raccolta firme telematica per ampliare la partecipazione e sostenere le campagne. Un ulteriore intervento sarà affidato a Michela Corallo, docente di sostegno, che porterà uno sguardo sul mondo della scuola, dove il disagio giovanile può e dev’essere gestito con risorse alternative al trattamento farmacologico.

La mattinata di sabato 14 culminerà (ore 11) in una tavola rotonda su uno dei temi più delicati e urgenti: l’(in)costituzionalità del trattamento sanitario obbligatorio (TSO), tema sollevato dalla Corte di Cassazione con l’Ordinanza prodotta il 9 settembre scorso, questione sulla quale Diritti alla Follia già da tempo propone modifiche per garantire trasparenza, diritto al contraddittorio e difesa legale, evitando restrizioni arbitrarie alla libertà personale.
Parallelamente, verranno presi in esame i vari Disegni di Legge per la riforma della salute mentale depositati in Parlamento. Tutti, infatti, riconoscono l’urgenza della riforma, ma con priorità differenti. Ne discuteranno in particolare Andrea Michelazzi, psichiatra triestino e membro di Diritti alla Follia, e Carlo Piazza, psichiatra veronese. Michelazzi affronterà il tema della Capacità legale universale, come strumento per una visione pragmatica della realtà, mentre Piazza offrirà una prospettiva sui limiti attuali delle risorse pubbliche nei Servizi di Salute Mentale e analizzerà le proposte di modifica della Legge 180/78.
Gli interventi proseguiranno con Francesco Maisto, Garante dei Diritti delle Persone Private della Libertà per il Comune di Milano, Christian Loda del Comitato per la Prevenzione della Tortura (CPT) e Maria Rosaria D’Oronzo, componente di Diritti alla Follia, che racconterà come la logica del “manicomio” continui a persistere in molti contesti. Dal canto suo, Massimiliano Bagaglini, del Sottocomitato delle Nazioni Unite per la Prevenzione della Tortura (SPT), e Maja Bova, del Comitato Interministeriale Diritti Umani (CIDU), offriranno una prospettiva sui diritti umani, confrontando il caso italiano con il panorama europeo.

Il pomeriggio di sabato 14 (ore 15) si aprirà con la tavola rotonda intitolata L’inganno della protezione giuridica. Il difficile cammino dei diritti umani affermati dalla CRPD: analisi e proposte (CRPD, lo ricordiamo, è l’acronimo inglese per indicare la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità). Questo momento di approfondimento sarà dedicato ad esaminare le contraddizioni e le sfide nella realizzazione dei diritti umani per le persone con disabilità psicosociali, come sancito dalla Convenzione ONU. Attraverso un’analisi critica dell’attuale sistema di protezione giuridica e delle proposte di riforma, si metteranno in luce le problematiche strutturali e le possibili strade per garantire una tutela autentica e rispettosa della dignità e dell’autodeterminazione.
Ad aprire il dibattito sarà Elisa Marino, componente dell’Ufficio Legislativo della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), che analizzerà i sistemi di protezione giuridica, in relazione all’articolo 12 della Convenzione ONU (Uguale riconoscimento dinanzi alla legge). Seguirà Amalia Gamio, vicepresidente del Comitato delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità, con un intervento critico sull’istituzionalizzazione come alibi per evitare di confrontarsi con la diversità. A Marine Uldry, coordinatrice per le Politiche dei Diritti Umani presso l’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, il compito di presentare il rapporto del Forum stesso (Rapporto sui diritti umani in Europa. Numero 8 – 2024. Capacità giuridica: scelta personale e controllo, disponibile in lingua inglese a questo link), che descrive criticità, sfide e proposte per garantire la capacità giuridica e la libertà di scelta in Europa. Quindi, Olga Kalina, presidente della Rete Europea degli (ex) Utenti e Sopravvissuti alla Psichiatria, esplorerà la situazione delle misure coercitive in psichiatria, sottolineandone gli effetti dannosi e le strade possibili per il loro superamento, mentre Giampiero Griffo, membro del Consiglio Mondiale di DPI (Disabled Peoples’ International), discuterà come il rispetto della capacità giuridica e della scelta personale possano rafforzare l’empowerment delle persone con disabilità in Europa. Infine, Carla Maria Reale, ricercatrice all’Università di Genova, concluderà analizzando la nozione di “capacità legale” presente nel già citato articolo 12 della Convenzione ONU, usando come esempio la cosiddetta agency nella sfera sessuale.
Il confronto sarà moderato da Anna Estdhal, componente di Diritti alla Follia e attivista impegnata nel sociale, e dalla già citata Cristina Paderi.

La mattinata del 15 dicembre sarà dedicata al Peer Support, il “supporto tra pari”. La relativa tavola rotonda, intitolata provocatoriamente Il supporto tra pari: Parola d’ordine indipendenza, mira a enfatizzare l’importanza dell’indipendenza in contrasto con un modello assistenziale che porta all’istituzionalizzazione.
Per l’occasione Marcello Maviglia, docente all’Università del New Mexico, illustrerà il Peer Support come percorso di emancipazione. Chi scrive, quindi [Simona Lancioni del Centro Informare un’h], parlerà dell’articolo 4, comma 3 della Convenzione ONU, che impone agli Stati di garantire la piena partecipazione e autodeterminazione delle persone con disabilità in tutte le aree della vita, evidenziando l’importanza del diritto di scegliere e rappresentarsi autonomamente. Federica Mangione e Jennifer Alvarez, esperte in supporto tra pari, condivideranno poi il loro percorso di empowerment personale, mostrando come questa pratica possa rappresentare un’alternativa concreta e trasformativa ai modelli assistenziali istituzionalizzati. E ancora, Anna Barracco, psicologa, psicoterapeuta ed esperta per biografia personale, rifletterà sulla figura dell’esperto di supporto tra pari (ESP) e sul suo potenziale per favorire un’indipendenza dai servizi tradizionali, portando la sua esperienza professionale e personale. A concludere la sessione sarà Elena Faccio, docente associata di Psicologia Clinica all’Università di Padova, che illustrerà lo stato della ricerca sull’implementazione della figura dell’ESP in Italia, evidenziando i progressi e le sfide attuali.

È prevista infine la partecipazione di Liuska Sanna, Head of Operations di Mental Health Europe (MHE), per presentare la guida internazionale di tale organizzazione sul Peer Support. Essendo Diritti alla Follia membro di Mental Health Europe, questa collaborazione rappresenta un collegamento importante tra le esperienze italiane e il movimento europeo.
Questa sessione sarà moderata da Susanna Brunelli, anche lei esperta in supporto tra pari e componente di Diritti alla Follia, che faciliterà un confronto per mettere in luce il potenziale rivoluzionario di questa pratica. (Simona Lancioni)

A questo link è disponibile la locandina del congresso. L’evento si svolgerà nella sede dell’Associazione ChiAmaMilano (Via Laghetto, 2, MM3 Missori – MM1 San Babila, Milano), ma sarà fruibile anche in diretta online sulla pagina Facebook di Diritti alla Follia (a questo link) o dal sito di Radio Radicale (a quest’altro link).
Il presente contributo è già apparso nel sito di Informare un’h-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa) e viene qui ripreso, con alcuni riadattamenti al diverso contenitore, per gentile concessione.

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Facciamo il punto sulle politiche per le persone con disabilità nel Lazio

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«Rifletteremo e faremo proposte operative con sessioni ad hoc, indicando le priorità di intervento, al fine di garantire i diritti e la reale e piena partecipazione e inclusione delle persone con disabilità e delle loro famiglie nella vita sociale»: lo dichiara Daniele Stavolo, presidente della FISH Lazio, presentando gli Stati Generali della Disabilità nel Lazio, organizzati dalla stessa FISH Lazio per il 12 dicembre a Roma

«In occasione della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, e anche in concomitanza del trentennale della fondazione della nostra Federazione, su indicazione e sollecitazione della FISH Nazionale, abbiamo promosso questi Stati Generali della Disabilità come un necessario momento di riflessione e discussione con il mondo politico-istituzionale e associativo sullo stato di attuazione delle politiche in favore delle persone con disabilità nei diversi territori della nostra Regione e non solo»: lo dichiara Daniele Stavolo, presidente della FISH Lazio (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), presentando appunto gli Stati Generali della Disabilità nel Lazio, in programma per il 12 dicembre a Roma, presso la Sala Tevere della Presidenza della Regione Lazio (Via Cristoforo Colombo, 212, ore 9.30-17).
«Durante la Giornata – aggiunge Stavolo -, rifletteremo e faremo proposte operative con sessioni ad hoc, indicando le priorità di intervento, al fine di garantire i diritti e la reale e piena partecipazione e inclusione delle persone con disabilità e delle loro famiglie nella vita sociale».

Dopo l’introduzione dello stesso Stavolo, con la moderazione della giornalista di Raitre Patrizia Senatore, sono in programma i saluti istituzionali di Alessandra Locatelli, ministra per le Disabilità, Antonello Aurigemma, presidente del Consiglio Regionale del Lazio, Alessia Savo, presidente della Commissione Salute e Politiche Sociali nel Consiglio Regionale, Laura Latini, segretaria dell’UIL Lazio) e Francesca Danese, portavoce del Forum del Terzo Settore Lazio.

La prima sessione sarà incentrata sul Progetto di vita e la vita nella società, con gli interventi di Massimiliano Maselli, assessore alle Politiche Sociali della Regione Lazio); Andrea Urbani, direttore del Settore Regionale Salute e Integrazione Socio Sanitaria; Marta Bonafoni, consigliera della Regione Lazio; Nella Converti, presidente della Commissione Politiche Sociali di Roma Capitale; Maura Curati della FISH di Latina; Alessandro Alfonsini della Fondazione Oltre Noi; Fulvio Lauri dell’ANFASS Lazio (Associazione Nazionale di Famiglie e Persone con Disabilità Intellettive e del Neurosviluppo); Silvia Cutrera dell’AVI (Agenzia per la Vita Indipendente); Antonella Leto del Servizio Tobia presso l’Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata.

La seconda sessione, invece, sarà dedicata al Progetto di vita nell’infanzia, adolescenza ed età adulta e vi parteciperanno Eleonora Mattia, consigliera della Regione Lazio; Stefania Stellino dell’ANGSA Lazio (Associazione Nazionale Genitori di perSone con Autismo); Carla Consuelo Fermariello, presidente della Commissione Scuola di Roma Capitale; Erica Battaglia, presidente della Commissione Cultura di Roma Capitale; Anna Rita Giuseppone dell’Ufficio Scolastico Regionale del Lazio; Natale Di Cola, segretario della CGIL Roma e Lazio; Laura Imbimbo del Gruppo Asperger Lazio; Luciano Pantarotto, presidente di Confcooperative Federsolidarietà; Valeria Cotura della FIADDA Roma (Associazione per i Diritti delle Persone sorde e Famiglie); Sara Norcia, assessora alle Politiche Sociali del Comune di Terracina; Monia Magliocco di LatinAutismo; Adelaide Da Cruz di Mondo Disabili Future.

La terza sessione, infine, si intitolerà La Riforma, i nuovi istituti, e vi interverranno Giuliana Anatrella della Direzione Regionale Inclusione Sociale del Lazio; Antonio Di Rocco dell’ANCI Lazio (Associazione Nazionale Comuni Italiani).

Il dibattito finale e le conclusioni saranno affidate a Daniele Stavolo e a Vincenzo Falabella, presidente nazionale della FISH. (S.B.)

Per ulteriori informazioni: Roberto Pagano (uffstampapagano@gmail.com).

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Storie di “diplomifici”

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«Negli ultimi anni – scrive Salvatore Nocera – abbiamo dovuto purtroppo notare gravi incongruenze nell’utilizzo di titoli culturali, i cui punteggi vanno ad alterare notevolmente le graduatorie scolastiche. E penso, ad esempio, al Decreto secondo il quale i docenti che abbiano svolto supplenze in attività di sostegno didattico all’inclusione scolastica senza il relativo titolo di specializzazione, potranno conseguirlo con un corso della durata pari alla metà dei contenuti culturali previsti per legge dai normali corsi di specializzazione Un’insegnante di sostegno insieme a un alunno

Negli ultimi anni abbiamo dovuto purtroppo notare gravi incongruenze nell’utilizzo di titoli culturali, i cui punteggi vanno ad alterare notevolmente le graduatorie scolastiche, siano esse ai fini delle supplenze o dei concorsi per le immissioni in ruolo o ancora ai fini dei trasferimenti di sede per i docenti di ruolo. Si nota infatti un continuo e crescente pullulare di rilascio di titoli per una seconda abilitazione affine a una principale (ad esempio per le classi umanistiche come A013 di latino e greco, A012 di discipline letterarie o A011 di italiano e latino), oppure di certificazioni linguistiche, ivi comprese quelle dell’insegnamento dell’italiano agli stranieri.

A queste “stranezze”, inoltre, se ne aggiungono altre, quali:
° Questi titoli valgono un punteggio spesso anche doppio rispetto a un anno di insegnamento.
° I corsi per il rilascio di questi titoli normalmente non vengono effettuati da università statali, ma da libere università;
° Questi corsi solitamente non vengono effettuati in presenza ma online;
° Tali corsi, per la loro durata rispetto ad altri, costano moltissimo, eppure sono fortemente richiesti.

L’orientamento politico nell’avere sempre più favorito negli anni il rilascio di questi titoli che hanno un alto valore di punteggio contrasta, invece, con un altro orientamento politico che, sia pur altrettanto discutibile, è però opposto; mi riferisco a tutta la normativa di favore data al valore giuridico degli anni di insegnamento rispetto a quello dei titoli culturali. Penso, tra gli ultimi esempi, a quello del Decreto Legge 71/24 (convertito nella Legge 106/24), il cui articolo 7 stabilisce che i docenti che hanno svolto supplenze in attività di sostegno didattico all’inclusione scolastica senza avere il relativo titolo di specializzazione potranno conseguirlo con un corso della durata pari alla metà (30 Crediti Formativi Universitari) dei contenuti culturali che invece per legge sono previsti per i normali corsi di specializzazione (60 Credito Formativi Universitari). Anzi, addirittura da più parti si ritiene che gli attuali corsi normali di specializzazione di 60 Crediti siano insufficienti, e ade esempio la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) auspica con una sua Proposta di Legge il raddoppio a due anni, per garantire una seria preparazione professionale.

Questa crescente “quotazione in borsa” dei cosiddetti titoli culturali è spiegabile ovviamente con il fatto che il mercato ha compreso come essi siano molto appetibili, e quindi si è messo a “fabbricarli” a iosa con la legittimazione ufficiale dei vari Governi. La conseguenza di tutto ciò è che i giovani, seriamente preparati nelle varie graduatorie di cui sopra, sono superati sia da quanti hanno una grande anzianità di servizio, sia da quanti hanno fatto incetta dei cosiddetti titoli culturali.
Credo che sarebbe dunque il caso che il mondo della scuola facesse una seria riflessione su quanto sta avvenendo, e che a seguito di essa anche il mondo politico ponesse rimedio a questa insostenibile situazione.

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La FISH di nuovo all’ONU, con una crescente consapevolezza

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Fino al 20 dicembre, al Palazzo delle Nazioni Unite di New York, è visitabile la mostra La Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità attraverso gli occhi dei giovani. All’inaugurazione ha presenziato anche il presidente della FISH (Federazione Internazionale per il Superamento dell’Handicap) Falabella, oltreché consigliere del CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro), che ha incontrato poi anche il console generale d’Italia a New York Fabrizio Di Michele e la comunità italiana newyorkese. Lo abbiamo incontrato Il discorso del presidente della FISH Falabella alla comunità italiana di New York

Fino al 20 dicembre, al Palazzo delle Nazioni Unite di New York, è aperta la mostra La Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità attraverso gli occhi dei giovani. All’inaugurazione ha presenziato anche il presidente della FISH (Federazione Internazionale per il Superamento dell’Handicap) e consigliere del CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro), Vincenzo Falabella, che ha incontrato poi anche il console generale d’Italia a New York Fabrizio Di Michele e la comunità italiana newyorkese. L’abbiamo incontrato per capire in quale misura questa missione abbia rappresentato un’occasione per rafforzare il dialogo internazionale e sensibilizzare la comunità globale sull’importanza di una piena attuazione della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità.

Non è una cosa di tutti i giorni intervenire al Palazzo delle Nazioni Unite: dopo il momento delle emozioni, può tracciare un bilancio della sua trasferta a New York? Ha assunto un significato particolare anche per le persone con disabilità e le famiglie che rappresenta?
«È stato certamente un riconoscimento del lavoro che stiamo portando a compimento nel nostro Paese. Il nostro movimento associativo è andato oltre i propri confini nazionali e quello che abbiamo fatto in questi anni, a livello politico, di empowerment, di conoscenza e consapevolezza di come bisogna rivendicare i diritti dei nostri cittadini e delle nostre cittadine con disabilità, è stato percepito chiaramente a livello istituzionale e all’interno del Palazzo di Vetro dell’ONU.
Il direttore dell’Alleanza Internazionale sulla Disabilità (IDA) José Maria Viera, e il capo di gabinetto del segretario generale dell’ONU, Courtenay Rattray, mi hanno confermato che le azioni che stiamo mettendo in campo a livello nazionale sono seguite a livello mondiale: questo è un piccolo vanto per come siamo riusciti a cambiare la cultura e i metodi di advocacy (tutela) e di rappresentanza associativa.
Abbiamo rappresentato le buone prassi che stiamo mettendo in campo, ma anche evidenziato le criticità: l’Italia ha innovato tanto, è riconosciuta a livello internazionale per la stesura di norme importanti, ma molte volte queste norme non riescono ad essere applicate e, quindi, non hanno una ricaduta concreta sulla vita dei nostri cittadini e delle nostre cittadine con disabilità.
Un passaggio che voglio ulteriormente sottolineare è che la FISH è riuscita ad arrivare in quei luoghi istituzionali che in passato non erano minimamente pensabili: lo abbiamo fatto quando è stata ratificata la Convenzione ONU nel 2006 a New York, e nel marzo dell’anno successivo, quando Giampiero Griffo sottoscrisse la Convenzione stessa insieme all’allora ministro della Solidarietà Sociale Ferrero. Lo abbiamo rifatto ora, attraverso la mia presenza, a distanza di diciotto anni».

Rispetto alla mostra sulla Convenzione vista attraverso gli occhi dei giovani, al cui taglio del nastro ha presenziato, che cos’ha di particolare questo sguardo, cosa vede che gli adulti non riescono a vedere, a suo parere?
«I nostri ragazzi, le nostre ragazze hanno una sensibilità e un’attenzione differente rispetto a noi adulti: sono privi di schemi e di barriere: riuscire ad incidere in maniera significativa sulla loro cultura, sul loro sapere, sulle loro sensibilità è lo strumento migliore per quel cambiamento che tutti noi auspichiamo.
Dalla mostra, attraverso il linguaggio del fumetto, emerge una rappresentazione della disabilità non in chiave pietistica, ma di valorizzazione della persona, quindi è un occhio diverso che non ha paura del “diverso”, non ha paura della condizione di disabilità».

Durante il suo soggiorno ha incontrato anche il Console Generale d’Italia a New York Fabrizio Di Michele: di cosa avete parlato?
«Nonostante fossimo a tantissimi chilometri dal nostro Paese, una volta varcata la soglia del Consolato, abbiamo respirato aria di casa. In attesa dell’arrivo della ministra per le Disabilità Locatelli, abbiamo avuto un incontro riservato con il Console e la viceconsole Marta Mammana: conoscevano molto bene il mondo della FISH da me rappresentato. In merito alla Legge di Bilancio per il 2025, attualmente in discussione, ci siamo soffermati sul Fondo Unico per l’inclusione delle persone con disabilità, snodo cruciale per l’applicazione e la garanzia di tutti quei princìpi che vengono annoverati all’interno della Legge Delega 227/21 in materia di disabilità».

Come è andato invece l’incontro con la comunità italiana che vive a New York?
«È stato emozionante trovarmi di fronte ad una sala gremita di cittadini e cittadine italiane che vivono ormai da tanto tempo negli Stati Uniti: ci hanno fatto sentire la loro vicinanza, il loro attaccamento al Paese Italia. Nella giornata successiva ho avuto poi anche degli incontri informali con alcune organizzazioni americane di Associazioni di persone con disabilità e dei loro familiari: mi hanno chiesto come abbiamo fatto a costruire questa autorevolezza e questa interlocuzione con la politica nazionale, mentre a livello internazionale il movimento associativo stenta ancora a ritagliarsi un ruolo politico. Mi sono dunquue soffermato su ciò che abbiamo cercato di fare, ossia di mettere da parte la sterile rabbia e l’improduttivo mugugno, studiando moltissimo, mettendo in rete le competenze e soprattutto ascoltando le istanze dei nostri cittadini e cittadine. Al mondo che rappresentiamo abbiamo chiesto in particolare quali fossero i bisogni principali insoddisfatti e da qui siamo partiti per costruire una rete di solidarietà, attraverso il confronto, a volte anche aspro, ma in grado di portare a sintesi le numerose istanze arrivate». (Carmela Cioffi)

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Bene la proroga di esclusione IVA per il Terzo Settore, ma è un rimedio provvisorio

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«La proroga di un anno dell’attuale regime di esclusione IVA per il Terzo Settore, inserita nel Decreto Milleproroghe è una buona notizia – dichiara Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore – che solleva da grande preoccupazione decine di migliaia di realtà sociali. Il grido di allarme che abbiamo lanciato negli scorsi mesi è stato ascoltato da Governo e Parlamento, ma l’intervento rimane un rimedio provvisorio

«La proroga di un anno dell’attuale regime di esclusione IVA per il Terzo Settore, inserita nel Decreto Milleproroghe è una buona notizia che solleva da grande preoccupazione decine di migliaia di realtà sociali. Il grido di allarme che abbiamo lanciato negli scorsi mesi è stato ascoltato da Governo e Parlamento, ma l’intervento rimane un rimedio provvisorio. Da anni, infatti, attendiamo una soluzione vera alla questione dell’IVA e già da tempo abbiamo sottoposto una nostra proposta al Ministero dell’Economia, che peraltro non comporterà alcun aggravio per le casse dello Stato, che ci auguriamo vivamente sia accolta»: lo dichiara in una nota Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore.

«Accogliamo con favore – aggiunge Pallucchi – anche la proroga per le ONLUS per accedere nel 2025 al 5 per mille, in attesa dell’entrata in vigore delle nuove disposizioni fiscali previste dal Codice del Terzo Settore».
«E infine – conclude – seguiamo con attenzione le altre fondamentali questioni per il Terzo Settore e il welfare del Paese nella Legge di Bilancio, dal rifinanziamento del fondo per la povertà educativa minorile, essenziale per prevenire e contrastare il disagio giovanile, al tema dell’articolo 112 (Misure di potenziamento dei controlli di finanza pubblica) di cui chiediamo l’abolizione». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: stampa@forumterzosettore.it.
A questo link vi è l’elenco completo di tutti i soci e degli aderenti al Forum Nazionale del Terzo Settore, tra cui anche la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).

Le bellezze dei centri storici della Calabria e le barriere che ne ostacolano la fruizione

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Centri storici e barriere architettoniche, con la presentazione del libro di Gianpiero Taverniti, Raccontando la Calabria: è l’incontro in programma  per il 12 dicembre a Cosenza, organizzato dall’UNMS locale, con il supporto delle Federazioni FISH Calabria e FAND Calabria e dell’Associazione Soccorso Senza Barriere

Un evento voluto per dare un contributo utile a far sì che le persone con disabilità possano ammirare le bellezze della Calabria: è l’incontro sul tema Centri storici e barriere architettoniche, con la presentazione del libro di Gianpiero Taverniti, Raccontando la Calabria. Una nuova alba per la mia terra, promosso per il pomeriggio del 12 dicembre a Cosenza (Chiostro di San Agostino nel Museo dei Brettii e degli Enotri, ore 16-18.30) dall’UNMS locale (Unione Nazionale Mutilati per Servizio), con il supporto di FISH Calabria (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), FAND Calabria (Federazione tra le Associazioni Nazionali di Persone con Disabilità) e dell’Associazione Soccorso Senza Barriere.

«La presenza di barriere architettoniche nei centri storici – spiegano i promotori dell’incontro – rende impossibile alle persone con disabilità di integrarsi bene nella vita sociale e di apprezzare le bellezze della nostra Regione. Per stabilire come migliorare e semplificare una barriera architettonica, bisogna pertanto comprendere quando sia opportuno intervenire su di essa o quando no. E per capire tutto ciò, basta domandarsi se l’ambiente circostante sia di ostacolo, per un qualsiasi motivo, alla fruizione sicura e libera di tutti i servizi della vita quotidiana, anche per le persone con disabilità».
Di tutto ciò discuteranno il 12 dicembre a Cosenza Silvana Paratone, commissaria dell’UNMS di Reggio Calabria; Carmine Vizza, presidente dell’UNMS Cosenza; Maria Cerzoso, direttrice del Museo dei Bretti e degli Enotri di Cosenza; Antonio Sabatino, presidente dell’UNMS Calabria; Nunzia Coppedé, presidente della FISH Calabria; Gianfranco Pisano, presidente di Soccorso Senza Barriere; Maurizio Simone, presidente della FAND Calabria.

All’incontro sarà presente lo scrittore Gianpiero Taverniti, autore, come detto del libro Raccontando la Calabria, un’immersione nella storicità, nell’arte e nella cultura dei centri storici di questa Regione, dal quale partirà il dialogo che si soffermerà in particolare sulle barriere architettoniche presenti nei centri storici e gli ostacoli che si dovrebbero abbattere per poterle rendere fruibili anche da parte delle persone con ridotte capacità motorie e sensoriali. (S.B.)

Per ulteriori informazioni: cosenza@unms.it; soccorsosenzabarriere@gmail.com.

La FISH di nuovo all’ONU, con una crescente consapevolezza

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Fino al 20 dicembre, al Palazzo delle Nazioni Unite di New York, è visitabile la mostra La Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità attraverso gli occhi dei giovani. All’inaugurazione ha presenziato anche il presidente della FISH (Federazione Internazionale per il Superamento dell’Handicap) Falabella, oltreché consigliere del CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro), che ha incontrato poi anche il console generale d’Italia a New York Fabrizio Di Michele e la comunità italiana newyorkese. Lo abbiamo incontrato Il discorso del presidente della FISH Falabella alla comunità italiana di New York

Fino al 20 dicembre, al Palazzo delle Nazioni Unite di New York, è aperta la mostra La Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità attraverso gli occhi dei giovani. All’inaugurazione ha presenziato anche il presidente della FISH (Federazione Internazionale per il Superamento dell’Handicap) e consigliere del CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro), Vincenzo Falabella, che ha incontrato poi anche il console generale d’Italia a New York Fabrizio Di Michele e la comunità italiana newyorkese. L’abbiamo incontrato per capire in quale misura questa missione abbia rappresentato un’occasione per rafforzare il dialogo internazionale e sensibilizzare la comunità globale sull’importanza di una piena attuazione della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità.

Non è una cosa di tutti i giorni intervenire al Palazzo delle Nazioni Unite: dopo il momento delle emozioni, può tracciare un bilancio della sua trasferta a New York? Ha assunto un significato particolare anche per le persone con disabilità e le famiglie che rappresenta?
«È stato certamente un riconoscimento del lavoro che stiamo portando a compimento nel nostro Paese. Il nostro movimento associativo è andato oltre i propri confini nazionali e quello che abbiamo fatto in questi anni, a livello politico, di empowerment, di conoscenza e consapevolezza di come bisogna rivendicare i diritti dei nostri cittadini e delle nostre cittadine con disabilità, è stato percepito chiaramente a livello istituzionale e all’interno del Palazzo di Vetro dell’ONU.
Il direttore dell’Alleanza Internazionale sulla Disabilità (IDA) José Maria Viera, e il capo di gabinetto del segretario generale dell’ONU, Courtenay Rattray, mi hanno confermato che le azioni che stiamo mettendo in campo a livello nazionale sono seguite a livello mondiale: questo è un piccolo vanto per come siamo riusciti a cambiare la cultura e i metodi di advocacy (tutela) e di rappresentanza associativa.
Abbiamo rappresentato le buone prassi che stiamo mettendo in campo, ma anche evidenziato le criticità: l’Italia ha innovato tanto, è riconosciuta a livello internazionale per la stesura di norme importanti, ma molte volte queste norme non riescono ad essere applicate e, quindi, non hanno una ricaduta concreta sulla vita dei nostri cittadini e delle nostre cittadine con disabilità.
Un passaggio che voglio ulteriormente sottolineare è che la FISH è riuscita ad arrivare in quei luoghi istituzionali che in passato non erano minimamente pensabili: lo abbiamo fatto quando è stata ratificata la Convenzione ONU nel 2006 a New York, e nel marzo dell’anno successivo, quando Giampiero Griffo sottoscrisse la Convenzione stessa insieme all’allora ministro della Solidarietà Sociale Ferrero. Lo abbiamo rifatto ora, attraverso la mia presenza, a distanza di diciotto anni».

Rispetto alla mostra sulla Convenzione vista attraverso gli occhi dei giovani, al cui taglio del nastro ha presenziato, che cos’ha di particolare questo sguardo, cosa vede che gli adulti non riescono a vedere, a suo parere?
«I nostri ragazzi, le nostre ragazze hanno una sensibilità e un’attenzione differente rispetto a noi adulti: sono privi di schemi e di barriere: riuscire ad incidere in maniera significativa sulla loro cultura, sul loro sapere, sulle loro sensibilità è lo strumento migliore per quel cambiamento che tutti noi auspichiamo.
Dalla mostra, attraverso il linguaggio del fumetto, emerge una rappresentazione della disabilità non in chiave pietistica, ma di valorizzazione della persona, quindi è un occhio diverso che non ha paura del “diverso”, non ha paura della condizione di disabilità».

Durante il suo soggiorno ha incontrato anche il Console Generale d’Italia a New York Fabrizio Di Michele: di cosa avete parlato?
«Nonostante fossimo a tantissimi chilometri dal nostro Paese, una volta varcata la soglia del Consolato, abbiamo respirato aria di casa. In attesa dell’arrivo della ministra per le Disabilità Locatelli, abbiamo avuto un incontro riservato con il Console e la viceconsole Marta Mammana: conoscevano molto bene il mondo della FISH da me rappresentato. In merito alla Legge di Bilancio per il 2025, attualmente in discussione, ci siamo soffermati sul Fondo Unico per l’inclusione delle persone con disabilità, snodo cruciale per l’applicazione e la garanzia di tutti quei princìpi che vengono annoverati all’interno della Legge Delega 227/21 in materia di disabilità».

Come è andato invece l’incontro con la comunità italiana che vive a New York?
«È stato emozionante trovarmi di fronte ad una sala gremita di cittadini e cittadine italiane che vivono ormai da tanto tempo negli Stati Uniti: ci hanno fatto sentire la loro vicinanza, il loro attaccamento al Paese Italia. Nella giornata successiva ho avuto poi anche degli incontri informali con alcune organizzazioni americane di Associazioni di persone con disabilità e dei loro familiari: mi hanno chiesto come abbiamo fatto a costruire questa autorevolezza e questa interlocuzione con la politica nazionale, mentre a livello internazionale il movimento associativo stenta ancora a ritagliarsi un ruolo politico. Mi sono dunquue soffermato su ciò che abbiamo cercato di fare, ossia di mettere da parte la sterile rabbia e l’improduttivo mugugno, studiando moltissimo, mettendo in rete le competenze e soprattutto ascoltando le istanze dei nostri cittadini e cittadine. Al mondo che rappresentiamo abbiamo chiesto in particolare quali fossero i bisogni principali insoddisfatti e da qui siamo partiti per costruire una rete di solidarietà, attraverso il confronto, a volte anche aspro, ma in grado di portare a sintesi le numerose istanze arrivate». (Carmela Cioffi)

Riccardo Bonacina, punto di riferimento per il Terzo Settore italiano

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Anche la redazione di Superando si unisce al cordoglio per la scomparsa di Riccardo Bonacina, fondatore nel 1994 di «Vita», testata costruita sulla base di un’alleanza fra un gruppo di giornalisti e una rete di organizzazioni non profit, che seppe cogliere un bisogno reale di rappresentanza e racconto dei temi del sociale e dell’impegno civile Riccardo Bonacina (1954-2024)

Anche la redazione di Superando si unisce al cordoglio per la scomparsa di Riccardo Bonacina, fondatore nel 1994 di «Vita», ove viene definito oggi, dall’attuale direttore della testata Stefano Arduini, come «un grande maestro e amico per tanti di noi che, come me, insieme a lui hanno percorso un lungo tratto di vita che non si può definire solo professionale».

Nato nel 1954, dopo l’esperienza in Fininvest e in Rai, trent’anni fa, come detto, Bonacina fondò «Vita», il cui primo numero uscì il 27 ottobre 1994, e «che allora – scrive ancora Arduini – in molti definirono “L’Espresso del sociale”, un giornale quasi clandestino, certamente ribelle nato da “un moto di rabbia”, come Riccardo amava ricordare, di fronte al fatto che nella dieta mediatica di allora i temi del sociale e dell’impegno civile erano considerati ancillari: buone azioni di buona gente, ma che in fondo contavano poco. Non era così. E 30 anni di storia dimostrano che quell’intuizione, costruita sulla base di un’alleanza fra un gruppo di giornalisti e un network di organizzazioni non profit (il comitato editoriale), aveva colto un bisogno reale di rappresentanza e racconto».

Insieme dunque al Forum Nazionale del Terzo Settore, che in una nota definisce Bonacina come un reale «punto di riferimento per il Terzo Settore italiano, stimato giornalista, uomo di forti valori e grande etica, dedicato fino all’ultimo alla causa sociale», ricordando come i percorsi di «Vita» e del Forum stesso siano iniziati «sulla base degli stessi princìpi e nello stesso periodo, avendo come obiettivo condiviso la valorizzazione di un modello di società più giusta e inclusiva e il perseguimento dello sviluppo sociale», la nostra redazione invia un abbraccio ai familiari e a tutta la redazione di «Vita».

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